Nuclear Winter, the worse will happen

Distruzione globale di città e nazioni? Fall-out radioattivo? Quando venire vaporizzati all’istante diventa una fortuna…

Ragionando sugli effetti di un conflitto nucleare arrivano subito alla mente le conseguenze immediate o nel breve periodo: ustioni incurabili, contaminazione radioattiva, sofferenze atroci dei sopravvissuti e fino alla morte.

Ma quello che accade dopo è conseguenza non delle radiazioni ma dell’enorme calore sprigionato dalle esplosioni. Immaginiamo milioni e milioni di volte quanto una grande eruzione vulcanica può generare.

“Una bomba nucleare è l’esplosione più devastante mai creata.
Una bomba può porre fine immediatamente a decine di migliaia di vite, centinaia di migliaia attraverso le conseguenze radioattive. Tuttavia, la parte peggiore verrà dopo: un inverno nucleare che potrebbe ucciderne miliardi, portando potenzialmente al completo collasso della nostra civiltà.

In un inverno nucleare non ci sono vincitori, ma solo perdenti che muoiono di fame.”

 


Scrive il dott. Di Paolantonio:

Il video di cui sopra è l’incubo di Oppheneimer, reso ancora più preciso e spaventoso dalla scoperta di Vladimir Alexandrov (e Paul Crutzen) dell’Inverno Nucleare (1984), che costò la vita al primo nel febbraio 1985 (scomparve a Barcellona!) dopo il duro scontro con Edward Teller ad Erice nell’agosto 1984. Per fortuna il Pentagono verificò l’esattezza dei parametri e dei calcoli di Vladimir, e quindi partirono subito i colloqui tra Reagan e Gorbaciov interpretati dal grande Pavel Palathenko che li aiutò a giungere al Trattato INF che smantellò (allora!) gli euromissili scongiurando la guerra nucleare circa quarant’anni fa.

Il video me lo ha mandato Alan Robock, scienziato della Commissione ONU per lo studio degli sconvolgimenti climatici, che vinse il Premio Nobel per la Pace in ex equo con Al Gore proprio per gli studi sul disastro climatico ed ambientale.