Nuova guerra in Medio Oriente. Comunicato congiunto da IPB – METO – IPPNW

L’International Peace Bureau (IPB), Middle East Treaty Organization (METO) e International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW) sono profondamente preoccupate per l’escalation di violenza israelo-palestinese senza precedenti lanciata la mattina di sabato 7 ottobre, che ha già provocato la perdita di centinaia di vite. La paura, il panico e l’incertezza che i cittadini israeliani e palestinesi provano in questi momenti richiedono la nostra compassione e comprensione, anche se la misura in cui il conflitto si intensificherà rimane poco chiara.”

Inizia così il comunicato congiunto che le tre Organizzazioni internazionali hanno rivolto alla comunità mondiale, dopo l’improvviso accendersi del conflitto che sta insanguinando le terre e le popolazioni di Israele e della Palestina. E prosegue:

“Il bilancio delle vittime non può continuare a salire. I firmatari di questa dichiarazione chiedono quindi un’immediata attenzione globale per allentare il conflitto e fornire assistenza umanitaria sul campo. Inoltre, invitiamo la comunità internazionale a sostenere la cessazione immediata degli attacchi, dei rapimenti di civili e degli attacchi alle infrastrutture non militari. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve essere all’altezza delle responsabilità previste dalla sua Carta per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Dovrebbe urgentemente chiedere a tutte le parti di fermare la violenza e di rispettare e proteggere la vita dei civili, in particolare dei bambini.”

“Non esiste una soluzione militare alla multiforme e complessa crisi tra Israele e Palestina; riconosciamo la profonda sofferenza dei palestinesi e degli israeliani anche sotto lo status quo, compresa la violenza dei coloni, gli attacchi terroristici, la violenza economica e un costante ambiente di paura in caso di violazione del diritto internazionale. Le radici del conflitto sono profonde e possono essere affrontate soltanto quando non è presente violenza immediata e diretta.”

L’appello quindi coinvolge entrambe le parti del conflitto, entrambe responsabili della violenza sui civili. E rivolgendosi in particolare alla Lega degli Stati Arabi per impegnarsi in negoziati sulla base della Arab Peace Initiative.

Esige quindi:

  • Una cessazione immediata della violenza, in particolare degli attacchi contro le infrastrutture civili;
  • Lo scambio immediato di ostaggi e prigionieri per motivi umanitari;
  • La creazione di un corridoio umanitario per il passaggio sicuro dei servizi di emergenza e degli aiuti;
  • La comunità internazionale, in particolare la Lega degli Stati arabi, all’impegno in negoziati basati sull’Arab Peace Initiative (API), l’unica soluzione globale al conflitto arabo-israeliano in Medio Oriente.
Nota: L’Arab Peace Initiative è un piano di pace globale proposto nel 2002 dall’allora principe ereditario Abdullah dell’Arabia Saudita. L’Iniziativa chiede la fine del conflitto tra Israele e i palestinesi e la normalizzazione delle relazioni tra Israele e l’intero mondo arabo, in cambio del ritiro israeliano dalle aree conquistate da Israele durante la Guerra dei Sei Giorni del 1967.

Vedi anche:
(da Al Jazeera): https://www.aljazeera.com/news/2010/3/28/the-arab-peace-initiative
(da Middle East Monitor): https://www.middleeastmonitor.com/20210328-remembering-the-2002-arab-peace-initiative/
(da Wikipedia): https://en.wikipedia.org/wiki/Arab_Peace_Initiative

Qua sotto il documento originale:

CESSATE IL FUOCO: Primo atto per prevenire la guerra nucleare

Il 15 maggio 1987 l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, adottò una Risoluzione ed il Rapporto “Effetti della Guerra Nucleare sulla Salute e sui Servizi Sanitari” che statuì che di fronte ad una guerra nucleare anche limitata l’unica risposta sanitaria possibile è la prevenzione primaria: disarmo. Il Rapporto anticipò di due settimane l’accordo USA/URSS del 31 maggio successivo che rimosse i missili nucleari intermedi dall’Europa, scongiurando allora la guerra nucleare. Uno sviluppo tardivo di quella prescrizione avvenne il 23 dicembre 2016 all’ONU, con la convocazione della Conferenza per il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN).

Il rappresentante italiano, che votò dapprima a favore, dovette negare il voto favorevole subito dopo. Il Trattato, adottato il 20 settembre 2017 a Ginevra, ebbe invece come primo firmatario lo Stato Città del Vaticano.

L’edizione italiana del Rapporto OMS fu curata dalla Sezione Italiana dell’IPPNW, Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985, che promosse con la Croce Rossa Internazionale, a partire dal Working Meeting del Segretariato dei Summit dei Premi Nobel per la Pace di preparazione del Summit che si svolse nell’ottobre 2010 ad Hiroshima (Roma, Hotel San Pietro, 24 e 25 aprile 2010), l’azione globale verso la Conferenza per il TPAN, per il raggiungimento del quale il Premio Nobel per la Pace 2017 fu assegnato proprio ad ICAN, Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari, che l’IPPNW aveva fondato nel 2007.

A conclusione del suo ultimo 23° Congresso Mondiale, tenuto per la prima volta in Africa, a Mombasa, a fine aprile 2023, l’IPPNW ha lanciato l’Appello di Mombasa per il Cessate il Fuoco in Ucraina, come primissima urgente decisione da prendersi al fine di fermare la guerra e di prevenire la guerra nucleare. A questo fine ogni sforzo è prezioso, per cui la Sezione Italiana dell’Internazionale Medici saluta con profonda riconoscenza le missioni svolte a Kiev e Mosca dal Cardinale Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in rappresentanza di Papa Francesco.

Nel 1978 l’OMS organizzò ad Alma Ata la Conferenza Mondiale “Salute per tutti nell’anno 2000”. Questo obiettivo, a causa di tante guerre, fu ampiamente fallito, per cui, al proprio Congresso Mondiale di Helsinki del 2006 l’IPPNW lanciò l’impegno “Pace attraverso la Salute”. Alla luce del fatto che la stessa guerra nucleare per errore umano o tecnico è tra gli addetti ai lavori una terribile realtà, le Nazioni Unite, di cui l’OMS è l’Agenzia per la Salute, hanno deciso di dedicare ogni anno il 26 settembre alla giornata mondiale contro le armi nucleari, in onore del colonnello Petrov, che il 26 settembre 1983, con una propria coraggiosa (e non scontata!) decisione personale scongiurò (allora) la guerra nucleare per errore.

Non a caso quando il 7 novembre 1985 i Presidenti di USA ed URSS Reagan e Gorbaciov si incontrarono per la prima volta alle Nazioni Unite a Ginevra ebbero come unico punto di discussione in agenda proprio la prevenzione di una guerra nucleare per errore. Tale concetto li portò rapidamente (allora) a firmare il Trattato sulle Armi Nucleari Intermedie (euromissili) e a scongiurare così la guerra nucleare, come avevano fatto i loro predecessori Kennedy e Krusciov nell’ottobre 1962 ponendo fine alla crisi nucleare di Cuba ed al ritiro dei missili nucleari sovietici da Cuba ed americani dall’Italia e dalla Turchia.

Anche per tutto questo la Pace dovrebbe entrare al più presto e con urgenza nel curriculum di studi del maggior numero di persone e studenti, ed in particolare nello studio e nel lavoro di tutti gli operatori sanitari.

Dott. Michele Di Paolantonio
medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva
orientamento di Sanità Pubblica
Presidente dell’AIMPGN,
Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione della Guerra Nucleare


L’articolo è stato pubblicato sul periodico “La Perdonanza” – Edizioni Celestiniane – nel numero 138 (aprile-giugno 2023), in occasione del 40° anniversario dalla sua creazione.

Foto: 1-Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPAN); 2-Momento del 23° Congresso mondiale di IPPNW

Da numerose riviste mediche un editoriale chiesto a IPPNW. Urgente ridurre il pericolo di una guerra nucleare

Più di 100 riviste mediche, tra cui The Lancet, British Medical Journal, New England Journal of Medicine e JAMA, hanno chiesto congiuntamente misure urgenti per ridurre il crescente pericolo di una guerra nucleare e muoversi rapidamente verso l’eliminazione delle armi nucleari. In un momento di estesi combattimenti in Ucraina e crescenti tensioni in Corea, i leader della comunità sanitaria globale sottolineano che qualsiasi uso di armi nucleari sarebbe catastrofico per l’umanità.

L’invito all’azione senza precedenti si presenta sotto forma di un editoriale scritto in collaborazione con gli editori di 11 importanti riviste sanitarie e mediche, la World Association of Medical Editors e i leader dell’International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW). L’editoriale viene pubblicato questa settimana in concomitanza con l’inizio della riunione del Comitato preparatorio del Trattato di non proliferazione nucleare delle Nazioni Unite (TNP) e il 78° anniversario del bombardamento di Hiroshima.

“Il pericolo è grande e crescente”, avverte l’editoriale. “Gli Stati armati di armi nucleari devono eliminare i loro arsenali nucleari prima di eliminare noi”.

Citando la particolare responsabilità della comunità sanitaria, l’editoriale esorta “le associazioni professionali sanitarie a istruire i loro membri in tutto il mondo sulla minaccia alla sopravvivenza umana e ad unirsi all’IPPNW nel sostenere gli sforzi per ridurre i rischi a breve termine di una guerra nucleare”.

Invita gli Stati dotati di armi nucleari e i loro alleati a compiere tre passi immediati: “in primo luogo, adottare una politica di non primo utilizzo; secondo, togliere le proprie armi nucleari dall’allarme di attivazione; e, terzo, sollecitare tutti gli Stati coinvolti nei conflitti in corso a impegnarsi pubblicamente e inequivocabilmente a non utilizzare armi nucleari in questi conflitti.

L’editoriale li esorta inoltre a “lavorare per una fine permanente alla minaccia nucleare, sostenendo l’urgente apertura di negoziati tra gli Stati dotati di armi nucleari per un accordo verificabile e limitato nel tempo per eliminare le loro armi nucleari in conformità con gli impegni del TNP,  spianando la strada affinché tutte le nazioni aderiscano al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari”.

“Questo è uno sviluppo straordinario”, ha affermato Chris Zielinski della World Association of Medical Editors. “Le riviste mediche normalmente fanno di tutto per garantire che il materiale che pubblicano non appaia in nessun’altra rivista medica. Il fatto che tutte queste importanti riviste abbiano accettato di pubblicare lo stesso editoriale sottolinea l’estrema urgenza dell’attuale crisi nucleare e la necessità di un’azione tempestiva per affrontare questa minaccia esistenziale”.

“La comunità medica deve avvertire il pubblico in generale dell’enormità della minaccia che dobbiamo affrontare”, ha spiegato il dottor Arun Mitra, uno degli autori dell’editoriale. “È parte integrante della nostra responsabilità di operatori sanitari”.

“Dobbiamo sostenere gli sforzi delle organizzazioni della società civile come la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari e la campagna Back from the Brink negli Stati Uniti”, ha aggiunto il dott. Ira Helfand, un altro coautore.


Vedi: https://peaceandhealthblog.com/2023/08/02/medical-journals-issue-urgent-call-for-elimination-of-nuclear-weapons/

Il mondo ha urgente bisogno di cambiare rotta

La dichiarazione finale al termine del 23°Congresso mondiale di IPPNW

Qua la traduzione di alcuni passaggi del documento.

E’ una dichiarazione drammatica a tutto tondo, e sono tanti gli scenari di crisi che IPPNW nel corso del suo 23° Congresso ha sottolineato. Dal recente ripetersi del conflitto in Sudan e il susseguirsi di guerre che investono il continente africano alla guerra che in Ucraina, al secondo anno dall’invasione, ha già colpito più di 20 mila civili e milioni di sfollati in altri Paesi. E ricordando come nonostante l’impatto tragico della passata pandemia la comunità umana non abbia saputo rispondere con la capacità globale di affrontare situazioni di emergenza sanitaria, anzi riportando il divario tra nazioni ricche e povere anche nelle azioni di supporto, cura e distribuzione dei vaccini.

“Il mondo nel 2023 affronta due crisi esistenziali gemelle che sono state esacerbate da una pandemia globale da cui dobbiamo ancora riprenderci completamente. Siamo a maggior rischio di guerra nucleare che in qualsiasi momento dalla guerra fredda degli anni ’80. E il ritmo accelerato della crisi climatica, guidato dalle emissioni di carbonio derivanti dalla combustione incontrollata di combustibili fossili, sta portando eventi meteorologici estremi, interruzioni agricole, innalzamento del livello del mare e malattie trasmesse da vettori in ogni angolo del mondo. I milioni di morti per Covid-19 in un periodo di due anni non solo hanno testato la capacità globale di affrontare un’emergenza sanitaria pubblica su così vasta scala, ma hanno anche esposto le disuguaglianze nell’accesso ai vaccini e ai trattamenti tra nazioni ricche e in difficoltà. Non sorprende che il Doomsday Clock sia stato recentemente ripristinato a 90 secondi prima di mezzanotte, il più vicino che sia mai stato alla catastrofe globale.”

E il conflitto in corso in Europa ha accresciuto ancora di più l’ipotesi di un confronto con armi anche nucleari.

“Eppure i gravi impatti globali di una guerra che ha portato la Russia in conflitto diretto con gli Stati Uniti e la NATO impallidiscono rispetto a quello che accadrebbe se la soglia nucleare fosse superata. Che siano usati in Ucraina, nell’Asia meridionale, dove due stati dotati di armi nucleari, India e Pakistan, hanno combattuto quattro guerre a tutti gli effetti, o durante qualsiasi altro conflitto, l’uso di armi nucleari, per qualsiasi motivo, quasi certamente si trasformerebbe in una guerra nucleare che ucciderebbe milioni di persone a titolo definitivo. La guerra nucleare causerebbe un disastro climatico di un altro tipo, immergendo il mondo in un inverno nucleare in cui l’agricoltura crollerebbe e la scarsità di cibo minaccerebbe miliardi di persone di fame, non importa quanto fossero lontane dal conflitto stesso.”

Anche al nucleare civile IPPNW ha dato una riflessione del tutto critica e allarmata.

“L’energia nucleare, che è una risposta costosa, inefficace e pericolosa alla crisi climatica, alimenta anche la proliferazione nucleare aumentando inestricabilmente i materiali fissili e la capacità di produrli. Come stiamo vedendo in Ucraina, i reattori nucleari sono obiettivi militari vulnerabili, essenzialmente enormi disastri radiologici pre-posizionati in attesa. Investimenti malriposti nell’energia nucleare, oltre ad esacerbare questo pericolo, ritardano il rapido aumento delle energie rinnovabili, l’aumento dell’efficienza energetica e lo stoccaggio dell’energia.

La spesa per armi militari e nucleari devia enormi risorse e crea enormi costi di opportunità che diminuiscono e ritardano l’azione per il clima e rubano anche risorse da molte altre aree di necessità umana e ambientale, tra cui salute, alloggio e istruzione. La militarizzazione e i conflitti armati alimentano tensioni che diminuiscono la cooperazione internazionale in molte aree, tra cui l’azione per il clima e il disarmo.

E ancora una volta, la conclusione sottolinea come rimane la prevenzione l’unica risorsa capace di far fronte alle sfide globali del nostro secolo: la possibile catastrofe nucleare e la crisi climatica.

“Come professionisti della salute, abbiamo imparato decenni fa che non ci può essere una risposta medica a una guerra nucleare. Ora stiamo imparando che la nostra capacità di rispondere efficacemente alle emergenze estreme di salute pubblica precipitate e moltiplicate per le alterazioni causate dall’uomo al clima mondiale, viene messa a dura prova. Inoltre, quelli che sono più vulnerabili agli effetti della crisi climatica sono più spesso quelli senza le risorse per mitigare il danno. Lo vediamo in Africa e in altre parti del mondo post-coloniale, dove l’accesso alla tecnologia, all’assistenza sanitaria e ai servizi di base sono nel migliore dei casi inadeguati e dove le nazioni ricche continuano a sfruttare i paesi svantaggiati per risorse, come l’uranio per le armi nucleari.

La nostra responsabilità è quella di prevenire ciò che non possiamo curare. IPPNW si dedica nuovamente in questo 23° Congresso Mondiale, a Mombasa, in Kenya, a un mondo abitabile libero dalla minaccia dell’estinzione nucleare e della catastrofe climatica.”


“The world urgently needs to change course”Il testo completo della dichiarazione finale


Qua sotto il “Mombasa Appeal” – l’appello per la pace e la prevenzione della guerra nucleare


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Mombasa IPPNW Appeal

Mombasa Appeal per la pace e prevenzione della guerra nucleare

E’ terminato oggi, 30 aprile a Mombasa (Kenya), il 23° Congresso mondiale di IPPNW (qua l’annuncio del Congresso e la pagina con il programma degli eventi) al termine del quale, stante il continuo aggravarsi del conflitto in Ucraina, è stato emesso questo appello urgente.

In basso nella pagina è disponibile il documento originale in formato PDF. Foto originali di Bimal Khadka.


“Al nostro 23° Congresso Mondiale a Mombasa nell’aprile 2023, noi, International Physicians for the Prevention of Nuclear War, abbiamo discusso sui rischi e le conseguenze imminenti dell’attuale situazione di crisi sul nostro pianeta. La guerra in Ucraina comporta costi enormi principalmente per le persone, ma non solo in Ucraina, e provoca sofferenze indicibili. Così tanti civili e soldati di entrambe le parti hanno perso la vita, la salute e i mezzi di sussistenza. Inoltre, l’approvvigionamento alimentare globale ha già sofferto e i prezzi dei beni di prima necessità stanno aumentando. Secondo i dati attuali, la fame in Africa rischia di aumentare del 117% se la guerra non viene fermata immediatamente.

Fondamentalmente c’è un rischio reale e crescente che il mondo entri in una guerra nucleare nel prossimo futuro. Ad ogni giorno della guerra in corso in Ucraina, questo rischio aumenta.

Allo stesso tempo, il conflitto su Taiwan minaccia di intensificarsi ulteriormente, compreso il pericolo di una guerra nucleare che coinvolge Cina e Stati Uniti.

La guerra nucleare quasi certamente non rimarrà limitata. I giochi di pianificazione militare portano regolarmente all’escalation totale e all’annientamento reciproco una volta utilizzate le armi nucleari.

Il principio della deterrenza nucleare, sostanzialmente immutato dalla Guerra Fredda, con la credibile minaccia di mutuo annientamento totale dovuto al suo fallimento, minaccia l’esistenza umana.

Una sola bomba può distruggere completamente il nucleo urbano di una grande città, con centinaia di migliaia di morti, feriti e contaminati. L’uso di molte bombe nucleari, come è probabile in una guerra nucleare, non solo porterebbe a molti milioni di morti e feriti, ma distruggerebbe le infrastrutture chiave, le vie di trasporto, l’approvvigionamento alimentare e il sistema sanitario. Il recupero richiederebbe decenni. Noi medici dobbiamo chiarire: in caso di guerra nucleare, non ci sarà assistenza medica. Non saremo in grado di aiutarvi – e neanche noi stessi!

Mentre già l’uso di meno di 100 armi nucleari avrebbe gravi ripercussioni sulla produzione alimentare globale e causerebbe fino a 2 miliardi di vittime della fame, le conseguenze umanitarie e i rischi di una guerra nucleare totale sarebbero devastanti. Sia la Russia che gli Stati Uniti possiedono oltre 5000 armi nucleari dispiegabili. L’utilizzo anche solo di una parte di essi comporterebbe un cambiamento climatico con un calo sostenuto della temperatura media di oltre 10°C. La vita allora non sarebbe più possibile in gran parte del pianeta, l’inverno nucleare.

In una guerra nucleare non ci sono vincitori, solo vinti. Allora i milioni di vittime immediate saranno i fortunati, poi i vivi invidieranno i morti.

Al massimo paragonabile alla situazione del 1962 e al secondo picco della Guerra Fredda negli anni ’80, l’umanità oggi si trova a un bivio. Troverà la strada per tornare alle sue nobili capacità di riconciliazione, cooperazione ed empatia, oppure seguirà le sue inclinazioni più oscure di avidità, vendetta e distruttività divorante.

Come medici, ci rivolgiamo quindi a coloro che hanno la responsabilità della sopravvivenza di tutti noi a nome di tutta l’umanità: gli avversari nella guerra, il presidente Putin e il presidente Zelensky; i governi degli stati dotati di armi nucleari, in particolare i presidenti Biden e Xi Jinping; e i governi dei paesi della NATO e tutti coloro che sono coinvolti nel conflitto in qualsiasi modo.

Chiediamo:

  1. Un cessate il fuoco immediato.
  2. Il ritiro immediato di tutte le forze d’invasione.
  3. L’astensione da tutte le misure che portano a un’ulteriore escalation della guerra.
  4. La rinuncia dichiarata all’uso delle armi nucleari da parte di tutti gli Stati dotati di armi nucleari
  5. L’avvio di seri negoziati su una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina.

Esistono numerose iniziative e proposte che potrebbero servire da base per tali negoziati.

A causa della fondata preoccupazione che il conflitto su Taiwan si trasformi anche in una guerra che minaccia l’umanità, le nostre richieste 3, 4 e 5 si applicano analogamente anche qui.

Chiediamo inoltre che le potenze nucleari avviino negoziati in buona fede su misure efficaci per porre fine alla corsa agli armamenti nucleari nel prossimo futuro e per raggiungere il completo disarmo nucleare, come si sono impegnate a fare nell’articolo 6 del Trattato di non Proliferazione delle armi nucleari.

Per contrastare efficacemente il pericolo di annientamento nucleare, proponiamo che tutti gli Stati – in particolare quelli che finora hanno fatto affidamento sull’illusoria sicurezza fornita dalle armi nucleari – firmino il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

A tutte le persone con menti creative e capacità di moderazione, facciamo appello: poniamo fine alla spirale mortale dell’escalation e rientriamo in una convivenza pacifica.

Questa potrebbe essere l’ultima possibilità per noi umani di chiudere il vaso di Pandora e optare per la sopravvivenza comune invece che per l’annientamento reciproco.

E una volta superata l’attuale crisi, dobbiamo tornare agli altri pericoli esistenziali che l’umanità deve affrontare: la crisi climatica, il degrado ambientale e il continuo divario tra ricchi e poveri. Avremo bisogno di tutte le abilità e virtù umane per garantire la sopravvivenza a lungo termine sul nostro meraviglioso pianeta.”

 

Qua il documento originale:

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