Ridurre i rischi della guerra nucleare: il ruolo degli operatori sanitari

Ripubblichiamo in versione completa la traduzione dell’appello già ampiamente commentato nell’articolo “Da numerose riviste mediche un editoriale chiesto a IPPNW. Urgente ridurre il pericolo di una guerra nucleare“. Si tratta di un importante editoriale apparso il 1° agosto scorso su un grande numero di riviste medico-scientifiche nel mondo. Una cronaca drammatica sulla traccia di appelli e avvenimenti che fanno eco alla crescente minaccia di un’ecatombe nucleare. “Il ruolo degli operatori sanitari” diventa anch’esso importante.

Titolo originale: Reducing the Risks of Nuclear War—The Role of Health Professionals


Nel gennaio 2023, il Science and Security Board del Bulletin of the Atomic Scientists ha spostato le lancette del Doomsday Clock a 90 secondi prima di mezzanotte, riflettendo il crescente rischio di guerra nucleare.

Nell’agosto 2022, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha avvertito che il mondo è ora in “un momento di pericolo nucleare mai visto fin dal culmine della guerra fredda”. Il pericolo è stato sottolineato dalle crescenti tensioni tra molti Stati dotati di armi nucleari.

In qualità di redattori di riviste sanitarie e mediche in tutto il mondo, chiediamo agli operatori sanitari di allertare il pubblico e i nostri leader su questo grave pericolo per la salute pubblica e i sistemi essenziali di supporto vitale del pianeta e di sollecitare azioni per prevenirlo.

Gli attuali sforzi di controllo degli armamenti nucleari e di non proliferazione sono inadeguati per proteggere la popolazione mondiale dalla minaccia di una guerra nucleare per intenzione, errore o errore di calcolo. Il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) impegna ciascuna delle 190 nazioni partecipanti “a perseguire i negoziati in buona fede su misure efficaci relative alla cessazione della corsa agli armamenti nucleari in una data rapida e al disarmo nucleare e su un trattato sul disarmo generale e completo sotto stretto ed efficace controllo internazionale”. I progressi sono stati deludentemente lenti e la più recente Conferenza di revisione del TNP nel 2022 si è conclusa senza una dichiarazione concordata.

Ci sono molti esempi di “quasi disastri” che hanno esposto i rischi di dipendere dalla deterrenza nucleare per un futuro indefinito. La modernizzazione degli arsenali nucleari potrebbe aumentare i rischi: ad esempio, i missili ipersonici riducono il tempo disponibile per distinguere tra un attacco e un falso allarme, aumentando la probabilità di una rapida escalation.

Qualsiasi utilizzo delle armi nucleari sarebbe catastrofico per l’umanità. Anche una guerra nucleare “limitata” che coinvolga solo 250 delle 13.000 armi nucleari nel mondo potrebbe uccidere 120 milioni di persone e causare uno sconvolgimento climatico globale che porterebbe a una carestia nucleare, mettendo a rischio 2 miliardi di persone. Una guerra nucleare su larga scala tra Stati Uniti e Russia potrebbe uccidere 200 milioni di persone o più nel breve termine e potenzialmente causare un “inverno nucleare” globale che potrebbe uccidere da 5 a 6 miliardi di persone, minacciando la sopravvivenza dell’umanità. Una volta fatta esplodere un’arma nucleare, potrebbe verificarsi rapidamente un’escalation fino a una guerra nucleare totale. La prevenzione di qualsiasi uso delle armi nucleari è quindi una priorità urgente per la salute pubblica e devono essere compiuti passi fondamentali anche per affrontare la causa principale del problema, ovvero l’abolizione delle armi nucleari.

Una volta che un’arma nucleare è fatta esplodere, l’escalation alla guerra nucleare a tutto campo potrebbe verificarsi rapidamente. La prevenzione di qualsiasi uso di armi nucleari è quindi una priorità urgente per la salute pubblica e devono essere adottate anche misure fondamentali per affrontare la causa principale del problema, abolendo le armi nucleari.

La comunità sanitaria ha avuto un ruolo cruciale negli sforzi per ridurre il rischio di una guerra nucleare e dovrà continuare a farlo in futuro. Negli anni ’80 gli sforzi degli operatori sanitari, guidati dall’ International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW), hanno contribuito a porre fine alla corsa agli armamenti della Guerra Fredda educando i politici e il pubblico su entrambi i lati della cortina di ferro sulle conseguenze mediche. della guerra nucleare. Ciò è stato riconosciuto quando nel 1985 è stato assegnato all’IPPNW il Premio Nobel per la Pace (https://www.ippnw.org).

Nel 2007, l’IPPNW ha lanciato la Campagna internazionale per abolire le armi nucleari, che è diventata una campagna globale della società civile con centinaia di organizzazioni partner. Un percorso verso l’abolizione nucleare è stato creato con l’adozione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari nel 2017, per il quale la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari ha ricevuto il Premio Nobel per la pace del 2017. Le organizzazioni mediche internazionali, tra cui il Comitato internazionale della Croce Rossa, l’IPPNW, l’Associazione medica mondiale, la Federazione mondiale delle associazioni di sanità pubblica e il Consiglio internazionale degli infermieri, hanno avuto un ruolo chiave nel processo che ha portato ai negoziati e nei negoziati stessi, presentando le prove scientifiche sulle catastrofiche conseguenze sanitarie e ambientali delle armi nucleari e della guerra nucleare. Hanno continuato questa importante collaborazione durante la prima riunione degli Stati parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, che attualmente ha 92 firmatari, tra cui 68 Stati membri.

Chiediamo inoltre loro di lavorare per porre fine definitivamente alla minaccia nucleare sostenendo l’urgente avvio di negoziati tra gli Stati dotati di armi nucleari per un accordo verificabile e con scadenza temporale per l’eliminazione delle loro armi nucleari in conformità con gli impegni del TNP, aprendo la strada a tutte le nazioni ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

Il pericolo è grande e crescente. Gli Stati dotati di armi nucleari devono eliminare i loro arsenali nucleari prima di eliminare noi. La comunità sanitaria ha svolto un ruolo decisivo durante la Guerra Fredda e, più recentemente, nello sviluppo del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Dobbiamo riprendere questa sfida come una priorità urgente, lavorando con rinnovata energia per ridurre i rischi di guerra nucleare ed eliminare le armi nucleari.


Nota: questo editoriale viene pubblicato contemporaneamente su più riviste. Per l’elenco completo vedere https://www.bmj.com/content/full-list-authors-and-signatories-nuclear-risk-editorial-august-2023.

Tempi duri alla PrepCon

Tempi sempre più duri per lo spirito negoziale: il difficile avvio dell’undicesima Conferenza di revisione del NPT

Si è svolta a Vienna dal 31 luglio all’11 agosto, sotto la presidenza dell’ambasciatore finlandese Jarmo Viinanen, la prima sessione del comitato preparatorio (PrepComI) dell’undicesima Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione (NPT), prevista per il 2026. Dopo due settimane di discussioni su questoni che hanno un’importanza fondamentale per la sopravvivenza del mondo, gli stati parte hanno concluso la riunione non solo senza produrre un documento condiviso, ma addirittura litigando su quali documenti si potessero elencare nel rapporto procedurale.

Il Trattato NPT è il fondamentale strumento internazionale per regolare le problematiche dell’energia nucleare, proibendo l’accesso di nuovi paesi alle armi nucleari, richiedendo il disarmo nucleare e promuovendo le applicazioni nucleari pacifiche. Entrato in vigore nel 1970, è quasi universale, mancando solo cinque adesioni: Corea del Nord, India, Israele, Pakistan e Sud Sudan; Taiwan, già parte come “Cina” fino al 1971, rimane impegnata a rispettarne la sostanza. Il trattato, unico nella giurisdizione internazionale, ammette una disparità di diritti e doveri fra le parti, distinguendo Cina, Francia, Russia, UK e USA (Nuclear- weapons states – NWS) dai rimanenti paesi (Non-nuclear-weapon states – NNWS); tale discriminazione è in principio solo temporanea, richiedendo l’articolo VI il disarmo nucleare, ma di fatto si sta perpetuando nel tempo e costituisce la causa principale delle difficoltà del trattato stesso.

Dato il ruolo cruciale del NPT per la sicurezza nucleare globale, ogni cinque anni è prevista una conferenza per “esaminare il funzionamento del Trattato al fine di accertare se le finalità del suo preambolo e le sue disposizioni si stiano realizzando” e per proporre suggerimenti per rafforzare il controllo dell’energia nucleare militare e civile.

Dato l’alto valore politico e diplomatico delle conferenze di revisione (RevCon) e la complessità dei lavori da svolgere, spesso fra gravi tensioni o conflitti internazionali, nel 2000 si decise di impegnare la comunità internazionale nei tre anni che precedono una RevCon in lavori di preparazione della conferenza stessa, con appunto un comitato preparatorio articolato in tre sessioni.

Lo scopo delle prime due sessioni del PrepCom è quello di esaminare principi, obiettivi e modalità e questioni specifiche di sostanza per promuovere la piena attuazione del Trattato, nonché la sua universalità, e di formulare raccomandazioni in merito alla RevCon. La terza sessione ha il mandato specifico di produrre un rapporto consensuale contenente raccomandazioni alla conferenza, tenendo conto delle deliberazioni e dei risultati delle sessioni precedenti.

Poiché in queste conferenze ogni decisione, compresa l’agenda dei lavori, richiede l’unanimità di consensi, il più delle volte non si riesce a concordare un documento finale, specie in occasione di gravi tensioni politiche: in particolare la nona e la decima RevCon hanno visto insanabili e irriducibili contrapposizioni sulla maggioranza dei punti in esame e, alla fine, non venne espresso un documento concordato: le motivazioni formali furono nel 2015 l’opposizione degli USA alle posizioni relative a Israele e nel 2022 il veto russo per i riferimenti alla guerra in Ucraina.

Verso il comitato preparatorio

L’inizio del ciclo negoziale dell’undicesima RevCon avviene in un momento particolarmente delicato per il controllo delle armi di distruzione di massa: dopo il fallimento della RevCon del NPT nell’agosto del 2022, nel dicembre la nona RevCon della Convenzione sulle armi biologiche (BWC) ha adottato un documento finale con la sola parte formale, a seguito dell’indisponibilità russa a concordare sulla parte contenente gli elementi sostanziali, creando il precedente di un “consenso per cancellazione” combinato con un “consenso per rinvio”. Infine anche la quinta RevCon della Convenzione sulle armi chimiche (CWC) si è conclusa il 19 maggio 2023 senza un documento concordato per l’ostruzione deliberata di Russia e Siria.

Sorte migliore non ha avuto l’evento propedeutico alla PrepComI, il Gruppo di lavoro “sull’ulteriore rafforzamento del processo di revisione del Trattato”, istituito dalla decima RevCon; alla fine dei lavori (24-28 luglio 2023), non si riuscì a redigere un testo di proposte concordate, nonostante “il dialogo sostanziale, interattivo e approfondito intrapreso dagli Stati parte nel corso delle discussioni del gruppo di lavoro”. Il presidente del gruppo ha presentato, sotto la sua personale autorità, un “documento di lavoro” con 26 raccomandazioni per la PrepComI, estrapolate dai lavori del gruppo: oltre a indicazioni sulla gestione dei tempi dei lavori e la redazione dell’agenda dei vari comitati della RevCon, raccomandando l’attenzione prioritaria alle questioni di sostanza, uno spazio significativo è dato al rispetto delle condizioni di trasparenza e responsabilità, con l’esame critico dei rapporti nazionali delle parti.

In particolare, per rendere effettivo e verificabile l’impegno preso dai NWS nel 2010 (azioni 20 e 21) di informare tutte le parti sulle proprie attività nella prospettiva del disarmo nucleare, si suggerisce l’impiego di un modello standard di rendicontazione includente: i piani di modernizzazione delle armi nucleari e le relative modifiche alle loro capacità nucleari; il numero, il tipo (strategico o non strategico) e lo stato (schierato o non schierato) delle testate nucleari; il numero e il tipo dei vettori; le misure adottate per ridurre il ruolo e l’importanza delle armi nucleari nelle dottrine e nelle politiche di sicurezza; le misure adottate per ridurre il rischio di uso involontario, non autorizzato o accidentale delle armi nucleari; le misure adottate per disattivare o ridurre l’allerta operativa dei sistemi di armi nucleari; il numero e il tipo di armi e vettori smantellati; e la quantità di materiale fissile per scopi militari.

La prima sessione del comitato preparatorio

Ai lavori della PrepComI hanno partecipato 113 stati, 12 agenzie specializzate, organizzazioni intergovernative internazionali e regionali come osservatori; alle sessioni aperte furono ammessi i rappresentanti di 71 organizzazioni non governative, cui fu concesso di presentare documenti e fare interventi in una sessione speciale il 2 agosto.

L’agenda dei lavori prevedeva l’esame dell’attuazione delle disposizioni del NPT relative ai tre capisaldi del trattato: disarmo nucleare, pace e sicurezza internazionale; non proliferazione delle armi nucleari, salvaguardie e zone libere da armi nucleari; il diritto inalienabile di tutte le parti di sviluppare la ricerca, la produzione e l’uso dell’energia nucleare per scopi pacifici senza discriminazioni.

Il comitato si è trovato in un momento di grave tensione globale, con notevoli sviluppi delle problematiche nucleari, fra cui: l’ammodernamento degli arsenali nucleari di tutti gli NWS e l’aumento delle armi cinesi, la sospensione del trattato bilaterale NewSTART, le minacce nucleari russe, il posizionamento di armi nucleari russe in Bielorussia, l’acquisizione australiana di sommergibili a propulsione nucleare (accordo AUKUS), il programma nucleare e missilistico della Corea del nord (DPRK), la produzione iraniana di uranio fortemente arricchito, l’occupazione militare russa della centrale ucraina di Zaporizhzhia e i conseguenti problemi di sicurezza, la crescente adesione al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) da parte di membri del NPT.

La PrepComI ha visto incancrenirsi le contrapposizioni già emerse nell’ultima RevCon con nuovi scismi e contrasti all’interno di organizzazioni e alleanze. La questione cruciale è la disattesa di progressi nel disarmo nucleare, che ha visto solo passi indietro: la storica contrapposizione fra NWS e NNWS si è riproposta e radicalizzata nei termini legati al trattato TPNW, avversato dai NWS e da loro alleati, decisi a sostenere l’attuale fase di sostanziale rafforzamento degli armamenti nucleari, necessario “dato il contesto di sicurezza internazionale”. Importante è stata la messa in discussione dello stesso principio di deterrenza nucleare con i gravi rischi che esso comporta e il suo impatto umanitario.

La creazione di una base nucleare in Bielorussia ha riproposto il problema globale della condivisione di armi nucleari di NWS con NNWS, dando nuova forza alla condanna di tale prassi da parte della gran parte dei membri, mentre paesi della NATO si son trovati in difficoltà a condannare la recente mossa russa e difendere al contempo le armi americane presenti in Europa.

Nella discussione sulle applicazioni pacifiche dell’energia nucleare una novità è stata la presentazione da parte di alcuni governi dei rischi e dei pericoli posti dagli impianti elettronucleari per le persone e per il pianeta, con il suggerimento di un loro abbandono graduale. Tali prospettive sono state rafforzate nella discussione sulla minaccia di una catastrofe nella centrale nucleare di Zaporizhzhya coinvolta nella guerra della Russia contro l’Ucraina e sul piano del Giappone per lo scarico nell’oceano dell’acqua reflua triziata della centrale nucleare di Fukushima Daiichi.

Su tutte le tematiche discusse nella PrepComI vi sono state posizioni contrastanti, con un generale irrigidimento di ogni paese sulle proprie posizioni. Gli unici argomenti su cui vi è stato un qualche consenso, ma senza proposte concrete, sono l’importanza di programmi di educazione al disarmo e al contrasto alla proliferazione e la necessità di un equilibrio di genere, con un maggiore coinvolgimento di donne in tutti i processi decisionali che riguardino disarmo, pace e sicurezza internazionale.

Il 10 agosto il presidente della sessione ha proposto una bozza di rapporto della PrepComI, ma ogni punto ha sollevato critiche, spesso contrapposte, per cui la bozza è stata ritirata, lasciando solo un formale rapporto procedurale; il giorno seguente l’ambasciatore Viinanen, seguendo la solita prassi, ha proposto, sotto la sua responsabilità una bozza di sintesi dei lavori (Draft Factual Summary) e sue raccomandazioni per la PrepComII.

A questo punto è iniziata un’aspra questione procedurale per stabilire quali documenti poter elencare nel rapporto procedurale: l’Iran, la Russia e la Siria si sono opposti all’inclusione del Draft Factual Summary e delle raccomandazioni del presidente nell’elenco dei documenti ufficiali, neppure come documento di lavoro, mettendo in discussione l’intera prassi delle RevCon. Alla fine, per consentire l’adozione del rapporto procedurale e avere un resoconto della riunione, il presidente ha ritirato il suo riassunto e ha presentato le raccomandazioni, ridenominate “riflessioni”, come documento di lavoro della PrepComII.

Tuttavia, la disputa sull’elenco dei documenti di un rapporto procedurale è estrema anche per gli standard del TNP. Era lecito sperare che il fallimento di due Conferenze di revisione consecutive dovesse ispirare una certa flessibilità e un compromesso tra gli stati parte per preservare il Trattato a cui dicono di tenere così tanto.

Dopo due settimane di deplorevole diplomazia, mancanza di leadership e predominio di ristretti interessi nazionali che hanno paralizzato la PrepComI, alcuni osservatori ritengono comunque valido l’evento che “ha fornito un’occasione di dialogo alla comunità internazionale”, con la speranza di un “clima politico più favorevole ai progressi sul fronte del disarmo e della non proliferazione”.

Le occasioni di incontro sono importanti ma se il dialogo si riduce alla proposizione dogmatica di posizioni contrastanti, senza la minima apertura alla ricerca di una sintesi, in scontri essenzialmente propagandistici col fine di demonizzare l’avversario, c’è il rischio concreto che i grandi trattati universali sulle armi di distruzione di massa divengano obsoleti e non riescano a sopravvivere quali strumenti di riduzione dei conflitti e una via verso il disarmo e la convivenza pacifica.

Alessandro Pascolini – Padova, 30 agosto 2023

CESSATE IL FUOCO: Primo atto per prevenire la guerra nucleare

Il 15 maggio 1987 l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, adottò una Risoluzione ed il Rapporto “Effetti della Guerra Nucleare sulla Salute e sui Servizi Sanitari” che statuì che di fronte ad una guerra nucleare anche limitata l’unica risposta sanitaria possibile è la prevenzione primaria: disarmo. Il Rapporto anticipò di due settimane l’accordo USA/URSS del 31 maggio successivo che rimosse i missili nucleari intermedi dall’Europa, scongiurando allora la guerra nucleare. Uno sviluppo tardivo di quella prescrizione avvenne il 23 dicembre 2016 all’ONU, con la convocazione della Conferenza per il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN).

Il rappresentante italiano, che votò dapprima a favore, dovette negare il voto favorevole subito dopo. Il Trattato, adottato il 20 settembre 2017 a Ginevra, ebbe invece come primo firmatario lo Stato Città del Vaticano.

L’edizione italiana del Rapporto OMS fu curata dalla Sezione Italiana dell’IPPNW, Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985, che promosse con la Croce Rossa Internazionale, a partire dal Working Meeting del Segretariato dei Summit dei Premi Nobel per la Pace di preparazione del Summit che si svolse nell’ottobre 2010 ad Hiroshima (Roma, Hotel San Pietro, 24 e 25 aprile 2010), l’azione globale verso la Conferenza per il TPAN, per il raggiungimento del quale il Premio Nobel per la Pace 2017 fu assegnato proprio ad ICAN, Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari, che l’IPPNW aveva fondato nel 2007.

A conclusione del suo ultimo 23° Congresso Mondiale, tenuto per la prima volta in Africa, a Mombasa, a fine aprile 2023, l’IPPNW ha lanciato l’Appello di Mombasa per il Cessate il Fuoco in Ucraina, come primissima urgente decisione da prendersi al fine di fermare la guerra e di prevenire la guerra nucleare. A questo fine ogni sforzo è prezioso, per cui la Sezione Italiana dell’Internazionale Medici saluta con profonda riconoscenza le missioni svolte a Kiev e Mosca dal Cardinale Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in rappresentanza di Papa Francesco.

Nel 1978 l’OMS organizzò ad Alma Ata la Conferenza Mondiale “Salute per tutti nell’anno 2000”. Questo obiettivo, a causa di tante guerre, fu ampiamente fallito, per cui, al proprio Congresso Mondiale di Helsinki del 2006 l’IPPNW lanciò l’impegno “Pace attraverso la Salute”. Alla luce del fatto che la stessa guerra nucleare per errore umano o tecnico è tra gli addetti ai lavori una terribile realtà, le Nazioni Unite, di cui l’OMS è l’Agenzia per la Salute, hanno deciso di dedicare ogni anno il 26 settembre alla giornata mondiale contro le armi nucleari, in onore del colonnello Petrov, che il 26 settembre 1983, con una propria coraggiosa (e non scontata!) decisione personale scongiurò (allora) la guerra nucleare per errore.

Non a caso quando il 7 novembre 1985 i Presidenti di USA ed URSS Reagan e Gorbaciov si incontrarono per la prima volta alle Nazioni Unite a Ginevra ebbero come unico punto di discussione in agenda proprio la prevenzione di una guerra nucleare per errore. Tale concetto li portò rapidamente (allora) a firmare il Trattato sulle Armi Nucleari Intermedie (euromissili) e a scongiurare così la guerra nucleare, come avevano fatto i loro predecessori Kennedy e Krusciov nell’ottobre 1962 ponendo fine alla crisi nucleare di Cuba ed al ritiro dei missili nucleari sovietici da Cuba ed americani dall’Italia e dalla Turchia.

Anche per tutto questo la Pace dovrebbe entrare al più presto e con urgenza nel curriculum di studi del maggior numero di persone e studenti, ed in particolare nello studio e nel lavoro di tutti gli operatori sanitari.

Dott. Michele Di Paolantonio
medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva
orientamento di Sanità Pubblica
Presidente dell’AIMPGN,
Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione della Guerra Nucleare


L’articolo è stato pubblicato sul periodico “La Perdonanza” – Edizioni Celestiniane – nel numero 138 (aprile-giugno 2023), in occasione del 40° anniversario dalla sua creazione.

Foto: 1-Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPAN); 2-Momento del 23° Congresso mondiale di IPPNW

Da alcuni membri del “Council for Foreign and Defense Policy” una condanna delle minacce nell’uso dell’atomica

Un importante Statement redatto il mese scorso da alcuni membri del “Council for Foreign and Defense Policy” (vedi riquadro) denuncia l’irresponsabile retorica di minaccia nell’uso dell’arma nucleare tattica in caso di sviluppi negativi nel conflitto in corso, sottolineando le conseguenze di distruzione globale e sofferenze non solo per il proprio popolo ma ad altri Paesi del mondo.

“Recentemente sono state rilasciate dichiarazioni (alcune delle quali rilasciate da membri dello SVOP) che promuovono, seppur con molte riserve, l’idea di un attacco nucleare preventivo da parte della Russia in caso di uno sviluppo negativo dell’operazione militare in Ucraina e nei territori dei paesi limitrofi. Coloro che fanno queste affermazioni non solo speculano sull’uso di armi nucleari tattiche sul territorio dell’Ucraina, ma propongono anche di attaccare i membri fondatori della NATO.

Siamo tutti ben consapevoli dei dati di studi precedenti e più recenti che mostrano l’entità delle possibili conseguenze della guerra nucleare. È altamente irresponsabile fare affidamento sulla speranza che un conflitto nucleare limitato possa essere gestito e impedito di degenerare in una guerra nucleare globale. Ciò significa che sono in gioco decine o addirittura centinaia di milioni di vite umane in Russia, Europa, Cina, Stati Uniti e altre parti del mondo. È una minaccia diretta per l’intera umanità.”

E ancora:

“È inaccettabile che la retorica pseudo-teorica e le affermazioni emotive, sulla scia dei cosiddetti talk show, creino nella società tali sentimenti che potrebbero portare a decisioni disastrose.

Questi non sono più concetti teorici. Non è solo una minaccia diretta a tutta l’umanità, ma anche una proposta molto concreta per uccidere tutte le persone che amiamo e a cui teniamo.”

E’ anche un appello rivolto ai propri stessi membri:

“Noi, membri del Consiglio per la politica estera e di difesa, riteniamo tali dichiarazioni assolutamente inaccettabili e le condanniamo inequivocabilmente. Nessuno dovrebbe mai ricattare l’umanità con la minaccia di un attacco con armi nucleari, figuriamoci dare l’ordine di usarle in combattimento.

Invitiamo tutti i membri della SVOP ad approvare questa dichiarazione.”

 

Seguono le numerose firme dei sottoscrittori, elencati nel dettaglio nel documento originale allegato.

NOTA: Questa dichiarazione riflette le opinioni dei soli firmatari e non rappresenta la posizione ufficiale del Consiglio. 


Council for Foreign and Defense Policy
Il “Council for Foreign and Defense Policy” (SVOP) è un’associazione pubblica non governativa fondata il 25 febbraio 1992 a Mosca da un gruppo di politici, leader di associazioni imprenditoriali, uomini d’affari, personaggi pubblici e statali, rappresentanti dei ministeri del potere, del complesso militare-industriale, della scienza e informazioni sui mass media.
La missione dell’organizzazione è aiutare a sviluppare e attuare concetti strategici per lo sviluppo della Russia, la sua politica estera e di difesa, la formazione dello stato russo e della società civile nel paese.
Impegnandosi per gli interessi nazionali e i valori democratici, SWAP risolve i compiti fissati, guidato dai principi di responsabilità, imparzialità, libertà di opinione e indipendenza di valutazione, approccio equilibrato e obiettivo alle questioni di strategia nazionale.

Le forme di lavoro quotidiano di SVOP sono riunioni informali regolari dei membri del Consiglio; tenendo conferenze, seminari, organizzando progetti di ricerca, attività informative, educative e di lobbying.

SWAP svolge le sue attività in stretta collaborazione con una serie di organi parlamentari e governativi: l’Amministrazione del Presidente della Federazione Russa, il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, il Ministero della Difesa della Federazione Russa, i Comitati del Duma di Stato della Federazione Russa e Consiglio della Federazione per gli Affari Esteri e la Difesa; altri ministeri e dipartimenti di potere; con istituti accademici e centri analitici leader in Russia e all’estero.


Il sostegno finanziario alle attività del Consiglio è fornito attraverso quote di sponsorizzazione, sovvenzioni, donazioni da parte di individui e organizzazioni non governative.


(traduzione dalla pagina: Committee on International Affairs of the State Duma )

Da numerose riviste mediche un editoriale chiesto a IPPNW. Urgente ridurre il pericolo di una guerra nucleare

Più di 100 riviste mediche, tra cui The Lancet, British Medical Journal, New England Journal of Medicine e JAMA, hanno chiesto congiuntamente misure urgenti per ridurre il crescente pericolo di una guerra nucleare e muoversi rapidamente verso l’eliminazione delle armi nucleari. In un momento di estesi combattimenti in Ucraina e crescenti tensioni in Corea, i leader della comunità sanitaria globale sottolineano che qualsiasi uso di armi nucleari sarebbe catastrofico per l’umanità.

L’invito all’azione senza precedenti si presenta sotto forma di un editoriale scritto in collaborazione con gli editori di 11 importanti riviste sanitarie e mediche, la World Association of Medical Editors e i leader dell’International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW). L’editoriale viene pubblicato questa settimana in concomitanza con l’inizio della riunione del Comitato preparatorio del Trattato di non proliferazione nucleare delle Nazioni Unite (TNP) e il 78° anniversario del bombardamento di Hiroshima.

“Il pericolo è grande e crescente”, avverte l’editoriale. “Gli Stati armati di armi nucleari devono eliminare i loro arsenali nucleari prima di eliminare noi”.

Citando la particolare responsabilità della comunità sanitaria, l’editoriale esorta “le associazioni professionali sanitarie a istruire i loro membri in tutto il mondo sulla minaccia alla sopravvivenza umana e ad unirsi all’IPPNW nel sostenere gli sforzi per ridurre i rischi a breve termine di una guerra nucleare”.

Invita gli Stati dotati di armi nucleari e i loro alleati a compiere tre passi immediati: “in primo luogo, adottare una politica di non primo utilizzo; secondo, togliere le proprie armi nucleari dall’allarme di attivazione; e, terzo, sollecitare tutti gli Stati coinvolti nei conflitti in corso a impegnarsi pubblicamente e inequivocabilmente a non utilizzare armi nucleari in questi conflitti.

L’editoriale li esorta inoltre a “lavorare per una fine permanente alla minaccia nucleare, sostenendo l’urgente apertura di negoziati tra gli Stati dotati di armi nucleari per un accordo verificabile e limitato nel tempo per eliminare le loro armi nucleari in conformità con gli impegni del TNP,  spianando la strada affinché tutte le nazioni aderiscano al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari”.

“Questo è uno sviluppo straordinario”, ha affermato Chris Zielinski della World Association of Medical Editors. “Le riviste mediche normalmente fanno di tutto per garantire che il materiale che pubblicano non appaia in nessun’altra rivista medica. Il fatto che tutte queste importanti riviste abbiano accettato di pubblicare lo stesso editoriale sottolinea l’estrema urgenza dell’attuale crisi nucleare e la necessità di un’azione tempestiva per affrontare questa minaccia esistenziale”.

“La comunità medica deve avvertire il pubblico in generale dell’enormità della minaccia che dobbiamo affrontare”, ha spiegato il dottor Arun Mitra, uno degli autori dell’editoriale. “È parte integrante della nostra responsabilità di operatori sanitari”.

“Dobbiamo sostenere gli sforzi delle organizzazioni della società civile come la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari e la campagna Back from the Brink negli Stati Uniti”, ha aggiunto il dott. Ira Helfand, un altro coautore.


Vedi: https://peaceandhealthblog.com/2023/08/02/medical-journals-issue-urgent-call-for-elimination-of-nuclear-weapons/