Ambiente e disarmo nucleare. Un incontro a Roma con gli studenti liceali

“La CO2, lo scongelamento, i buchi dell’ozono, solo per parlare di alcuni aspetti del disastro climatico. Ma una esplosione militare nucleare?”

E’ ancora usuale l’idea della deterrenza come possibile “cuscinetto” a protezione dei conflitti atomici? Esiste la consapevolezza che la guerra può venire avviata anche per errore? E quali conseguenze per l’ecosistema? Un incontro con i ragazzi del liceo classico “Augusto” a Roma ha fornito la base per un approfondimento e una riflessione.

Nell’anniversario del Nobel a ICAN ecco un’iniziativa interessante che i liceali hanno voluto realizzare, partendo da un’idea del prof. Manlio Giacanelli, specialista neurologo, attivo in numerose iniziative per il disarmo e Presidente onorario di AIMPGN – affiliata italiana a IPPNW. Un corto autoprodotto che, attraverso l’attento montaggio dei vari video suggeriti, fa spaziare la conoscenza del rischio atomico ben oltre la storia degli eventi bellici del ’45 e dei tantissimi test nucleari che si sono succeduti fino ad epoche recenti. E fino a far descrivere quali sarebbero le terribili conseguenze all’intero ecosistema di un conflitto anche “limitato”, anche senza il coinvolgimento dei principali Nuclear States.

Espone così il prof. Giacanelli: “Un radioisotopo dell’Uranio 235 ha una emivita di 4.51 x 109 anni. Voi direte perché non si distruggono i magazzini di armi nucleari? Si è detto “la reciproca terribile minaccia frena una guerra nucleare”. Ma esistono gli “incidenti“ nucleari bellici, per errore.”

“Le conseguenze? Tutte diversificate e tutte dannose sia per l’ambiente sia per la salute umana. L’oscuramento dei cieli, le polveri, l’abbassamento della temperatura, i buchi dell’ozono, l’annientamento dell’agricoltura, le carestie. E le conseguenze dirette in termini di malattie sistemiche: leucemie, neoplasie, neomutazioni genetiche. Non è un caso se si registrano i maggiori tentativi di insabbiamento proprio sull’esito dell’esplosione proprio in termini di affezioni indotte nel tempo.”

 


Qua il video realizzato


Ma… Un segno di speranza?

Ricordiamo quanto è cambiato da cinque anni a questa parte! dall’idea che il possesso delle armi atomiche – uniche tra le armi di distruzione di massa a non essere state ancora proibite legalmente – siano un elemento fondamentale per evitare il conflitto e che la loro possibile riduzione potesse venire concordata per motivazioni strategiche o di convenienza politica. Il concetto di “impatto umanitario delle armi nucleari”, nel passato forse visto un po’ naïf o pensato circoscritto all’attivismo di base, solo a partire dal 2013 ha iniziato a far scalare la sua importanza tra le file istituzionali di governi e organizzazioni internazionali. E le progressive Conferenze – a Oslo, Nayarit, Vienna – furono il terreno fondamentale che portò nel 2017 all’attuazione in sede ONU del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, tuttora già ratificato da 56 Stati e vincolante ai fini del Diritto Internazionale.

Resta però un ultimo scoglio: nessuno dei Nuclear States (e nemmeno l’Italia) ha voluto apporre la firma al Trattato. Rimane sempre necessaria una spinta continua da Associazioni e cittadini per convincere e coinvolgere governi e parlamentari nella necessità urgente di un disarmo nucleare concreto e completo.

 

Leader del Congresso degli Stati Uniti spingono per una revisione progressiva della postura nucleare

Dal team di PNND – Parliamentarians for Nuclear Non-Proliferation and Disarmament – giunge la notizia di questo importante appello indirizzato al Presidente Biden, per una revisione della Nuclear Posture Review

Leader del Congresso degli Stati Uniti spingono per una revisione progressiva della postura nucleare

L’amministrazione USA ha avviato una revisione della postura nucleare – Nuclear Posture Review, NPR – un processo solitamente intrapreso ad ogni nuovo insediamento alla Presidenza degli Stati Uniti. La revisione esamina e decide lo scopo, la strategia, la dottrina, la portata e le forze richieste per la politica di deterrenza nucleare degli Stati Uniti.

Il senatore Ed Markey, co-presidente del PNND, insieme ad altri 20 membri del Nuclear Weapons and Arms Control Working Group (NWAC), ha inviato ieri al presidente Biden una lettera congiunta congressuale invitandolo a “guidare il processo NPR per ridurre il ruolo delle armi nucleari USA nella nostra strategia di sicurezza nazionale, rinunciare allo sviluppo di nuove armi nucleari e sviluppare una politica dichiarativa più sana sull’uso delle armi nucleari.’

La lettera invita specificamente la Nuclear Posture Review a:

  • Ridurre il ruolo delle armi nucleari nella politica di difesa e sicurezza degli Stati Uniti, compreso l’impegno a non introdurre mai armi nucleari in un conflitto non nucleare, né a utilizzarle per primi in un conflitto nucleare (no-first-use policy);
  • Includere modelli sugli effetti climatici, ambientali e umanitari nella lista dei possibili bersagli USA e studiare opzioni praticabili per l’uso di armi non nucleari su quegli stessi bersagli;
  • Esaminare il numero e il tipo di nuove armi necessarie per deterrenza ad un attacco nucleare, raccomandando che gli Stati Uniti potrebbero ridurre in sicurezza le proprie armi nucleari strategiche dispiegate, fino a un terzo sotto i livelli degli accordi New START, indipendentemente da ciò che fa la Russia;
  • Riconsiderare i piani per rinnovare il deterrente strategico a terra (GBSD), che si stima costi ai contribuenti 264 miliardi di dollari nel proprio ciclo di vita;
  • Eliminare i nuovi tipi di armi nucleari del presidente Trump, la nuova testata W76-2 a basso rendimento sui sottomarini missilistici balistici statunitensi e il nuovo missile da crociera lanciato dal mare (SLCM) dotato di armi nucleari;
  • Impegnarsi a perseguire una robusta azione diplomatica con Russia e Cina sul controllo degli armamenti.

La lettera congiunta fa seguito a un appello molto simile che il senatore Markey e il rappresentante Ro Khanna hanno rivolto al presidente Biden il 3 marzo 2021, in cui i due membri del congresso hanno osservato che:

“Essendo l’unico Paese ad avere usato armi nucleari in un conflitto, gli Stati Uniti devono svolgere un ruolo di primo piano nell’assicurare che l’arma più distruttiva mai creata non venga mai più utilizzata. Nell’apportare le modifiche necessarie alla posizione nucleare e alla struttura delle forze statunitensi, la vostra Amministrazione può riflettere al meglio la dura e fredda realtà che non esiste una guerra nucleare vincibile”.

Good News? La speranza continua

Biden e Putin siglano un comunicato congiunto “on Strategic Stability”

Da ICAN un monito ai due leader

“Stabilità strategica nucleare” Sembra sottolineare un “congelamento”, un non-progresso nella strada del disarmo, quanto appare nell’intestazione del Joint Statement che i Presidenti Joseph R. Biden e Vladimir Putin hanno stilato lo scorso 16 giugno a Ginevra. Eppure è difficile, anche all’ombra dei disaccordi e della diffidenza reciproca dimostrati negli ultimi mesi dai due leader, non trovare in questo un piccolo spiraglio di speranza. Continua a leggere “Good News? La speranza continua”

Di Pace, Sanità e Premi Nobel. Un percorso che continua

A margine dell’approvazione – notizia giunta dal Comitato norvegese alla Fondazione Gorbachev Italia – della recente candidatura al Premio Nobel per la Pace della classe sanitaria italiana, in prima linea nella lotta al Covid-19, crediamo sia importante rammentare nuovamente il ruolo fondamentale svolto dai membri della classe medica aderenti a IPPNW nel lungo percorso, a partire dalla fondazione della campagna ICAN, che ha portato alla realizzazione del Nuclear Ban e al conseguente conferimento nel 2017 del Premio Nobel alla stessa ICAN.

Riportiamo allora alcuni stralci da un articolo pubblicato lo scorso 8 dicembre 2017 dal Giornale Diplomatico riferito proprio all’allora imminente consegna del Nobel a ICAN, alla cui cerimonia hanno presenziato, tra gli altri, anche il dott. Tilman Ruff – uno dei quattro co-presidenti mondiali di IPPNW – e il dott. Di Paolantonio presidente della Sezione Italiana.

“L’attività internazionale che ha portato alla Conferenza ed al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari ed al Nobel per la Pace ad ICAN è partita anche da una proposta fatta a Roma il 24 e 25 aprile 2010 al rappresentante del Comitato Internazionale della Croce Rossa/Mezzaluna Rossa dal rappresentante dell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, nel corso di un working meeting del Segretariato dei Summit dei Premi Nobel per la Pace, svoltosi all’Hotel San Pietro di Roma.”

E sottolinea poi:

“L’iniziativa si è sviluppata dibattendo autorevolmente e diffondendo tra gli addetti i concetti scientifici fondanti l’impatto umanitario delle armi nucleari, cioè l’Inverno Nucleare e la Fame Nucleare, che a causa delle conseguenze climatiche dell’immissione di miliardi di tonnellate di polveri e fumi delle esplosioni nella troposfera che avvilupperebbero il pianeta facendo schermo alle radiazioni solari ne abbasserebbero le temperature medie stagionali gravemente impedendo la stessa fotosintesi clorofilliana e quindi i raccolti. In una guerra nucleare, anche limitata e non su vasta scala, tutto ciò potrebbe causare la morte, nel breve-medio periodo, di circa due miliardi di persone anche nell’emisfero non direttamente colpito dalle esplosioni.”

Più volte ci siamo soffermati quanto il rischio sempre crescente di un conflitto nucleare abbia ad essere combattuto con l’unica arma possibile, la prevenzione: poiché nessuna cura sarebbe possibile per alleviare le sofferenze dei sopravvissuti. E’ anche per questo che IPPNW, l’Associazione Internazionale dei medici per la prevenzione della guerra nucleare, non ha cessato di impegnarsi per l’abolizione dell’arma atomica. E che ricevette anch’essa nel 1985 il Nobel per la Pace.

Ricordando il Dr. Lown

A meno di un mese dalla sua scomparsa è sempre vivo il ricordo del Dr. Bernard Lown

“Di fronte a una terribile emergenza di arresto cardiaco improvviso, i medici non chiedono se il paziente fosse una brava persona o un criminale. Non ritardiamo il trattamento per apprendere la politica o il carattere della vittima. Non rispondiamo come ideologi, né come russi né come americani, ma come medici. L’unica cosa che conta è salvare una vita umana. Lavoriamo con i colleghi, qualunque sia la loro convinzione politica, siano capitalisti o comunisti. Questa stessa cultura permea IPPNW. Il mondo è minacciato da una morte nucleare improvvisa. Lavoriamo con i medici indipendentemente dalle loro convinzioni politiche per salvare la nostra casa in pericolo.”


Ecco. A meno di un mese dalla sua scomparsa è sempre vivo il ricordo del Dr. Bernard Lown, storico cofondatore di IPPNW (vedi articolo precedente) oltre che importante scienziato nella branca medica della cardiologia. E quanto citato più sopra descrive efficacemente lo spirito che portò un piccolo gruppo di medici americani e sovietici a fondare nel 1980 l’Associazione dei medici per la prevenzione della guerra nucleare.

Dalla “famiglia globale” di IPPNW arriva adesso questo importante documento, che ha voluto raccogliere ricordi e testimonianze da chi ha condiviso la sua opera nel corso della sua vita. Un tributo che contribuisce ulteriormente alla conoscenza del dott. Lown e conservarne la memoria.

 

Bernard Lown, un gigante

Abbiamo perso un gigante. Il miglior tributo che possiamo offrire è portare avanti il nostro lavoro e liberare finalmente il mondo dalle armi nucleari. IPPNW ha contribuito a salvare il mondo negli anni ’80. Facciamolo ancora.


Bernard Lown
Dr. Bernard Lown, IPPNW founding co-president (1981). Fonte: ippnw.org

Decine di messaggi stanno pervenendo nelle mailing list di IPPNW e ICAN. Messaggi che portano ricordi e parole di condoglianza nient’affatto formali. IPPNW, International Physicians for the Prevention of Nuclear War ha salutato per l’ultimo viaggio il suo cofondatore Bernard Lown.

Il mondo scientifico lo ricorda come l’inventore del primo defibrillatore cardiaco efficace. Noi umani per la pace, all’annuncio della sua scomparsa riandiamo indietro nel pensiero a quegli anni dove le vicende della Guerra Fredda portavano rischi sempre maggiori di un confronto atomico tra le superpotenze.

IPPNW nasce nel 1980. Si era nel pieno della corsa alle armi nucleari e fu questo lo scenario che spinse sette medici americani e sovietici, tra cui il dottor Lown e il dottor Yevgeny I. Chazov – cardiologo e medico personale del leader sovietico Breznev, a fondare l’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, International Physicians for the Prevention of Nuclear War. Nel 1985, anno in cui ricevette il Premio Nobel per la Pace, il gruppo aveva già raccolto 135.000 membri in 41 Paesi.

Dal New York Times del 16 febbraio un articolo, a firma Robert D. McFadden, oltre che descriverne l’enorme aiuto che il suo defibrillatore ha dato nella salvezza di molte vite umane, si sofferma anche sul suo ruolo fondamentale nella nascita dell’Organizzazione. Organizzazione – leggiamo dalla pagina del NYT – a cui tuttavia arrivarono risvolti controversi dopo l’assegnazione del Nobel: impressioni di “ingenuità” nei confronti dei suoi fondatori ma anche critiche da parte occidentale, alimentate oltretutto dalla presenza tra essi del dott. Chazov – medico personale di Breznev – che un decennio prima si era espresso contro Andrei Sakharov unico destinatario sovietico del Nobel per la Pace, attivista per i diritti umani ma che come fisico contribuì in modo determinante allo sviluppo della Bomba H sovietica.

In un libro di memorie del 2008, “Prescription for Survival: A Doctor’s Journey to End Nuclear Madness”, il dottor Lown raccontò la storia del suo gruppo antinucleare osservando che la fine della Guerra Fredda non aveva risolto la minaccia di annientamento. “Eliminare la minaccia nucleare”, ha scritto, “è una sfida storica che fa riflettere se noi umani abbiamo un futuro sul pianeta Terra”.

Concludiamo riportando, tra i numerosi messaggi di partecipazione, le parole espresse da Ira Helfand, co-presidente di IPPNW:

“Non è affatto chiaro se saremmo qui oggi, se non fosse stato per il lavoro di IPPNW negli anni ’80. Mentre molte persone hanno contribuito a questo sforzo, il Dr. Lown e il Dr. Chazov sono stati la figura chiave. Mi unisco a tutti voi nel piangere la morte del dottor Lown e nel salutare il suo straordinario coraggio, determinazione e visione.

Abbiamo perso un gigante. Il miglior tributo che possiamo offrire è portare avanti il nostro lavoro e liberare finalmente il mondo dalle armi nucleari. IPPNW ha contribuito a salvare il mondo negli anni ’80. Facciamolo ancora.”