Nell’imminenza della visita di Obama a Hiroshima e al suo mausoleo, la testimonianza di una sopravvissuta sottolinea come le parole del Presidente non hanno mai dato seguito ai fatti.
Una finestra di verità e di critica si apre su milioni di cittadini degli Stati Uniti. Il prestigioso giornale New York Daily News ha ospitato ieri 19 maggio, nel suo “opinion editorial”, la testimonianza viva di Setsuko Thurlow, sopravvissuta all’olocausto di Hiroshima. Un racconto orribile nei dettagli ma preciso nel ricordo e puntuale nella critica al Presidente Obama nell’imminenza della visita a Hiroshima e al suo mausoleo, nel corso del suo viaggio della prossima settimana in Estremo Oriente.
“Per me, e per molti sopravvissuti, questa storica occasione presenta un conflitto di emozioni. Naturalmente apprezziamo il coraggio necessario per venire a Hiroshima, soprattutto in considerazione del clima politico negli Stati Uniti. Ma siamo ancora frustrati dalla propensione eloquente di Obama nel dire una cosa e farne un’altra.
Nel suo famoso discorso a Praga, nel 2009, disse: ”Come unica potenza nucleare ad aver usato un’arma nucleare, gli Stati Uniti hanno la responsabilità morale di agire. Non possiamo avere successo da soli in questo sforzo, ma possiamo guidarlo, possiamo avviarlo”. Perché allora il governo degli Stati Uniti, sotto l’amministrazione Obama, s’è impegnato a una spesa di 1 miliardo di dollari nei prossimi 30 anni per modernizzare il proprio arsenale nucleare? Dov’è la responsabilità morale e la leadership in tutto questo?
Se il presidente fosse coerente sulle questioni del disarmo, avrebbe dovuto inviare una delegazione alle Nazioni Unite a Ginevra, dove questo mese i rappresentanti di quasi 100 Paesi hanno discusso le prospettive di un trattato di divieto nucleare.”
All’inizio del mese Setsuko è intervenuta alla prima giornata dell’OEWG, l’Open-ended Working Group taking forward multilateral nuclear disarmament negotiations, che in questa seconda sessioneha visto ospiti a Ginevra i governi di quasi 100 Nazioni ma con l’assenza in blocco dei nove Nuclear States.
Se basta un solo sottomarino per causare la fine
Alcune considerazioni di Tilman Ruff, co-presidente di IPPNW, nel corso del suo intervento all’OEWG di Ginevra descrivono dettagli che convalidano la concretezza del rischio. Il riferimento alle conseguenze climatiche globali segue quanto il dottor Ira Helfand ha descritto in precedenza alla Conferenza.
“Gli effetti distruttivi delle armi nucleari non sono legati in modo lineare alla loro resa esplosiva. Le cosiddette armi a basso rendimento (low-yield weapons), con una resa da 10 a qualche centinaio di Kiloton, mirati verso le città, hanno un’efficienza per Kiloton 100 volte maggiore, nel provocare vittime e nella produzione di ceneri, rispetto alle armi ad alto rendimento. Fino a 144 testate nucleari possono essere trasportate da un sottomarino USA della classe Ohio, ciascuna 6-30 volte più potente della bomba di Hiroshima. Anche se “low-yield”, se mirate su città cinesi, le testate di un sottomarino produrrebbero 23 milioni di tonnellate di ceneri. Gli Stati Uniti possiedono 14 di tali sottomarini, la Russia un numero simile. Ciascuno di essi ospita una catastrofe climatica globale in attesa di innescarsi.”
Vedi https://peaceandhealthblog.com/2016/05/18/more-we-know/
Nove Stati delle Nuclear Free Zones (Argentina, Brasile, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Indonesia, Malesia, Messico e Zambia) nel corso della giornata del 4 maggio all’OEWG hanno presentato una proposta: una Conferenza per l’apertura di negoziati nel 2017 allo scopo di giungere alla creazione di uno strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari.
Un discorso impegnativo e dettagliato, nella giornata odierna dei lavori della seconda sessione OEWG a Ginevra. A seguire la testimonianza diretta di Setsuko Thurlow, sopravvissuta alla distruzione di Hiroshima, ecco la replica del Dr. Ira Helfand. Parole spesso già espresse nelle tante conferenze degli ultimi anni che hanno rivoltato efficacemente concetti fino ad ora usuali di sicurezza, deterrenza, Nuclear Umbrella e che nell’intervento di oggi si sono amplificate e dettagliate in una lunga sequenza di esempi e di cifre.
La seconda sessione dell’OEWG, l’Open-ended Working Group taking forward multilateral nuclear disarmament negotiations (la prima sessione si è svolta verso la fine del febbraio scorso) è da ieri 2 maggio sul tavolo degli incontri. 75 Nazioni presenti a Ginevra nel primo giorno, con l’ipotesi che il loro numero possa aumentare fino a un centinaio nel corso delle due settimane dei lavori. Come prevedibile, l’incontro è iniziato con lo sforzo da parte degli “Umbrella States”, le Nazioni tenute sotto la protezione delle potenze nucleari, per indebolire il
Good news dalla Città di Cambridge nel Massachusetts. Lo scorso 2 aprile l’annuncio dato al MIT, alla Conferenza “Reducing the dangers of a Nuclear War” organizzata dal “Future of Life Institute” (FLI): una delibera comunale decide l’esclusione dei propri fondi pensionistici dal circuito delle banche che appoggiano l’industria nucleare.
Il Sindaco Denise Simmons ha infatti annunciato che il Consiglio comunale di Cambridge ha deciso all’unanimità di togliere il proprio fondo pensione cittadino dalla filiera finanziaria che alimenta la produzione di armi nucleari, questo rimuove efficacemente un miliardo di dollari da possibili investimenti nelle società più pesantemente coinvolte nella loro produzione e ammodernamento.“E’ una mia speranza che questo possa ispirare altre città, Compagnie e singoli a verificare la destinazione dei propri investimenti e agire in modo analogo”.
