Da padre Quirino Salomone. L’ultimo editoriale.

Già di recente è stata data nel nostro sito la notizia della sua scomparsa nonché la sua opera orientata, oltre all’assistenza verso gli ultimi, anche ad iniziative per la pace ed il disarmo.

“Padre Quirino Salomone ha fatto affidare anche al Presidente dell’Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione della Guerra Nucleare questo suo ultimo scritto, per cui riteniamo doveroso il nostro contributo alla sua conoscenza, pubblicandolo sul nostro sito, ed invitando tutti a darne ulteriore pubblicazione”.

Si riportano quindi, come allegati in fondo all’articolo, le pagine del suo ultimo editoriale pubblicato nell’ultimo numero dell’ omonima rivista “La Perdonanza”.

Breve biografia

Padre Quirino Salomone, nato a Taranta Peligna nel 1938, è stato un frate francescano e sacerdote dal 1963. È morto a 86 anni dopo una lunga malattia. È stato rettore della Basilica di Collemaggio per 22 anni, dal 1977 al 1999, contribuendo significativamente alla sua importanza spirituale e culturale. E’ considerato uno dei fondatori della Perdonanza Celestiniana moderna, ha lavorato per promuovere il messaggio di perdono e solidarietà ispirato da Celestino V. Ha fondato la “Mensa di Celestino” e la “Fraterna Tau”, dedicandosi all’accoglienza e al supporto dei più bisognosi.

Era anche un giornalista e direttore della rivista “La Perdonanza”, attraverso cui ha diffuso il messaggio di Celestino V. E’ considerato uno dei fondatori della Perdonanza celestiniana moderna e si è prodigato per l’accoglienza degli ultimi tramite la Fraterna Tau, la Mensa di Celestino e il Movimento Celestiniano di cui era il punto di riferimento spirituale.

E’ stato il fondatore e Presidente della Fondazione Studi Celestiniani per la Pace ETS dal 2003 a novembre 2024. Fondazione che promuove e ha come fulcro centrale il perdono perché “senza perdono non c’è la pace”. Motivo per cui sognava una Scuola.

Il sito della Fondazione: www.fondazionecelestiniana.it

Padre Quirino Salomone, la sua scomparsa

COMUNICATO STAMPA

La Sezione Italiana dell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare (IPPNW), Organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985, piange commossa la perdita del carissimo Padre Quirino Salomone, frate francescano, Rettore per tanti anni della Basilica di Collemaggio a l’Aquila, che ha speso la sua vita per valorizzare la Perdonanza Celestiniana e la Pace, fondando moltissimi anni fa la affiliata italiana di quella che agli inizi degli anni ’80 fu chiamata “Università della Pace delle Nazioni Unite”.

La rivista che fondò, “La Perdonanza”, pubblicò l’edizione italiana del Rapporto ONU: “ARMI NUCLEARI: studio onnicomprensivo”, a cura della nostra organizzazione (www.ippnw-italy.org).

Quasi ad onore della sua militanza per la pace ed il disarmo nucleare si è da poco votata favorevolmente, nella Prima Commissione dell’Assemblea Generale dell’Onu, la decisione di istituire una Commissione di 21 scienziati per ulteriore conoscenza e rapida divulgazione planetaria degli effetti umanitari biologici e climatici della guerra nucleare, con il voto favorevole dell’Italia.

Il Rapporto ONU pubblicato da “La Perdonanza” ed il Rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, Agenzia per la Salute delle Nazioni Unite): “Effetti della Guerra Nucleare sulla Salute e sui Servizi Sanitari” pubblicato negli anni ’80 dalla Regione Abruzzo, sempre a cura della nostra organizzazione, non bastano più a descrivere tutto ciò che di impensabile accadrebbe al pianeta ed all’intera umanità se, come paventato dallo stesso Papa Francesco, non si riuscisse a fermare la terza guerra mondiale a pezzi già in atto e si giungesse alla guerra nucleare.

Dott. Michele Di Paolantonio
Consigliere Internazionale dell’IPPNW,
International Physicians for the Prevention of Nuclear War

Scrive il dott. Di Paolantonio:

Ieri (6 novembre – N.D.R.) sono stato nella “Chiesa di legno” San Bernardino Due (che Padre Quirino fece costruire subito dopo il terremoto del 2009 che rese inagibile la sua San Bernardino) in Piazza d’Armi a L’Aquila dove tra poco faranno le esequie ed ho avuto il grande piacere ed onore di poter ricordare davanti a tutti i convenuti la stretta solidarietà che dal 1983 c’è stata tra Padre Quirino Salomone e la sua rivista “La Perdonanza” e noi, mostrando il Rapporto ONU che volle pubblicarci, e comunicando che proprio tre giorni fa è stato deciso l’approfondimento di studio e divulgazione degli effetti umanitari, biologici e climatici della guerra nucleare, con il voto favorevole dell’Italia, e ricordando il suo ruolo infaticabile nella Diplomazia di cittadinanza. Anche per questo, dopo 700 anni, per la prima volta un Papa, Francesco, due anni fa venne ad aprire la Porta Santa della annuale Perdonanza di Celestino V a Collemaggio a L’Aquila.

19° Summit dei Premi Nobel per la Pace. La dichiarazione finale

Dopo quattro giorni dinamici e stimolanti, il 19° Vertice Mondiale dei Premi Nobel per la Pace a Monterrey nel Messico si è chiuso con successo. L’evento di quest’anno ha riunito oltre 4.000 partecipanti e ha caratterizzato una vasta gamma di pannelli, discussioni sul forum e attività educative, artistiche e culturali, tra cui danze folcloristiche, spettacoli musicali e una marcia per la pace.

Riportiamo il testo integrale della dichiarazione.


FINAL DECLARATION OF THE 19TH WORLD SUMMIT OF NOBEL LAUREATES FOR PEACE

Monterrey, 18-21 September 2024

“On the occasion of the 19th Summit of Nobel Peace Laureates, we the undersigned Laureates reaffirm our belief that war is an unacceptable instrument of government policy and disputes must be resolved by diplomacy and negotiation in accordance with international humanitarian law.

At this tragic and extremely dangerous moment in history we condemn the killing of civilians by all sides in the conflict in the Middle East. We call for an immediate permanent ceasefire in Gaza, where the International Court of Justice has found plausible evidence of genocide, for the withdrawal of Israeli forces based on UN resolutions, an end to the blockade of Gaza and self-determination and statehood for the Palestinian people. and the provision of adequate humanitarian aid to the population so that the people of Gaza can reconstruct their community.

We also call for an immediate ceasefire in Ukraine and the withdrawal of all Russian forces and for the provision of adequate humanitarian so that the people of Ukraine can rebuild their country.

Both of these conflicts carry the potential for escalation to nuclear war which would be the ultimate humanitarian disaster.  We commend the government of Mexico for its leadership in the effort to eliminate nuclear weapons. Unfortunately, despite these efforts, the danger is greater than ever.  We call on the nine nuclear armed states to commit to never using their nuclear weapons and to enter now into negotiations for a verifiable, enforceable, timebound agreement to eliminate their nuclear arsenals altogether, and to meet their requirements under the Non-Proliferation Treaty and  join the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons.

We also call on the global community to work to end the ongoing conflicts in Tigray, Darfur, South Sudan, the Congo and other areas ravaged by war.

Modern weapons have brought untold suffering to the world and threaten the very existence of human civilization.  We must create a world order based on our common humanity and on compassion, democracy, justice, the rule of law and respect for the dignity and right to freedom of every man, woman and child. And we must address the climate crisis to provide a sustainable environment for future generations.

We express our profound concern regarding the denial of fundamental rights experienced by vulnerable populations, including children, women, individuals with disabilities, indigenous communities, refugees, and other marginalized groups, in numerous countries. The attainment of sustainable peace is contingent upon the realization of freedom, justice, and inclusivity for all. Accordingly, we earnestly appeal to all governments and the international community to undertake all requisite measures to safeguard the protection, education, healthcare, and equal opportunities for these groups through the implementation of effective policies and the provision of adequate funding.

Finally, we strongly condemn the regressive action taken in Afghanistan, which involves the prohibition of girls from attending schools and universities. We implore the authorities to promptly rescind this decision and restore the right to education for female students.”


Vedi anche:


“The Devastating Impact of Climate Change”. Le inondazioni nel nord-est della Nigeria

La drammatica testimonianza di un giovane medico dell’IPPNW Students Movement

Maiduguri nello Stato del Borno – Nigeria (cartografia)

“La notte del 10 settembre 2024, Maiduguri, nel nord-est della Nigeria, ha vissuto la peggiore inondazione degli ultimi 30 anni. Questo disastro ha causato circa 30 vittime e sfollato oltre 400.000 persone, con quasi il 40% della città sommersa. Case, ospedali e scuole sono stati gravemente colpiti dalle inondazioni. Anch’io sono stato colpito, poiché l’acqua è salita sopra le finestre della casa in cui sto in affitto, con conseguente perdita di quasi tutti i miei beni. In mezzo a questa devastazione, ho trovato un po’ di gioia nel poter evacuare tutti i pazienti, tra cui un neonato di 5 ore, dall’ospedale. Il livello dell’acqua nel complesso ospedaliero mi ha raggiunto il petto durante l’evacuazione, rendendola un’esperienza straziante.”

Inizia così il messaggio e-mail che Yusuf Dominc, giovane medico e rappresentante dell’IPPNW Medical Students Movement, ci ha trasmesso nella mailing list dedicata. Un racconto che si allarga presto a riflessioni globali che riguardano tutte le emergenze climatiche attuali, tra conferenze dall’improbabile risultato e negazionismo alimentato anche dalle lobby economiche e finanziarie.

“Mentre ci prepariamo per la COP29 di Baku, la necessità di affrontare urgentemente il cambiamento climatico non è mai stata così evidente. Parlo oggi non solo come sostenitore del clima, ma anche come vittima diretta di queste recenti inondazioni. Avendo sperimentato la devastazione in prima persona, ho visto il profondo impatto che i disastri legati al clima hanno sulle persone e sulle comunità. Animali selvatici, tra cui coccodrilli, grandi serpenti e persino leoni, sono stati liberati dallo zoo a causa delle acque alluvionali. Il peso emotivo e psicologico di vedere la mia comunità in rovina è schiacciante.”

La sua professione di medico sottolinea anche qua l’effetto devastante della tragedia. “A peggiorare le cose, le conseguenze delle inondazioni hanno portato a un rischio crescente di malattie trasmesse dall’acqua, poiché i sistemi sanitari sono stati compromessi. Inoltre, le forti piogge continuano a rappresentare una minaccia reale, aumentando il rischio di riallagamenti in aree che ancora lottano per riprendersi.”

E, “Sono in atto piani per un’azione di sensibilizzazione delle comunità, poiché stiamo già preparando i nostri studenti e i nostri giovani medici a istruirli sulle malattie trasmesse dall’acqua e sulle misure preventive.”

La testimonianza di Yusuf si somma a chissà quanti altri racconti drammatici potremmo trovare, voci silenziose che da ogni parte del mondo si alzerebbero a ricordare la fragilità dell’intero ecosistema. “Le conseguenze del cambiamento climatico non sono né lontane né teoriche: sono reali, immediate e cambiano la vita. La cooperazione globale e l’azione decisa sono necessarie ora più che mai.”


 “Apprezzo davvero la comprensione e la preoccupazione mostrate da tutti. Mentre lavoro nel processo di recupero, è rassicurante sapere di essere circondato da una comunità così compassionevole e premurosa, disposta e sempre pronta a supportare il percorso per rendere il mondo una casa per la generazione presente e futura.
 Sentitevi liberi di condividere tutto questo, ritengo sia molto importante andare il più lontano possibile affinché le persone accettino l’esistenza di quelle realtà che si presentano all’umanità.”

(Da Yusuf, in risposta all’appoggio dei colleghi di IPPNW)

NUCLEAR EXPERIENCE

Dalla Croce Rossa Italiana per il disarmo nucleare


(C) Croce Rossa Italiana

E’ diffusa la consapevolezza delle conseguenze a livello globale di un conflitto nucleare? Quanti di noi abbiamo l’errata convinzione che l’atomica sia, dopotutto, un ordigno sì estremamente potente ma non molto più distruttivo di quanto già viene impiegato in una delle tante guerre dell’epoca attuale? Ecco: il blog  Nuclear Experience, che venne realizzato nel 2019 dalla Croce Rossa Italiana, aiuta di sicuro a informare e approfondire.

  “Il 7 luglio 2017, con 122 voti a favore, 1 astenuto e 1 contrario è stato approvato il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW). Si tratta del primo trattato che rende illegali l’uso, la minaccia, il possesso e lo stazionamento delle armi nucleari. Lo scorso ottobre, il trattato ha raggiunto il numero di ratifiche (50) necessarie per l’entrata in vigore che è avvenuta il 22 gennaio 2021.
A luglio 2024, esso conta 70 Stati parte e 93 Stati firmatari.

Il Trattato riconosce al Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa un ruolo rilevante sancito nel preambolo e nel testo (artt. 7.5 e 8.5) in materia di cooperazione e assistenza internazionale, oltre che nella conferenza degli Stati parte.”

Per questo motivo la Croce Rossa Italiana, in occasione della Giornata internazionale per la proibizione delle armi nucleari del 26 settembre 2019, ha lanciato la campagna “Nuclear Experience – Croce Rossa Italiana per il Disarmo Nucleare” affinché l’Italia aderisca al Trattato.

Nella pagina del blog troviamo il percorso delle attività finora svolte, tra le quali si sottolineano azioni rivolte alle istituzioni e campagne di sensibilizzazione, formazione e comunicazione, oltre alla partecipazione a Conferenze internazionali tra cui lo Youth Action Forum sulle armi nucleari del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa.

Una serie di voci di menu a espansione permette di approfondire le varie tematiche, a partire dal “progetto Manhattan” e le bombe su Hiroshima e Nagasaki, e via via sottolineando gli intrecci con le normative del Diritto Internazionale, il ruolo della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, le implicazioni estreme sulla salute e l’ambiente. Senza tralasciare nel dettaglio l’istituzione dei vari Trattati e accordi bilaterali.

Conclude la pagina il link alla “biblioteca virtuale”: un elenco di diverse pubblicazioni (libri, film, documentari) che possono essere via via aggiunte su segnalazione dei visitatori. Anche questi diventano riferimenti utili per approfondire l’importanza del disarmo nucleare.


Vedi anche: The International Day for the Total Elimination of Nuclear Weapons


IPPNW International Council Statement 2024. Call for sanity, Call for action

IPPNW International Council – June 8, 2024

(traduzione dal documento originale)

Oggi l’umanità deve affrontare la doppia minaccia esistenziale rappresentata dal cambiamento climatico e dalla guerra nucleare. Il primo sta già rendendo inabitabili ampie parti del nostro pianeta; è assolutamente necessaria un’azione climatica molto più ampia. Per la guerra nucleare, che potrebbe uccidere miliardi di persone e porre fine alla civiltà umana, la prevenzione è l’unica cura.

Allo stesso tempo, la guerra e i conflitti armati hanno ucciso o ferito centinaia di migliaia di persone.
Altri milioni sono stati costretti ad abbandonare le proprie case. I già devastanti conflitti in Ucraina, Israele e Palestina che coinvolgono stati dotati di armi nucleari sollevano lo spettro di guerre regionali più ampie o addirittura di un confronto globale. È necessario ripristinare il rispetto del diritto internazionale umanitario e la protezione dei civili, dei bambini e degli operatori sanitari nei conflitti armati.

Noi medici e membri della nostra organizzazione internazionale presente in 56 paesi siamo sempre più preoccupati per l’ascesa del militarismo, segnato da una spesa militare storica che ha distolto risorse preziose dai bisogni urgenti di sicurezza umana e ambientale. Sembra esserci una crescente convinzione che i conflitti possano essere risolti con la violenza e che le armi forniscano sicurezza.

È necessario un ritorno alla diplomazia per porre fine alle guerre di oggi, per prevenire nuovi conflitti e per proteggere la salute umana e planetaria dalle devastazioni della distruzione del clima e della guerra nucleare.
Dobbiamo anche affrontare l’illusione che la deterrenza nucleare fornisca sicurezza. La razionalità umana non è garantita e la guerra nucleare può scoppiare involontariamente, per errore tecnico o umano o per attacco informatico. La deterrenza alimenta la proliferazione e ostacola il disarmo nucleare. Il possibile utilizzo dell’automazione e dell’intelligenza artificiale nel comando e controllo nucleare è profondamente preoccupante.

Una guerra nucleare regionale che coinvolga meno del 3% dell’arsenale nucleare globale potrebbe causare un improvviso cambiamento climatico e la fame globale. La carestia potrebbe colpire un terzo del mondo. Nonostante questa prospettiva mortale, gli stati dotati di armi nucleari stanno spendendo miliardi in una nuova corsa agli armamenti nucleari.

La crescente insicurezza e sfiducia hanno portato anche al quasi collasso del regime internazionale di controllo degli armamenti e di disarmo. Eppure il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) del 2017 rappresenta un faro di speranza. Con quasi la metà delle nazioni del mondo parti o firmatarie del Trattato, il TPNW sta sfidando l’attuale norma che sancisce le armi nucleari nelle dottrine di sicurezza. Sta inoltre spingendo le istituzioni finanziarie a disinvestire dalle aziende che producono armi nucleari e a lavorare per la giustizia per i sopravvissuti all’uso e ai test nucleari. È fondamentale che tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite aderiscano al TPNW il prima possibile.
L’abolizione del nucleare e la costruzione della pace potrebbero rappresentare una parte sostanziale della soluzione alla crisi climatica.

L’attività militare e i conflitti armati sono distruttori di ecosistemi e principali fonti di emissioni di gas serra. Se potessimo utilizzare le enormi risorse materiali e umane ora sprecate nella corsa agli armamenti nucleari per risolvere le nostre urgenti crisi legate al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità, ciò contribuirebbe sostanzialmente a salvare il pianeta e la civiltà umana.

La direzione attuale è allarmante, ma la distruzione del clima e l’Armageddon nucleare non sono il futuro che deve essere. Abbiamo le conoscenze e gli strumenti per creare un futuro più sicuro e più sano. Chiediamo alle nazioni del mondo, soprattutto a quelle coinvolte in conflitti armati, di sostenere il diritto internazionale umanitario, impegnarsi in un dialogo serio per la pace e lavorare per l’abolizione delle armi nucleari. Unitevi a noi nei nostri sforzi collettivi per garantire il nostro futuro comune.

 



Effects of Nuclear War on Health and Health Services

Quasi scaturito dai ricordi della Guerra Fredda il documento “Effects of Nuclear War on Health and Health Services” adesso riproposto online dal sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). Venne redatto dall’OMS in seguito alla richiesta della World Health Assembly di creare un Comitato, leggiamo dall’introduzione, “per studiare il contributo che l’OMS potrebbe dare all’attuazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite sul rafforzamento della pace, della distensione e del disarmo e sulla prevenzione dei conflitti termonucleari”. Contributo che si concretizzò nella pubblicazione, nel 1983, di un rapporto composto dal citato gruppo internazionale di esperti nelle scienze mediche e sanità pubblica.

Ulteriori studi vennero aggiunti, arrivando poi nel 1987 alla seconda edizione del report.

E c’è quasi una sorta di fredda descrizione nell’elaborazione scientifica degli effetti di una deflagrazione atomica sugli esseri viventi e sull’ambiente. Dal fallout radioattivo agli effetti termici, elettromagnetici e d’impatto cinetico, con confronti, tabelle e rappresentazioni grafiche esplicative. 

“Una guerra nucleare può scatenarsi per errore, dall’evoluzione di un conflitto convenzionale, o per deliberata volontà politica”. La differenza rispetto alle armi convenzionali non è solo in termini di potenza della deflagrazione e si riassume nelle conseguenze che lo stesso report descrive, quasi ordinandole nella loro tempistica, dall’effetto immediato e fino allo sconvolgimento ambientale degli anni a venire. E quindi:

  • Effetto cinetico immediato dell’esplosione
  • Onda termica
  • Incendi su vaste aree
  • Radiazioni iniziali (neutroni e raggi gamma)
  • Effetti elettromagnetici intensi
  • Ricaduta radioattiva
  • Cambiamenti climatici
  • Altre conseguenze ambientali

La documentazione scientifica rimane nel dettaglio molto approfondita e sicuramente non alla portata del lettore che ne vedrebbe la destinazione ad uso esclusivo degli “addetti ai lavori”. Ma molto di quanto riportato scaturisce dal grande numero di test nucleari che fin dal 1945 ha provocato gravi danni al pianeta e conseguenze tragiche alle popolazioni coinvolte, ed è anche questo che riallaccia l’allora report con le minacce del tempo presente.

Quanto è stata valida finora la deterrenza? Quando i numerosi incidenti o “quasi incidenti” (quasi mai riportati dai media) hanno portato più volte l’umanità sulla soglia dell’olocausto; quando la stessa politica della minaccia reciproca sta rapidamente dando il passo all’idea che, dopotutto, un ordigno “tattico” sarebbe comunque utilizzabile; quando è da supporre che gli stessi governanti, e forse anche qualche membro dei vertici militari, non siano del tutto consapevoli della portata di un simile conflitto anche se possibilmente “limitato”?

E’ urgente, è tremendamente urgente, spingere i vertici politici e militari alla profonda revisione delle proprie convinzioni!


Un appello a rafforzare gli sforzi dell’IPPNW per la prevenzione della guerra nucleare

IPPNW International Council – June 8, 2024

(traduzione dal documento originale) 

“Alla luce delle crescenti tensioni geopolitiche e del crescente rischio di un conflitto nucleare, è imperativo che l’IPPNW intensifichi i suoi sforzi per prevenire la guerra nucleare. L’attuale situazione globale, in particolare le guerre in Ucraina e Gaza e le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina, sottolineano la necessità di una valutazione delle nostre strategie e azioni.

Urgenza della situazione: la minaccia di una guerra nucleare non è una possibilità lontana; è un pericolo reale e immediato. I recenti sviluppi hanno evidenziato la fragilità della pace globale e il potenziale di un’escalation catastrofica. Sebbene la campagna per l’abolizione delle armi nucleari sia cruciale, non è sufficiente nella situazione attuale. In quanto organizzazione dedita alla prevenzione della guerra nucleare, dobbiamo rispondere a questo rischio accresciuto con rinnovato vigore e attenzione strategica.

Azioni proposte:

  1. Maggiore supporto e consapevolezza pubblica:
  • Campagne educative: sebbene gli attuali sforzi educativi siano significativi, è necessario espandere e intensificare queste campagne per raggiungere un pubblico più ampio ed enfatizzare i rischi immediati di un conflitto nucleare.
  • Coinvolgimento dei media: continuare e aumentare i nostri sforzi nel coinvolgere i media internazionali per evidenziare l’urgenza della situazione e sostenere un’azione immediata.
  1. Alleanze e partenariati strategici:
  • Collaborazione con organizzazioni per la pace: rafforzare ed espandere le partnership con altre organizzazioni per la pace e il disarmo per creare un fronte più unito e potente contro la minaccia della guerra nucleare.
  • Impegno governativo: aumentare l’impegno diretto con i governi e gli organismi internazionali per sostenere misure di allentamento dell’escalation e la prevenzione dei conflitti nucleari.
  1. Sostegno al cessate il fuoco, agli sforzi diplomatici e ai negoziati di pace:
  • Sostegno ai negoziati e al cessate il fuoco: promuovere e contribuire attivamente allo sviluppo di quadri di cessate il fuoco e approcci negoziali. o Diplomazia della società civile: utilizzare la nostra rete e le nostre competenze nella diplomazia della società civile per sostenere gli sforzi diplomatici volti a risolvere i conflitti e prevenire la loro escalation in scontri nucleari. Ciò potrebbe comportare l’organizzazione di dialoghi di pace, la facilitazione delle iniziative diplomatiche del Track II e la fornitura di analisi e raccomandazioni di esperti agli attori diplomatici.
  1. Mobilitazione delle risorse:
  • Finanziamenti per gli sforzi di prevenzione: garantire finanziamenti aggiuntivi specificatamente dedicati alle iniziative di prevenzione della guerra nucleare.
  • Mobilitazione dei volontari: mobilitare più membri e sostenitori affinché partecipino attivamente agli sforzi di prevenzione, sfruttando la nostra rete globale per ottenere il massimo impatto.

Conclusione: la prevenzione della guerra nucleare è al centro della missione dell’IPPNW. In questi tempi critici, dobbiamo adattare le nostre strategie e intensificare i nostri sforzi per affrontare le minacce immediate che dobbiamo affrontare. Implementando queste azioni proposte e basandosi sul nostro lavoro esistente, noi, l’intera federazione IPPNW, possiamo rafforzare la nostra capacità di prevenire una catastrofe nucleare e realizzare il nostro impegno per la pace e la sicurezza globali.”





Nuclear Winter, the worse will happen

Distruzione globale di città e nazioni? Fall-out radioattivo? Quando venire vaporizzati all’istante diventa una fortuna…

Ragionando sugli effetti di un conflitto nucleare arrivano subito alla mente le conseguenze immediate o nel breve periodo: ustioni incurabili, contaminazione radioattiva, sofferenze atroci dei sopravvissuti e fino alla morte.

Ma quello che accade dopo è conseguenza non delle radiazioni ma dell’enorme calore sprigionato dalle esplosioni. Immaginiamo milioni e milioni di volte quanto una grande eruzione vulcanica può generare.

“Una bomba nucleare è l’esplosione più devastante mai creata.
Una bomba può porre fine immediatamente a decine di migliaia di vite, centinaia di migliaia attraverso le conseguenze radioattive. Tuttavia, la parte peggiore verrà dopo: un inverno nucleare che potrebbe ucciderne miliardi, portando potenzialmente al completo collasso della nostra civiltà.

In un inverno nucleare non ci sono vincitori, ma solo perdenti che muoiono di fame.”

 


Scrive il dott. Di Paolantonio:

Il video di cui sopra è l’incubo di Oppheneimer, reso ancora più preciso e spaventoso dalla scoperta di Vladimir Alexandrov (e Paul Crutzen) dell’Inverno Nucleare (1984), che costò la vita al primo nel febbraio 1985 (scomparve a Barcellona!) dopo il duro scontro con Edward Teller ad Erice nell’agosto 1984. Per fortuna il Pentagono verificò l’esattezza dei parametri e dei calcoli di Vladimir, e quindi partirono subito i colloqui tra Reagan e Gorbaciov interpretati dal grande Pavel Palathenko che li aiutò a giungere al Trattato INF che smantellò (allora!) gli euromissili scongiurando la guerra nucleare circa quarant’anni fa.

Il video me lo ha mandato Alan Robock, scienziato della Commissione ONU per lo studio degli sconvolgimenti climatici, che vinse il Premio Nobel per la Pace in ex equo con Al Gore proprio per gli studi sul disastro climatico ed ambientale.