“Beyond War” San Francisco-Moscow 1984

Nell’incedere terribile del confronto bellico da poco iniziato in Europa, è importante riportare quanto la dottoressa Isa Evangelisti ha voluto rimettere alla luce, quasi in contrapposizione tra il periodo buio che stiamo vivendo e ciò che accadde nel lontano 1984. La consegna del premio “Beyond War” ai rappresentanti statunitense e sovietico della neonata IPPNW.

Il video che riporta l’intera cerimonia è lungo, e in lingua inglese. Però aiuta l’efficace traduzione della dottoressa Evangelisti che riportiamo qua e che sottolinea le fasi salienti degli interventi rispettivamente del dr. Bernard Lown e del dr. Eugene Chazov, collegati in videoconferenza intercontinentale tra San Francisco e Mosca.

E’, insieme, la storia dell’Organizzazione dei medici per la prevenzione della guerra nucleare, e la voce di un insegnamento e un appello. Il superamento del concetto di guerra che con l’atomica assume un altro nome, quello di suicidio collettivo. E’ l’illusione che in una guerra nucleare sia possibile sopravvivervi e addirittura vincere.

Il nemico vero da sconfiggere diventa la stessa arma atomica.


Un battito d’ala del 1984 a San Francisco e Mosca può alimentare la speranza dell’azione cosciente contro il rischio di guerra nucleare? 

Il collegamento satellitare tra Usa e Urss, la consegna del premio ‘Beyond War’, le parole di due medici, americano e sovietico, vademecum di idee e direzione di azioni in una lotta sempre aperta e obbligata.


Conviene in questa fase preoccupante per le relazioni internazionali, riportare alcuni stralci di uno storico incontro tenutosi il 13 dicembre 1984, un collegamento in diretta in occasione della consegna a due, tra i medici fondatori nel 1981 dell’IPPNW, del premio ‘Oltre la guerra’. 

Davanti a due platee, in collegamento tra di loro, trasmesso alla popolazione dei due paesi, persone degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica si uniscono per onorare un’organizzazione di medici internazionali per la prevenzione della guerra nucleare e la conservazione della pace. 

A San Francisco è premiato il Dottor Bernard Lown, professore di cardiologia presso la Harvard School of Public Health e a Mosca il Dottor Eugene Chazov direttore dell’Istituto cardiologico sovietico, scelti come rappresentanti dei medici internazionali per la prevenzione della guerra nucleare. 

Molto interessante anche da Mosca la presentazione della cassetta video del 1945 sulle conseguenze della bomba atomica su Hiroshima, le armi e gli arsenali nucleari di oggi (1984) sono l’equivalente di 1 milione di Hiroshima.

Dr. Bernard Lown

Bernard Lown:

– Io e Chazov accettiamo questo straordinario premio, ‘Beyond War’ e IPPNW condividono un obiettivo comune: educare la gente a promuovere un nuovo modo di pensare.

Una settimana fa ero a Mosca e ho parlato con i miei amici leader del movimento. 

Oggi con questo collegamento assistiamo al progresso della tecnica. Ma esiste anche un uso depravato della tecnica. Una volta che una nazione basa la sua sicurezza sull’arma assoluta come la bomba atomica diventa psicologicamente necessario credere in un nemico assoluto, un nemico immaginario espulso dalla famiglia umana e ridotto ad un oggetto inanimato, il cui annientamento perde ogni dimensione morale. Il processo più importante del movimento dei medici è stato il dialogo libero tra i colleghi. Abbiamo rifiutato di essere invischiati nel dibattito sulle differenze politiche, la minaccia nucleare è stata la nostra totale ed esclusiva preoccupazione. Il nemico non è l’uno né l’altro, né il comunismo né il capitalismo, il nemico sono queste armi nucleari genocide. All’inizio eravamo un piccolo gruppo di medici sovietici ed americani, la prima conferenza internazionale è stata in Virginia, 1981, e subito sono arrivati più di 100.000 medici provenienti da tutto il mondo, che hanno dimostrato di aver superato le loro differenze politiche e culturali. Nel 1982 a Mosca abbiamo tenuto un incontro trasmesso a milioni di telespettatori sovietici e successivamente al pubblico americano. 

Dobbiamo uscire dalle risposte condizionate, la guerra nucleare non è una guerra, non sono armi ma strumenti di distruzione di massa, un suicidio collettivo, un nemico mortale che sconfiggeremo insieme o moriremo insieme. 

In 20 anni ho sviluppato la convinzione che la minaccia nucleare riguarda la dimensione morale dell’uomo. Occorre suscitare l’indignazione morale tra le vittime designate, cioè tutti noi. L’energia per affrontare con successo questa sfida sarà un’eccitazione senza precedenti di repulsione morale. Solo così si smantelleranno le armi nucleari.

Noi siamo passeggeri in transito sul pianeta Terra, non siamo liberi di cancellare l’umanità, la vita dei presenti e di tutti quelli che verranno. Solo la vita può rivendicare una continuità ininterrotta e questa continuità è sacra. –

Dr. Evgueni Chazov

Eugene Chazov:

– Mi sia consentito, a nome dei medici internazionali per la prevenzione della guerra nucleare, esprimere la grande gratitudine al nostro comitato che ci ha concesso l’onore di rappresentarli. Sono un cardiologo e ogni giorno ascolto il cuore dei nostri connazionali.  Una sana pace russa è una bellezza ed è nel cuore di ogni russo. E anche nel cuore di ogni americano si legge la stessa aspirazione. Abbiamo gli stessi desideri di amore, felicità e benessere, ma questo è possibile se nella nostra terra abbiamo la pace. 

Ed è per questo che noi medici per il giuramento di Ippocrate a favore della vita, salute dei pazienti e dei nostri popoli, non possiamo dimenticare la minaccia che esiste oggi per le loro vite a causa della corsa agli armamenti nucleari, causa dell’esistenza e prevalenza dell’illusione nucleare. Tutti noi uniamo tutte le nostre forze internazionali per un movimento di consapevolezza che nessuno meglio di noi medici sa. Sappiamo bene cosa è una guerra nucleare per l’umanità.  E dobbiamo distruggere i criteri di pensiero dell’illusione nucleare. In caso di un attacco nucleare l’atmosfera e il clima cambieranno e sarà in questione la vita stessa. Dobbiamo essere coraggiosi. O vivremo insieme, sul nostro bel pianeta, o moriremo insieme arrampicandoci tra le fiamme. 

Dobbiamo essere onesti con noi stessi e assicurarci che le nostre parole non si discostino dalle nostre azioni. Illusione nucleare è che potrebbe esserci una guerra nucleare limitata, che potrebbe essere possibile sopravvivere e che addirittura potremmo vincerla. Dobbiamo pensare anche al futuro dei nostri bambini. Ancora ringrazio per questo premio, questo riconoscimento e questo alto onore. – 


Nota: i momenti salienti della cerimonia iniziano dal 24° minuto circa

Ambiente e disarmo nucleare. Un incontro a Roma con gli studenti liceali

“La CO2, lo scongelamento, i buchi dell’ozono, solo per parlare di alcuni aspetti del disastro climatico. Ma una esplosione militare nucleare?”

E’ ancora usuale l’idea della deterrenza come possibile “cuscinetto” a protezione dei conflitti atomici? Esiste la consapevolezza che la guerra può venire avviata anche per errore? E quali conseguenze per l’ecosistema? Un incontro con i ragazzi del liceo classico “Augusto” a Roma ha fornito la base per un approfondimento e una riflessione.

Nell’anniversario del Nobel a ICAN ecco un’iniziativa interessante che i liceali hanno voluto realizzare, partendo da un’idea del prof. Manlio Giacanelli, specialista neurologo, attivo in numerose iniziative per il disarmo e Presidente onorario di AIMPGN – affiliata italiana a IPPNW. Un corto autoprodotto che, attraverso l’attento montaggio dei vari video suggeriti, fa spaziare la conoscenza del rischio atomico ben oltre la storia degli eventi bellici del ’45 e dei tantissimi test nucleari che si sono succeduti fino ad epoche recenti. E fino a far descrivere quali sarebbero le terribili conseguenze all’intero ecosistema di un conflitto anche “limitato”, anche senza il coinvolgimento dei principali Nuclear States.

Espone così il prof. Giacanelli: “Un radioisotopo dell’Uranio 235 ha una emivita di 4.51 x 109 anni. Voi direte perché non si distruggono i magazzini di armi nucleari? Si è detto “la reciproca terribile minaccia frena una guerra nucleare”. Ma esistono gli “incidenti“ nucleari bellici, per errore.”

“Le conseguenze? Tutte diversificate e tutte dannose sia per l’ambiente sia per la salute umana. L’oscuramento dei cieli, le polveri, l’abbassamento della temperatura, i buchi dell’ozono, l’annientamento dell’agricoltura, le carestie. E le conseguenze dirette in termini di malattie sistemiche: leucemie, neoplasie, neomutazioni genetiche. Non è un caso se si registrano i maggiori tentativi di insabbiamento proprio sull’esito dell’esplosione proprio in termini di affezioni indotte nel tempo.”

 


Qua il video realizzato


Ma… Un segno di speranza?

Ricordiamo quanto è cambiato da cinque anni a questa parte! dall’idea che il possesso delle armi atomiche – uniche tra le armi di distruzione di massa a non essere state ancora proibite legalmente – siano un elemento fondamentale per evitare il conflitto e che la loro possibile riduzione potesse venire concordata per motivazioni strategiche o di convenienza politica. Il concetto di “impatto umanitario delle armi nucleari”, nel passato forse visto un po’ naïf o pensato circoscritto all’attivismo di base, solo a partire dal 2013 ha iniziato a far scalare la sua importanza tra le file istituzionali di governi e organizzazioni internazionali. E le progressive Conferenze – a Oslo, Nayarit, Vienna – furono il terreno fondamentale che portò nel 2017 all’attuazione in sede ONU del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, tuttora già ratificato da 56 Stati e vincolante ai fini del Diritto Internazionale.

Resta però un ultimo scoglio: nessuno dei Nuclear States (e nemmeno l’Italia) ha voluto apporre la firma al Trattato. Rimane sempre necessaria una spinta continua da Associazioni e cittadini per convincere e coinvolgere governi e parlamentari nella necessità urgente di un disarmo nucleare concreto e completo.

 

Ventidue gennaio: va in vigore il Trattato

E’ una data importante. Le norme del Diritto Internazionale aggiungono un tassello decisivo nel cammino verso il disarmo atomico. Il Trattato per la Proibizione delle armi nucleari va in vigore.

Qua, due video per capire. E per ricordare.


The World Has Spoken


Fresh Hope:Warheads to Windmills

 

(courtesy Vicki Elson – http://www.nuclearban.us)

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Manca sempre meno a mezzanotte

Non è un titolo ottimista questo; ché l’ultimo responso redatto oggi dal Bulletin of the Atomic Scientists è molto chiaro. Un traguardo mai raggiunto. Nella grafica rappresentativa dell’Orologio dell’Apocalisse, cento secondi alla mezzanotte dell’umanità!

Erano due minuti l’anno scorso. Il risultato del calcolo che il gruppo di scienziati effettua a partire dal 1947, negli ultimi anni ha incluso, oltre alla minaccia atomica, anche le possibili conseguenze della crisi climatica. Seppure in misura diversa, entrambe incombono sul destino del pianeta.

Il meccanismo delle lancette era partito, due anni dopo Hiroshima e Nagasaki, con un valore arbitrario di 7 minuti. Due anni dopo, nel 1949, lo scoppio della prima atomica sovietica spinse gli scienziati del Bulletin a spostarle a tre minuti. E via via muovendosi, anno dopo anno, seguendo metaforicamente speranze e disillusioni di noi cittadini del pianeta Terra: la fine della Guerra Fredda; la nuova corsa al riarmo; la distruzione progressiva dei territori per via del clima che va impazzendo.

E’ significativo l’insieme dei grafici nella dashboard presente nel sito. Che illustrano come si sono evolute anno per anno le sorgenti di minaccia, nucleare e adesso anche climatica. Certo raffrontando il numero di atomiche esistenti negli anni ’80-90 con la successiva progressiva loro riduzione, un dubbio sull’affidabilità dell’orologio a qualcuno verrebbe. Ma altre gravi considerazioni, politicamente attuali, spingono a mantenere alto il pessimismo. Dismissione di accordi decennali tra le superpotenze, ordigni in ammodernamento, e non più solo deterrenza ma anche possibilità concrete, nella mente di leader e di generali, sul loro possibile utilizzo.


Dal “Bulletin of the Atomic Scientists”: le tappe della minaccia e gli aggiornamenti delle lancette…

Anche lo scorso anno eravamo fermi a 2 minuti… ma la storia continua.

L’inizio della fine delle armi nucleari

Una nuova creazione multimediale, un film-documentario prodotto da “Pressenza”, una spinta ulteriore per chiedere ad alta voce un mondo senza atomiche.


Era un’idea nata un anno fa al fine di documentare la storia del TPNW, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. E alla fine concretizzata in un film-documentario, la cui versione in lingua originale è stata presentata a Santiago del Cile nel maggio scorso, mentre la versione inglese ha avuto la sua “prima” lo scorso giugno a New York.

Dalla pagina Youtube che l’agenzia di stampa Pressenza ha dedicato al trailer:

“Questo documentario evidenzia gli sforzi fatti per trasformare il trattato per vietare le armi nucleari in legge internazionale e il ruolo della Campagna Internazionale per Abolire le Armi Nucleari, ICAN, è raccontato tramite le voci di attivisti di spicco di diverse organizzazioni e paesi oltre al Presidente della conferenza ONU di negoziazione.

Questo documentario di 56 minuti trasporta lo spettatore attraverso una breve storia della bomba e dell’attivismo anti-nucleare che ha lottato per eliminarla fin dalla sua invenzione. Si sviluppa tra le iniziative umanitarie che hanno sfidato con successo la narrazione dominante della sicurezza e i passi storici che sono stati percorsi fin dal 2010 per trasformare il trattato da sogno a realtà. Infine, il film mostra quello che può essere fatto da ognuno per aiutare a rendere operativo il trattato e per stigmatizzare le armi nucleari finchè non siano finalmente eliminate.”

L’entità della contrapposizione tra il “no” dei Nuclear States (e dei propri alleati) con la scelta in positivo di altre 122 Nazioni nella votazione del Nuclear Ban sarebbe ridimensionata se si considerasse il volere dei popoli anziché dei propri governi. Basti pensare come via via tante amministrazioni cittadine, anche all’interno degli Stati contrari al TPNW, siano giunte ad approvare, anche con voto “trasversale”, mozioni e delibere per sollecitare le proprie istituzioni nazionali a una presa di posizione a favore della ratifica del Trattato.

La proiezione del film da parte di gruppi e associazioni viene richiesta a Silvio Bruschi silvio1959@gmail.com e la sua distribuzione è totalmente gratuita. La prossima proiezione, a cura del Comitato varesino promotore della 2^ Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, avrà luogo venerdì 29 novembre 2019 alle ore 21, presso la Sala Montanari di Varese, Largo Bersaglieri, 1. Sarà presente Giovanna Pagani (presidente onorario di WILPFWomen’s International League for Peace and Freedom – Italia, partner di ICAN).


Ecco il trailer del filmato:


Trama

Il 7 luglio 2017, 122 paesi, in ambito ONU, hanno votato a favore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.
I Paesi che non hanno armi nucleari ma che vivono sotto la loro minaccia hanno votato a favore del divieto.
Al contrario, tenendo all’oscuro i propri cittadini, i Governi delle potenze nucleari non hanno votato.
Nonostante questo la procedura per rendere operativo il divieto è andata avanti.
Sta succedendo qualcosa di nuovo.

Questo documentario evidenza gli sforzi fatti per trasformare il Trattato per vietare le armi nucleari in legge internazionale e il ruolo in questo della Campagna Internazionale per Abolire le Armi Nucleari – ICAN, Premio Nobel per la Pace 2017.

Nel film si alternano gli interventi degli attivisti di spicco di diverse organizzazioni e paesi oltre a quello del Presidente della specifica Conferenza di negoziazione ONU.

 

 

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