La sospensione del Trattato “New START”

Oltre gli scenari della guerra in Ucraina

“Il 28 febbraio scorso il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che formalizza la “sospensione” della partecipazione della Russia al Nuovo trattato di riduzione delle armi strategiche (New START) del 2010. La decisione era stata annunciata da Putin il 21 febbraio nel lungo e infuocato discorso alla nazione, ed entrambi i rami del parlamento russo l’hanno immediatamente ratificata. Il documento afferma che sarà il presidente a decidere se e quando la sospensione avrà termine.

Si è aperto così un altro capitolo nella crescente contrapposizione tra Russia e Stati Uniti e che aggrava ulteriormente il rischio di un confronto diretto, anche atomico, tra le due Superpotenze. Leggiamo alcuni estratti da questo documento redatto oggi dal professor Alessandro Pascolini.

La firma del Trattato New Start (2010) … e l’odierna disillusione

“Il New START (vedi https://ilbolive.unipd.it/it/news/armi-nucleari-crepuscolo-new-start), che limita la Russia e gli Stati Uniti a non più di 1.550 armi nucleari strategiche offensive per parte e fissa precise forme di reciproco controllo, era stato prorogato di comune accordo nel febbraio 2021 e scadrà nel febbraio 2026. È l’unico trattato bilaterale sulle armi nucleari ancora in vigore fra i due Paesi, essendo stati via via cancellati gli altri accordi per il controllo degli armamenti nucleari raggiunti a partire dagli anni ’70.

Il New START non considera la possibilità di sospensioni, ma solo piena adesione o recesso (…) Il New START è comunque soggetto alla Convenzione di Vienna sulla legge dei trattati, in vigore dal 1980, dato che ne sono parte sia la Russia che gli Stati Uniti, e la Convenzione prevede appunto anche l’istituto della sospensione di un trattato e ne fissa condizioni e procedure (parte V sezioni 3-5).

La sospensione può avvenire per violazione del trattato, o per impossibilità di rispettarne le condizioni, o a seguito di un “cambiamento sostanziale delle circostanze” (…)

Il professor Pascolini aggiunge ulteriori informazioni e considerazioni:

Va subito osservato che, fortunatamente, il Ministero degli affari esteri russo ha confermato che la Russia continuerà a rispettare i limiti previsti dal trattato sul numero di testate nucleari che può schierare, per cui l’obiettivo fondamentale del New START viene rispettato. (…) I possibili cambiamenti possono quindi riguardare essenzialmente le forme di verifica e di comunicazione fra le parti. Il New START prevede che gli Stati Uniti e la Russia effettuino 18 ispezioni in loco all’anno; a gennaio, gli Stati Uniti e la Russia avevano condotto 328 ispezioni ai sensi del trattato. Le ispezioni sono state sospese di comune accordo durante la pandemia, ma la Russia ha continuato a temporeggiare sulla ripresa delle ispezioni. L’8 agosto 2022 il Ministero degli esteri russo ha affermato che la sospensione rispondeva al tentativo di Washington di effettuare ispezioni “a condizioni che non tengono conto delle realtà esistenti e che stanno creando vantaggi unilaterali per gli Stati Uniti”.

E così prosegue:

L’aspetto più preoccupante della “sospensione” del New START sui rapporti Russia-USA è il superamento della separazione delle questioni strategiche dai problemi militari immediati. Ricordiamo che durante la Guerra fredda Mosca e Washington avevano recepito così chiaramente il fatto che le armi nucleari sono “a parte” rispetto agli altri strumenti bellici, che negoziati bilaterali e multilaterali sul controllo degli armamenti e la non proliferazione hanno perseverato e persino raggiunto importanti risultati nonostante atti di aggressione militare compiuti da una superpotenza contro paesi sostenuti dall’altra superpotenza (https://ilbolive.unipd.it/it/news/macerie-guerra-controllo-armamenti) (…) Ora invece questa distinzione dei livelli non è più accettata; come spiega il diplomatico russo e negoziatore del New START Anatoly Antonov: “abbiamo avvertito che il controllo degli armamenti non può essere isolato dalle realtà geopolitiche. Nelle circostanze attuali riteniamo ingiustificato, inopportuno e inappropriato invitare i militari statunitensi nelle nostre strutture strategiche”. La portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha avvertito che la Russia non intende discutere del New START mentre Washington continua ad armare l’Ucraina.


Qua sotto l’intero documento:

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Un minuto e mezzo

Quanto manca a mezzanotte?

Quanto manca alla mezzanotte dell’umanità? Un nuovo conteggio è svelato ieri 24 gennaio dal Bulletin of the Atomic Scientists e che ci porta ai virtuali 90 secondi prima della possibile sparizione dell’uomo sulla Terra. Il Doomsday Clock, l’orologio dell’Apocalisse, il simulatore di quanto si è vicini alla distruzione a causa di conflitti o incidenti nucleari. Dal professor Alessandro Pascolini – fisico nucleare, già docente dell’Università di Padova e vicedirettore di Isodarco – arriva questa dichiarazione.

 

“Il Doomsday Clock ci ricorda quanto sia delicato e incerto l’equilibrio che permette la sopravvivenza dell’umanità in presenza delle armi nucleari e di nuove destabilizzanti tecnologie nell’attuale fase dei cambiamenti climatici che condizionano la vita sul nostro pianeta: ogni anno dal 1947 segna quanto tempo rimane prima della mezzanotte antecedente al giorno del giudizio.

La prima indicazione all’inizio della guerra fredda (1947) fu di mezzanotte meno sette minuti; con l’acquisizione delle armi nucleari da parte dell’URSS (1949) le lancette vennero portate a 3 minuti da mezzanotte; un ulteriore aggravamento (e siamo a meno due minuti) si ha con lo sviluppo delle armi termonucleari (1953). Nel corso degli anni, a fronte dell’evoluzione del confronto nucleare fra le superpotenze e la proliferazione in altri paesi, l’orologio si è allontanato e avvicinato alla mezzanotte; il momento più sicuro si è avuto nel 1991 alla fine della guerra fredda (17 minuti da mezzanotte) per poi via via aggravarsi negli anni successivi per l’incapacità del mondo politico internazionale di superare il confronto nucleare e di affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico globale, fino a raggiungere lo scorso anno la distanza estremamente pericolosa di 100 secondi, ulteriormente aggravata quest’anno.
Il documento presentato (https://thebulletin.org/doomsday-clock/current-time/) risente pesantemente della guerra in Ucraina, con una precisa presa di posizione contro l’invasione russa. I temi affrontati sono, oltre alle problematiche della guerra, il rischio degli armamenti nucleari, gli effetti dei cambiamenti climatici, le minacce biologiche e delle tecnologie destabilizzanti.”

 

Qua sotto l’intero documento di Alessandro Pascolini.

 

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Un premio meritato

Promosso a pieni voti il lavoro multimediale di sensibilizzazione al disarmo nucleare realizzato dai ragazzi del liceo classico “Augusto” di Roma.

Avevamo segnalato nel dicembre 2021 l’incontro degli allievi con il prof. Manlio Giacanelli, presidente onorario di IPPNW-Italy, tenuto al liceo “Augusto” di Roma e da cui è scaturito un video di sensibilizzazione prodotto dai ragazzi stessi. Ed è notizia recente la premiazione del lavoro multimediale al concorso nazionale di giornalismo scolastico “Video sconosciuti”, evento tenuto nell’ottobre scorso a Piancastagnaio (SI).

Significativa la motivazione della commissione di valutazione:

“Le armi nucleari sono uno dei lasciti del XX secolo. Dopo Hiroshima e Nagasaki il mondo non è stato più lo stesso e la minaccia di un disastro nucleare ha sempre influenzato il dibattito mondiale. I ragazzi del Liceo Classico ‘Augusto’ prendono una posizione forte e, cosa altrettanto importante, la argomentano in modo forte. Testi chiari, documenti video, dati scientifici rendono il video d’impatto e convincente dando l’impressione di un lavoro ben pianificato e, soprattutto, realizzato con convinzione. Il montaggio è ben fatto e dà un certo tratto di professionalità a tutto il video, grazie anche alla qualità del materiale usato, dalle fonti alla musica”.

Da un anno a questa parte, la minaccia di un disastro nucleare diventa ancora più evidente a causa del conflitto in corso nel territorio dell’Ucraina. Minaccia – a dispetto di quanti ipotizzano effetti limitati ai territori in conflitto – che incombe su aree vastissime del pianeta, e le cui conseguenze sono esposte con rigore scientifico nel video realizzato.

La pagina descrittiva nel sito del liceo


Il video prodotto


L’attestato della premiazione

  • (link al documento allegato nella pagina del liceo)
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Gorbachev

 

Quasi un contrappeso tragico alle vicende belliche che stanno insanguinando il nostro continente. La scomparsa di Mickail Gorbachev, all’età di 91 anni e dopo una lunga malattia, accresce nel pensiero il divario tra le rivoluzionarie riforme Perestrojka e Glasnost decise come ultimo Presidente dell’Unione Sovietica (e gli appelli per il disarmo nucleare che ha via via poi lanciato nel corso della sua esistenza), e le minacce crescenti, col rischio sempre maggiore di un olocausto atomico, che il conflitto attuale sta generando.

 


Il comunicato diramato da AIMPGN

AIMPGN, Associazione Medica Italiana per la Prevenzione della Guerra Nucleare, piange la morte del presidente Mikhail Gorbacev.

La sua cortese accoglienza al Cremlino dei nostri Co-fondatori e Co-presidenti Bernard Lown ed Eugene Chazov, subito dopo il loro/nostro ricevimento a Oslo del Premio Nobel per la Pace 1985 – che si trasformò improvvisamente in un intenso pomeriggio di lavoro, terminato con la sua decisione unilaterale, ascoltando le posizioni forti dell’IPPNW, di vietare per sei mesi i test nucleari dell’URSS – testimoniano la sua grandezza che rimane un’indicazione vitale per gli incubi nucleari e la follia nucleare di oggi.

 

Riposa in pace, Presidente Gorbacev.


Vedi anche:


Immagine: Assieme a Michail Gorbaciov la delegazione IPPNW al IV Summit dei Premi Nobel per la Pace (Roma, 28 novembre 2003). A fianco, in prima fila, Ronald McCoy, presidente mondiale di IPPNW. Alle sue spalle, Michele Di Paolantonio e una giovane rappresentante dell’organizzazione.

Appello di IPPNW sugli attacchi alla centrale di Zaporizhzhia

In data 12 agosto 2022, i medici di IPPNW hanno rivolto un appello ai governi rappresentati alla Conferenza di Revisione del TNP, affinché venga fatto ogni sforzo per evitare attacchi militari alle centrali nucleari. E’ la risposta urgente e decisa alla situazione estremamente critica presso la centrale ucraina di Zaporizhzhia. “Condurre una guerra in un paese con reattori nucleari operativi non è mai accaduto e rompe un tabù”.


Centrale nucleare a Zaporizhzhya (Di Ralf1969 – Opera propria, CC BY-SA 3.0)

I medici dell’Organizzazione internazionale per la prevenzione della guerra nucleare (IPPNW) stanno esortando i governi che partecipano alla Conferenza di Revisione del Trattato di Non Proliferazione (TNP) a New York per chiedere un divieto di attacchi militari su impianti nucleari. Gli ostacoli all’accesso dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) alla centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina devono essere superati.

“Condurre una guerra in un paese con reattori nucleari operativi non è mai accaduto e rompe un tabù”, dice la Dr.ssa Angelika Claussen, Vice-Presidente IPPNW per l’Europa. “Ogni giorno che la guerra in Ucraina continua, aumenta la probabilità che si verifichi un disastro nucleare. Per questo chiediamo agli Stati firmatari del TNP di dichiarare che gli attacchi militari agli impianti nucleari debbono essere vietati”.

La centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata nuovamente colpita durante la notte di domenica. Sia l’Ucraina che la Russia si incolpano l’un l’altro per l’attacco. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha avvertito che ogni attacco alle centrali nucleari è “suicida”. L’AIEA ha cercato senza successo di accedere al reattore. Nel fine settimana il direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi ha avvertito del pericolo di un disastro nucleare che minaccia la salute pubblica e l’ambiente in Ucraina e nei paesi vicini e parlerà oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla necessità di accedere alla centrale.

La centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina orientale è la più grande in Europa con 6 blocchi di reattori, 3 dei quali sono stati chiusi, e una capacità di 5700 MW. È sotto il controllo russo dall’inizio di marzo. Il 2 marzo 2022, l’impianto subì il fuoco delle truppe russe durante i combattimenti e scoppiò un incendio in un centro di addestramento. A seguito del fuoco di artiglieria, sono stati segnalati danni nel blocco 1 del reattore e almeno due esplosioni hanno avuto luogo nella zona per lo stoccaggio a secco delle barre di combustibile esaurito – la radioattività non è stata rilasciata. Video dall’interno dell’impianto mostrano che i lavoratori ucraini hanno cercato di avvertire i soldati russi dei pericoli associati alle loro azioni.

Ci sono 15 blocchi di reattori operativi in 4 siti in Ucraina. Forniscono il 50% dell’elettricità necessaria nel Paese. Le centrali nucleari sono in pericolo quando la fornitura di energia elettrica viene interrotta da combattimenti armati o sabotaggi. Anche gli attacchi informatici rappresentano un pericolo immenso. Il raffreddamento nelle centrali nucleari dipende da un’alimentazione continua, anche quando l’impianto non è operativo.

Finora, non esistono norme chiare ai sensi del diritto internazionale sulle distanze di sicurezza o sulle zone intorno alle centrali nucleari. IPPNW invita pertanto la comunità internazionale – soprattutto in considerazione del pericolo in Ucraina – a colmare questa lacuna giuridica. È urgente che le truppe russe si ritirino dalle installazioni nucleari e queste devono essere dichiarate zone smilitarizzate al fine di proteggere i civili.

Per maggiori informazioni: Angelika Wilmen +49-30-698074-13, wilmen@ippnw.de

A questo link il testo originale. Traduzione di Isa Evangelisti.


Una grave violazione delle Convenzioni internazionali

E’ sottolineata da Joachim Lau, giurista internazionalista e membro del board di IALANA – International Association Of Lawyers Against Nuclear Arms – la gravità anche normativa del conflitto in corso presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia, anche ai sensi del Diritto internazionale – in riferimento nella fattispecie alle Convenzioni di Ginevra (Protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 e relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali – Ginevra, 8 giugno 1977).

Ai sensi dell’articolo 85, paragrafo 3, lettera c), del I Protocollo aggiuntivo del 1977, “l’avvio di un attacco contro opere o installazioni contenenti forze pericolose (centrali nucleari) nella consapevolezza che tale attacco causerà perdite eccessive di vite umane, danni a civili o danni a cose civili” costituisce una grave violazione del Protocollo.

Questo avrà un seguito in ambito penale e civile contro il personale militare e contro lo Stato responsabile che non può reclamare la sua immunità giurisdizionale dinanzi al giudice di un altro Stato competente.

Nota: La pagina originale del Protocollo aggiuntivo I: 
https://ihl-databases.icrc.org/customary-ihl/eng/docs/v2_rul_rule42