Humanitarian Impact of Nuclear Weapons

5419dde8a1b0d11714f167a8_NUKERilanciamo la situazione di estrema attualità denunciata dalla passata Conferenza di Oslo (4-5 marzo 2013) riportando qui il report “Humanitarian Impact of Nuclear Weapons”, commissionato dal Ministero degli Esteri norvegese incaricando l’International Law and Policy Institute (ILPI) per la pubblicazione.

Una prima introduzione sottolinea come sia molto più a rischio l’umanità oggi rispetto agli anni della Guerra Fredda, nonostante la minore quantità di ordigni tuttora presenti ma con un numero molto maggiore di Stati detentori e quindi di potenziali protagonisti dell’olocausto atomico. E’ quindi legittimo chiedersi quali possano essere le conseguenze per gli esseri umani, la società e l’ambiente, nel caso di un possibile conflitto; ed ecco allora quale sia stato lo scopo e l’importanza della Conferenza del marzo scorso.
Già in passati articoli redatti in questi mesi abbiamo descritto gli scenari atroci del “Day After” (oltre che degli anni e decenni a venire). Qui vengono cronologicamente presentati ed efficacemente illustrati nelle pagine successive del documento, mentre i numerosi riquadri a corredo delle immagini portano ad approfondire l’impatto che numerosi eventi nella nostra “era atomica” (compresi i vari test nucleari) hanno portato sulle persone e sull’ambiente.
E non si creda che tutto questo debba per forza iniziare con un’aggressione decisa da un “Nuclear State”: dei conflitti scansati per un soffio, il report ne descrive qualcuno, tra cui quanto successe nel 1995 (quindi ben dopo la fine della Guerra Fredda e della dissoluzione dell’impero sovietico) quando – a causa dell’errata convinzione che il lancio dalla Norvegia di un razzo per ricerche scientifiche fosse l’inizio di un attacco – l’esercito russo venne attivato in stato di massima allerta, e per la prima volta nella storia venne aperta la “valigetta nucleare” russa.
Nel documento, quindi, un monito ripetutamente espresso da più parti e che ha trovato eco in numerose iniziative e Risoluzioni (si veda ad esempio quanto descritto a riguardo del Piano quadriennale Working towards the elimination of nuclear weapons” redatto dalla Croce Rossa Internazionale e dalla Mezzaluna Rossa). Ci auguriamo che l’eco di questa crescente preoccupazione investa non solo ONG e Società Civile ma anche e soprattutto chi del nostro pianeta detiene il governo e le sorti.

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