Settantadue anni dopo

Hiroshima, Peace ParkAnno dopo anno, la città di Hiroshima trasmette al mondo il suo invito pressante a non dimenticare e a battersi perché il ricordo delle stragi atomiche non diventi di nuovo realtà. Anno dopo anno il Sindaco della città martire lancia la sua “Peace Declaration” ricordando che l’incubo atomico rimane attuale.

“Questo demonio non è una cosa del passato. Finché esistono armi nucleari e i responsabili politici ne minacciano il loro uso, il loro orrore potrebbe riapparire nel nostro presente in qualsiasi momento. Potreste trovarvi a soffrire per la loro crudeltà. Questo è il motivo per cui chiediamo a tutti di ascoltare le voci degli Hibakusha!”

E il racconto dei sopravvissuti viene riproposto alle nostre coscienze. “Questo appello alla coscienza e questo richiamo affinché i responsabili politici ne rispondano coscientemente, sono profondamente radicate nell’esperienza degli Hibakusha. Facciamo nostri il loro appello e il loro richiamo, diffondiamoli in tutto il mondo e passiamoli alla generazione futura”

 

E’ un accenno però di speranza il successivo richiamo al recente Trattato per la messa al bando delle armi atomiche: “Nel mese di luglio, quando 122 membri delle Nazioni Unite – ad esclusione degli Stati dotati di armi nucleari e degli “Umbrella States” – adottarono Il Trattato sul divieto delle armi nucleari, essi dimostrarono la determinazione inequivocabile per la loro abolizione. Dato questo sviluppo, i governi di tutti i Paesi devono adesso adoperarsi per progredire ulteriormente verso un mondo futuro senza armi nucleari”

 

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