Astana, Kazakhstan. Per un mondo libero dalle armi nucleari


La tragedia del Kazakhstan inizia il 29 agosto 1949 con la prima esplosione atomica sperimentale nel sito sovietico di Semipalatinsk, cui ne seguirono altre 455 nel corso di 40 anni. Immense le conseguenze umane e ambientali, con quasi due milioni di abitanti coinvolti sia dal fallout radioattivo seguito alle esplosioni, sia dalla radioattività a lungo termine, sia dall’impatto sul bagaglio genetico trasmesso alle generazioni future.


5419dde8a1b0d11714f167a8_NUKEE’ imminente l’avvio della conferenza internazionale “Building a nuclear-weapon-free world”, organizzata e voluta nel venticinquesimo anniversario dalla chiusura del sito dei test nucleari sovietici a Semipalatinsk. Non solo una celebrazione nel ricordo della svolta che il governo del Kazakhstan volle fare un quarto di secolo fa alla caduta dell’Impero sovietico ma anche un contributo concreto per la prospettiva di un disarmo nucleare totale.

Sarà un incontro significativo tra parlamentari, Primi Cittadini, esperti in materia di disarmo, leader religiosi e rappresentanti della Società Civile che il prossimo 29 agosto interverranno con i propri contributi alla sessione plenaria principale oltre che alle sessioni di lavoro nel corso della giornata.

I vari panel studieranno argomenti specifici:

  • Sicurezza senza armi nucleari: il Manifesto per il Mondo del 21° secolo
  • Un divieto dei test nucleari e il ruolo delle Nazioni Unite nel raggiungimento del disarmo nucleare
  • Legislazione nazionale e Zone libere da armi nucleari. Geografia di un mondo sostenibile.
  • Iniziative e campagne – legislatori, leader religiosi e della Società Civile

Il programma dettagliato è consultabile nel sito ufficiale della Conferenza.

Il Presidente di IPPNW-Italy, dr. Di Paolantonio, sarà tra i relatori della Conferenza con un proprio speech alla terza Sessione del Panel di lavoro.

La Conferenza è co-sponsorizzata da:

 

Per approfondire:

 


 

CHAIN REACTION 2016

Una nuova reazione a catena è in corso. Simile ma di segno opposto a quelle esplosioni che modificarono per sempre la vita e il territorio della regione. E la reazione (o rivoluzione?) parte anch’essa dalla terra dei Kazaki coinvolgendo ed espandendosi attraverso l’adesione di un numero crescente di realtà della Società Civile.

E l’organizzazione Unfold Zero ha raccolto la proposta:

“Earlier this year, Tolegen Mukhamejanov, one of the leaders of the civil society movement that closed down the Soviet nuclear test site in Kazakhstan in 1991, proposed a chain reaction of civil society actions around the world. The actions would highlight the inhumanity and insecurity of nuclear weapons, oppose the institutions and policies perpetuating the nuclear arms race, and support initiatives by governments and the United Nations to achieve a nuclear-weapon-free world.”

La Campagna suggerita da Tolegen Mukhamejanov e avviata da Unfold Zero sta coinvolgendo dallo scorso 8 luglio un grande numero di membri della Società Civile in tutto il mondo (in Italia troviamo l’Associazione “Beati i costruttori di pace”) la cui “catena” di iniziative – al momento oltre 200 – avrà termine il prossimo 2 ottobre. Significative le date scelte, la prima ricordando la storica sentenza della Corte Internazionale di Giustizia riguardante la minaccia delle armi nucleari, e la seconda in cui cade la Giornata Mondiale della Nonviolenza.

Il sogno di una “reazione a catena”, questa volta di pace e disarmo, era già stato espresso dal dott. Di Paolantonio all’indomani della consegna a Oslo del Premio Nobel per la Pace del 1985 a IPPNW e che troviamo nell’articolo del quotidiano Paese Sera del 3 gennaio 1986.

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