Treaty on the prohibition of nuclear weapons

Dalle pagine delle Nazioni Unite l’annuncio dell’entrata in vigore del Trattato, che inserisce finalmente nelle norme del Diritto Internazionale anche il divieto di produzione, possesso, usominaccia dell’uso di armi nucleari.

Ecco uno stralcio dalla pagina web che lo annuncia:

“Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) include una serie completa di divieti sulla partecipazione a qualsiasi attività di armi nucleari. Questi includono l’impegno a non sviluppare, testare, produrre, acquisire, possedere, accumulare, utilizzare o minacciare di utilizzare armi nucleari. Il Trattato proibisce anche lo spiegamento di armi nucleari sul territorio nazionale e la fornitura di assistenza a qualsiasi Stato nello svolgimento di attività vietate. Gli Stati parti saranno obbligati a prevenire e sopprimere qualsiasi attività vietata dal TPNW intrapresa da persone o sul territorio sotto la sua giurisdizione o controllo. Il Trattato obbliga inoltre gli Stati parti a fornire un’assistenza adeguata alle persone colpite dall’uso o dalla sperimentazione di armi nucleari, nonché a prendere le misure necessarie e appropriate di bonifica ambientale nelle aree sotto la loro giurisdizione o controllo contaminate a seguito di attività legate al test o uso di armi nucleari.”

E’ importante leggere nella stessa pagina anche la storia del percorso giuridico e diplomatico sfociato nella sua approvazione. Percorso che anche in queste pagine è stato più volte descritto fin dalle prime Conferenze Internazionali che hanno posto l’accento sugli effetti umanitari di un conflitto nucleare. Conferenze affiancate oltretutto dai numerosi Forum delle Organizzazioni della Società Civile.

Leggi tutti i nostri post riguardanti il TPNW

(in ordine decrescente di data)


—> Link al testo originale del Trattato <—


Nota: nella pagina MEDIA RESOURCES del sito, la playlist di ICANW mostra adesso la registrazione dell’evento “Entry into Force Day” trasmesso in diretta la sera del 22 gennaio! Visualizzare direttamente il video cliccando a questo link e portando il cursore temporale (visibile dopo l’avvio) attorno al 10° minuto.

All’entrata in vigore del TPAN, ricordando la prima Risoluzione delle N.U.

Un evento online promosso da Abolition 2000

Sono questi dei giorni che sembrano incastrarsi in un incrocio di eventi e di opportunità per l’obiettivo del disarmo atomico. L’insediamento alla Casa Bianca del nuovo Presidente Joe Biden. L’entrata in vigore del TPNW, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Come pure il 75° anniversario della United Nations Resolution 1 (1), l’istituzione in sede ONU, il 24 gennaio 1946, di una Commissione per affrontare i problemi generati dalla scoperta e l’uso dell’energia atomica. Una risoluzione questa, adottata per consenso, che stabilì per la prima volta l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari e da altre armi di distruzione di massa

A questo proposito l’Organizzazione Abolition 2000 ha lanciato l’invito (in lingua inglese) a un appuntamento online per il 25 gennaio: un evento globale per commemorare questo anniversario nel contesto della nuova amministrazione statunitense e del TPNW.

L’evento comprenderà la presentazione di risoluzioni parlamentari e appelli della società civile. Un esempio delle quali è dato dalla mozione presentata al Parlamento scozzese dal deputato Bill Kidd: l’invito a che il Parlamento prenda atto dell’entrata in vigore del Trattato, comprendendo i numerosi divieti dichiarati e la sua capacità di rafforzare in tal senso il diritto internazionale. E ricordandone l’attuazione alla vigilia del 75° anniversario della Resolution 1 (1) dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Sarà riportata una serie di appelli della Società Civile che vengono trasmessi ai governi in concomitanza con l’entrata in vigore del TPNW e il 75° anniversario della risoluzione 1 (1) delle Nazioni Unite e che saranno presentati all’evento del 25 gennaio.

Protect People and the Planet: Appeal for a Nuclear-Weapon-Free World, appello per un mondo libero dalle armi nucleari, approvato da oltre 700 rappresentanti della società civile tra cui parlamentari, sindaci, ex leader militari, giovani, leader religiosi, accademici, ex funzionari delle Nazioni Unite e del governo e capi di organizzazioni non governative;

Abolish nuclear weapons to assure a sustainable future: dichiarazione congiunta dei membri del World Future Council e dei vincitori del diritto al sostentamento in occasione dell’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e del 75 ° anniversario della Risoluzione 1 (1) delle Nazioni Unite;

It’s time to wrap up the nuclear era! Dichiarazione del Comitato di coordinamento di Abolition 2000 in occasione dell’entrata in vigore del trattato sulla proibizione delle armi nucleari e del 75° anniversario della risoluzione 1 (1) dell’ONU.

Moderator: Alyn Ware, Global Coordinator of Parliamentarians for Nuclear Non-proliferation and Disarmament. Director of the World Future Council Peace and Disarmament Program. Right Livelihood Laureate 2009

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Qui il link per la registrazione all’evento online

Ventidue gennaio: va in vigore il Trattato

E’ una data importante. Le norme del Diritto Internazionale aggiungono un tassello decisivo nel cammino verso il disarmo atomico. Il Trattato per la Proibizione delle armi nucleari va in vigore.

Qua, due video per capire. E per ricordare.


The World Has Spoken


Fresh Hope:Warheads to Windmills

 

(courtesy Vicki Elson – http://www.nuclearban.us)

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Armi nucleari: inumane, inaccettabili, e adesso illegali

Giamaica, Nauru e Honduras: queste le ultime Nazioni che hanno portato con la loro firma al raggiungimento delle 50 ratifiche necessarie per l’entrata in vigore del Trattato per la Proibizione delle armi nucleari. IPPNW, l’Organizzazione internazionale dei medici per la Prevenzione della guerra nucleare, ha prodotto una dichiarazione. Ecco una libera traduzione di alcuni stralci dello Statement.

“Oggi alle Nazioni Unite a New York, l’Honduras, assieme alla Giamaica e Nauru il giorno precedente, diventano le nazioni più recenti a ratificare il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), portando a 50 il numero totale di Paesi che hanno ratificato il Trattato. Superando la soglia di 50 ratifiche significa che tra 90 giorni, il 22 gennaio 2021, questo trattato entrerà in vigore legale e diventerà parte del Diritto Internazionale, vincolante per gli Stati che lo hanno già ratificato e tutti quelli che successivamente ratificheranno il trattato.

International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW) ammonì per la prima volta 40 anni fa che la guerra nucleare sarebbe stata il disastro umano e ambientale definitivo e richiese l’eliminazione delle armi nucleari. Mettere fuori legge queste armi genocide, al cui scopo IPPNW ha lavorato sin dalla fondazione della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN) nel 2007, è un passo essenziale verso la prevenzione della guerra nucleare, e l’entrata in vigore del TPNW è un’enorme vittoria per la salvezza del pianeta.

Il trattato è particolarmente necessario di fronte al pericolo reale e attuale di una guerra nucleare più alto che mai. Le lancette dell’orologio dell’Apocalisse sono avanti più di quanto non siano mai state: 100 secondi a mezzanotte. Tutti e nove gli Stati dotati di armi nucleari stanno modernizzando i loro arsenali con armi nuove, più precise e “utilizzabili”; mentre i loro leader annunciano irresponsabili esplicite minacce nucleari.”

E la minaccia è tanto più grave considerando l’effetto catastrofico di un conflitto anche limitato:

“L’incenerimento radioattivo scatenato da una guerra nucleare mirato alle città in una parte del mondo, che coinvolga anche meno dell’1% dell’arsenale nucleare globale, sarebbe seguito da un’era glaciale nucleare mondiale e da una carestia nucleare, che metterebbe a rischio miliardi di persone.

Come hanno confermato l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Croce Rossa / Mezzaluna Rossa, i servizi sanitari e di emergenza non potrebbero rispondere in modo sostanziale ai bisogni delle vittime, anche di una sola arma nucleare esplosa su una città. Quando non esiste una cura, la prevenzione è imperativa.

In questa profonda crisi la visione e l’opportunità fornite dal TPNW sono tanto più cruciali e urgenti.”

Il Nuclear Ban Treaty coinvolge legalmente una tipologia di “armi di distruzione di massa” la cui proibizione non era stata ancora inserita nelle norme del Diritto Internazionale. Ma quanto è stato fatto per l’eliminazione delle mine, bombe a grappolo e armi batteriologiche e chimiche ha dato traccia al nuovo Trattato:

“Una lezione coerente è fornita dall’esperienza con armi biologiche e chimiche, mine terrestri antipersona e munizioni a grappolo. I trattati che hanno codificato il rifiuto di un’arma inaccettabile nel diritto internazionale hanno fornito una base e una motivazione cruciali per il progressivo lavoro di eliminazione di queste armi. Fornire uno standard legale per tutte le nazioni è stato essenziale per i progressi sostanziali compiuti nel controllo delle armi vietate. Tutte le armi soggette al divieto del trattato sono ora meno spesso giustificate, prodotte, scambiate, dispiegate e utilizzate. Nessuna arma indiscriminata e disumana è stata controllata o eliminata senza prima essere stata proibita.”

“Il TPNW colma un vuoto nel diritto internazionale che per troppo tempo ha visto l’arma più distruttiva mai inventata, l’unica arma che rappresenta una grave minaccia esistenziale per l’intera umanità e per la biosfera, come l’unica arma di distruzione di massa a non essere proibita secondo il diritto internazionale.

In un periodo buio, il TPNW fa luce sul percorso più promettente per liberare il mondo dal rischio di violenza nucleare indiscriminata. Il trattato non solo fornisce un divieto completo e categorico delle armi nucleari, ma fornisce anche l’unico quadro concordato a livello internazionale per tutte le nazioni, per adempiere al loro obbligo legale di eliminare le armi nucleari.

Inoltre il TPNW obbliga le nazioni che aderiscono a fornire assistenza a lungo trascurata per le vittime dell’uso e dei test di armi nucleari, e di intraprendere azioni di bonifica fattibile degli ambienti contaminati dall’uso e dai test di armi nucleari.

L’imminente entrata in vigore del TPNW fornisce un momento di verità. Gli Stati che prendono sul serio il disarmo nucleare aderiranno al trattato. Qualunque sia la loro iperbole, quelli che non si uniranno sono esposti come parte del problema piuttosto che come soluzione.

Il documento traccia anche un accenno di storia, a partire dalla fondazione di ICAN, e sottolineando l’impegno comune tra IPPNW e le altre Organizzazioni sanitarie internazionali:

“Siamo orgogliosi di aver fondato ICAN, che è diventata la principale coalizione per la campagna della società civile che lavora con i governi per concludere il trattato sul divieto delle armi nucleari. Per il suo lavoro ICAN è stata insignita del Premio Nobel per la Pace per il 2017.

Siamo inoltre orgogliosi di lavorare a stretto contatto con i nostri colleghi professionisti della salute presso la World Medical Association, l’International Council of Nurses e la World Federation of Public Health Associations, nonché il movimento internazionale della Croce Rossa / Mezzaluna Rossa, nel parlare con voce unita ed esperta riguardo la prova convincente e inconfutabile che qualsiasi uso di armi nucleari sarebbe una catastrofe assoluta, per la quale non è possibile alcuna risposta sanitaria e umanitaria, e quindi la prevenzione attraverso l’abolizione delle armi nucleari è l’unica linea d’azione responsabile.

Il coraggio e l’impegno di molti governi e diplomatici, spesso di fronte a riprovevoli pressioni da parte di Stati dotati di armi nucleari, hanno reso questo storico trattato una realtà, alle Nazioni Unite a New York il 7 luglio 2017. Siamo orgogliosi di lavorare con loro e impazienti di continuare a lavorare con loro per consegnare le bombe suicide globali, quali sono le armi nucleari, nella pattumiera della storia. Attendiamo con impazienza la prima riunione degli Stati aderenti a Vienna entro i prossimi 15 mesi per promuovere l’attuazione del trattato.

Chiediamo a tutti gli Stati di firmare e ratificare il trattato con la massima urgenza e di applicarlo fedelmente. Il tempo non è dalla nostra parte. Il trattato offre la nostra migliore speranza contro le nostre peggiori armi.”

Sono seguite le firme dei membri del Comitato Esecutivo di IPPNW:

  • Tilman Ruff – Co-Presidente IPPNW Australia
  • Daniel Bassey – Co-Presidente IPPNW Nigeria
  • Ira Helfand – Co-Presidente IPPNW Stati Uniti
  • Arun Mitra – Co-Presidente IPPNW India
Il documento originale: TPNW 50 ratifications – IPPNW statement_english

Dal Costa Rica un commento alla nuova ratifica al TPAN

L’ultima firma, dal governo delle Isole Fiji, ha fatto calare a 11 il numero di Stati ancora necessari per l’entrata in vigore del Trattato. Il Ministro degli Esteri costaricano approva e ne sottolinea la necessità.


Tre anni sono passati dall’approvazione alle Nazioni Unite del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari (TPNW, Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons) e sembra che le ratifiche stiano avanzando a velocità sostenuta. L’ultima firma, dal governo delle Isole Fiji, ha fatto calare a 11 il numero di Stati ancora necessari per l’entrata in vigore del Trattato ai sensi del Diritto Internazionale.

 

Una dichiarazione importante e significativa viene dal Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica del Costa Rica, che fu una delle prime Nazioni ad aderire e ratificare il Trattato.

“Tutti i paesi che l’hanno ratificato hanno l’obbligo legale di incoraggiare gli Stati non ancora facenti parte, a firmare, ratificare, accettare, approvare o aderire ad esso, con l’obiettivo di raggiungere l’adesione universale. Ad oggi, 81 Paesi hanno firmato e 39 hanno ratificato lo strumento.” “Il Trattato è stato concepito per prevenire le catastrofiche conseguenze umanitarie che deriverebbero da qualsiasi uso di armi nucleari e rappresenta la volontà irremovibile della maggioranza dei popoli del mondo, di evitare il ripetersi dell’uso di queste armi, compresa la loro detonazione accidentale, errori di calcolo o progettazione. “

E la dichiarazione prosegue:

“Il fermo impegno del Costa Rica per il disarmo deriva, ma trascende, da una visione etica e umanistica. È il prodotto della propria esperienza storica e della conferma dell’impatto che un Paese ha optato per la smilitarizzazione. Certamente, con l’abolizione dell’esercito, in Costa Rica lo Stato ha disposto un incremento nella destinazione delle risorse in investimenti nell’istruzione, sanità e infrastrutture: i risultati di questo cambiamento della politica pubblica hanno generato una rapida trasformazione di tutti gli indicatori di sviluppo della società costaricana. È un chiaro esempio dei vantaggi di un sistema di sicurezza basato sullo sviluppo delle persone e delle capacità dello Stato.”

Ricordo che il Trattato è stato negoziato sotto la stessa presidenza del Costa Rica, su mandato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione 71/258 del 23 dicembre 2016. Al raggiungimento di almeno 50 firme di ratifica esso diventerà giuridicamente vincolante e sancirà la proibizione nel possesso, nell’uso e la minaccia dell’impiego delle armi nucleari. Un processo già raggiunto nel passato per le altre “Armi di Distruzione di Massa” batteriologiche e chimiche.

“Oggi più che mai è evidente che l’umanità deve ribaltarsi nel modo in cui alloca le sue scarse risorse. La pandemia di COVID-19 ha messo in luce la fragilità dei modelli di sviluppo e la necessità urgente di dedicare risorse al raggiungimento dell’Agenda di sviluppo delle Nazioni Unite per il 2030, riprendendosi dall’impatto della pandemia e affrontando l’altra grande sfida esistenziale dell’umanità, che è il cambiamento climatico. Il trattato sul divieto delle armi nucleari è una pietra miliare che prevede una riconcettualizzazione delle armi nucleari nella politica internazionale, le delegittima come strumento di sicurezza nel 21 ° secolo e colma un vuoto nel diritto internazionale, identificato dal parere consultivo della Corte internazionale di giustizia del 1996. Detto questo, è urgente che tutti, dai governi, dal mondo accademico e della società civile, contribuiscano alla sua rapida entrata in vigore.”

 

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