Il mondo ha urgente bisogno di cambiare rotta

La dichiarazione finale al termine del 23°Congresso mondiale di IPPNW

Qua la traduzione di alcuni passaggi del documento.

E’ una dichiarazione drammatica a tutto tondo, e sono tanti gli scenari di crisi che IPPNW nel corso del suo 23° Congresso ha sottolineato. Dal recente ripetersi del conflitto in Sudan e il susseguirsi di guerre che investono il continente africano alla guerra che in Ucraina, al secondo anno dall’invasione, ha già colpito più di 20 mila civili e milioni di sfollati in altri Paesi. E ricordando come nonostante l’impatto tragico della passata pandemia la comunità umana non abbia saputo rispondere con la capacità globale di affrontare situazioni di emergenza sanitaria, anzi riportando il divario tra nazioni ricche e povere anche nelle azioni di supporto, cura e distribuzione dei vaccini.

“Il mondo nel 2023 affronta due crisi esistenziali gemelle che sono state esacerbate da una pandemia globale da cui dobbiamo ancora riprenderci completamente. Siamo a maggior rischio di guerra nucleare che in qualsiasi momento dalla guerra fredda degli anni ’80. E il ritmo accelerato della crisi climatica, guidato dalle emissioni di carbonio derivanti dalla combustione incontrollata di combustibili fossili, sta portando eventi meteorologici estremi, interruzioni agricole, innalzamento del livello del mare e malattie trasmesse da vettori in ogni angolo del mondo. I milioni di morti per Covid-19 in un periodo di due anni non solo hanno testato la capacità globale di affrontare un’emergenza sanitaria pubblica su così vasta scala, ma hanno anche esposto le disuguaglianze nell’accesso ai vaccini e ai trattamenti tra nazioni ricche e in difficoltà. Non sorprende che il Doomsday Clock sia stato recentemente ripristinato a 90 secondi prima di mezzanotte, il più vicino che sia mai stato alla catastrofe globale.”

E il conflitto in corso in Europa ha accresciuto ancora di più l’ipotesi di un confronto con armi anche nucleari.

“Eppure i gravi impatti globali di una guerra che ha portato la Russia in conflitto diretto con gli Stati Uniti e la NATO impallidiscono rispetto a quello che accadrebbe se la soglia nucleare fosse superata. Che siano usati in Ucraina, nell’Asia meridionale, dove due stati dotati di armi nucleari, India e Pakistan, hanno combattuto quattro guerre a tutti gli effetti, o durante qualsiasi altro conflitto, l’uso di armi nucleari, per qualsiasi motivo, quasi certamente si trasformerebbe in una guerra nucleare che ucciderebbe milioni di persone a titolo definitivo. La guerra nucleare causerebbe un disastro climatico di un altro tipo, immergendo il mondo in un inverno nucleare in cui l’agricoltura crollerebbe e la scarsità di cibo minaccerebbe miliardi di persone di fame, non importa quanto fossero lontane dal conflitto stesso.”

Anche al nucleare civile IPPNW ha dato una riflessione del tutto critica e allarmata.

“L’energia nucleare, che è una risposta costosa, inefficace e pericolosa alla crisi climatica, alimenta anche la proliferazione nucleare aumentando inestricabilmente i materiali fissili e la capacità di produrli. Come stiamo vedendo in Ucraina, i reattori nucleari sono obiettivi militari vulnerabili, essenzialmente enormi disastri radiologici pre-posizionati in attesa. Investimenti malriposti nell’energia nucleare, oltre ad esacerbare questo pericolo, ritardano il rapido aumento delle energie rinnovabili, l’aumento dell’efficienza energetica e lo stoccaggio dell’energia.

La spesa per armi militari e nucleari devia enormi risorse e crea enormi costi di opportunità che diminuiscono e ritardano l’azione per il clima e rubano anche risorse da molte altre aree di necessità umana e ambientale, tra cui salute, alloggio e istruzione. La militarizzazione e i conflitti armati alimentano tensioni che diminuiscono la cooperazione internazionale in molte aree, tra cui l’azione per il clima e il disarmo.

E ancora una volta, la conclusione sottolinea come rimane la prevenzione l’unica risorsa capace di far fronte alle sfide globali del nostro secolo: la possibile catastrofe nucleare e la crisi climatica.

“Come professionisti della salute, abbiamo imparato decenni fa che non ci può essere una risposta medica a una guerra nucleare. Ora stiamo imparando che la nostra capacità di rispondere efficacemente alle emergenze estreme di salute pubblica precipitate e moltiplicate per le alterazioni causate dall’uomo al clima mondiale, viene messa a dura prova. Inoltre, quelli che sono più vulnerabili agli effetti della crisi climatica sono più spesso quelli senza le risorse per mitigare il danno. Lo vediamo in Africa e in altre parti del mondo post-coloniale, dove l’accesso alla tecnologia, all’assistenza sanitaria e ai servizi di base sono nel migliore dei casi inadeguati e dove le nazioni ricche continuano a sfruttare i paesi svantaggiati per risorse, come l’uranio per le armi nucleari.

La nostra responsabilità è quella di prevenire ciò che non possiamo curare. IPPNW si dedica nuovamente in questo 23° Congresso Mondiale, a Mombasa, in Kenya, a un mondo abitabile libero dalla minaccia dell’estinzione nucleare e della catastrofe climatica.”


“The world urgently needs to change course”Il testo completo della dichiarazione finale


Qua sotto il “Mombasa Appeal” – l’appello per la pace e la prevenzione della guerra nucleare


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Mombasa IPPNW Appeal

Mombasa Appeal per la pace e prevenzione della guerra nucleare

E’ terminato oggi, 30 aprile a Mombasa (Kenya), il 23° Congresso mondiale di IPPNW (qua l’annuncio del Congresso e la pagina con il programma degli eventi) al termine del quale, stante il continuo aggravarsi del conflitto in Ucraina, è stato emesso questo appello urgente.

In basso nella pagina è disponibile il documento originale in formato PDF. Foto originali di Bimal Khadka.


“Al nostro 23° Congresso Mondiale a Mombasa nell’aprile 2023, noi, International Physicians for the Prevention of Nuclear War, abbiamo discusso sui rischi e le conseguenze imminenti dell’attuale situazione di crisi sul nostro pianeta. La guerra in Ucraina comporta costi enormi principalmente per le persone, ma non solo in Ucraina, e provoca sofferenze indicibili. Così tanti civili e soldati di entrambe le parti hanno perso la vita, la salute e i mezzi di sussistenza. Inoltre, l’approvvigionamento alimentare globale ha già sofferto e i prezzi dei beni di prima necessità stanno aumentando. Secondo i dati attuali, la fame in Africa rischia di aumentare del 117% se la guerra non viene fermata immediatamente.

Fondamentalmente c’è un rischio reale e crescente che il mondo entri in una guerra nucleare nel prossimo futuro. Ad ogni giorno della guerra in corso in Ucraina, questo rischio aumenta.

Allo stesso tempo, il conflitto su Taiwan minaccia di intensificarsi ulteriormente, compreso il pericolo di una guerra nucleare che coinvolge Cina e Stati Uniti.

La guerra nucleare quasi certamente non rimarrà limitata. I giochi di pianificazione militare portano regolarmente all’escalation totale e all’annientamento reciproco una volta utilizzate le armi nucleari.

Il principio della deterrenza nucleare, sostanzialmente immutato dalla Guerra Fredda, con la credibile minaccia di mutuo annientamento totale dovuto al suo fallimento, minaccia l’esistenza umana.

Una sola bomba può distruggere completamente il nucleo urbano di una grande città, con centinaia di migliaia di morti, feriti e contaminati. L’uso di molte bombe nucleari, come è probabile in una guerra nucleare, non solo porterebbe a molti milioni di morti e feriti, ma distruggerebbe le infrastrutture chiave, le vie di trasporto, l’approvvigionamento alimentare e il sistema sanitario. Il recupero richiederebbe decenni. Noi medici dobbiamo chiarire: in caso di guerra nucleare, non ci sarà assistenza medica. Non saremo in grado di aiutarvi – e neanche noi stessi!

Mentre già l’uso di meno di 100 armi nucleari avrebbe gravi ripercussioni sulla produzione alimentare globale e causerebbe fino a 2 miliardi di vittime della fame, le conseguenze umanitarie e i rischi di una guerra nucleare totale sarebbero devastanti. Sia la Russia che gli Stati Uniti possiedono oltre 5000 armi nucleari dispiegabili. L’utilizzo anche solo di una parte di essi comporterebbe un cambiamento climatico con un calo sostenuto della temperatura media di oltre 10°C. La vita allora non sarebbe più possibile in gran parte del pianeta, l’inverno nucleare.

In una guerra nucleare non ci sono vincitori, solo vinti. Allora i milioni di vittime immediate saranno i fortunati, poi i vivi invidieranno i morti.

Al massimo paragonabile alla situazione del 1962 e al secondo picco della Guerra Fredda negli anni ’80, l’umanità oggi si trova a un bivio. Troverà la strada per tornare alle sue nobili capacità di riconciliazione, cooperazione ed empatia, oppure seguirà le sue inclinazioni più oscure di avidità, vendetta e distruttività divorante.

Come medici, ci rivolgiamo quindi a coloro che hanno la responsabilità della sopravvivenza di tutti noi a nome di tutta l’umanità: gli avversari nella guerra, il presidente Putin e il presidente Zelensky; i governi degli stati dotati di armi nucleari, in particolare i presidenti Biden e Xi Jinping; e i governi dei paesi della NATO e tutti coloro che sono coinvolti nel conflitto in qualsiasi modo.

Chiediamo:

  1. Un cessate il fuoco immediato.
  2. Il ritiro immediato di tutte le forze d’invasione.
  3. L’astensione da tutte le misure che portano a un’ulteriore escalation della guerra.
  4. La rinuncia dichiarata all’uso delle armi nucleari da parte di tutti gli Stati dotati di armi nucleari
  5. L’avvio di seri negoziati su una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina.

Esistono numerose iniziative e proposte che potrebbero servire da base per tali negoziati.

A causa della fondata preoccupazione che il conflitto su Taiwan si trasformi anche in una guerra che minaccia l’umanità, le nostre richieste 3, 4 e 5 si applicano analogamente anche qui.

Chiediamo inoltre che le potenze nucleari avviino negoziati in buona fede su misure efficaci per porre fine alla corsa agli armamenti nucleari nel prossimo futuro e per raggiungere il completo disarmo nucleare, come si sono impegnate a fare nell’articolo 6 del Trattato di non Proliferazione delle armi nucleari.

Per contrastare efficacemente il pericolo di annientamento nucleare, proponiamo che tutti gli Stati – in particolare quelli che finora hanno fatto affidamento sull’illusoria sicurezza fornita dalle armi nucleari – firmino il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

A tutte le persone con menti creative e capacità di moderazione, facciamo appello: poniamo fine alla spirale mortale dell’escalation e rientriamo in una convivenza pacifica.

Questa potrebbe essere l’ultima possibilità per noi umani di chiudere il vaso di Pandora e optare per la sopravvivenza comune invece che per l’annientamento reciproco.

E una volta superata l’attuale crisi, dobbiamo tornare agli altri pericoli esistenziali che l’umanità deve affrontare: la crisi climatica, il degrado ambientale e il continuo divario tra ricchi e poveri. Avremo bisogno di tutte le abilità e virtù umane per garantire la sopravvivenza a lungo termine sul nostro meraviglioso pianeta.”

 

Qua il documento originale:

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La guerra in corso non infiammi il pianeta!

Arrivano senza sosta comunicati ed appelli da Organizzazioni e istituzioni pacifiste mondiali. Nelle varie mailing list riservate è un rincorrere incessante di documenti e link, il timore crescente di un conflitto globale scavalca tragicamente le notizie edulcorate dei media mainstream.

Anche dai Premi Nobel per la Pace assegnatari negli anni passati arriva un accorato appello: poiché il rischio nucleare – non più di deterrenza ma con la crescente spinta all’uso nelle prospettive degli Stati possessori – diventa via via reale coll’acuirsi del conflitto in corso.

“Come premi Nobel per la pace rifiutiamo la guerra e le armi nucleari. Chiediamo a tutti i nostri concittadini del mondo di unirsi a noi nella protezione del nostro pianeta, casa per tutti noi, da coloro che minacciano di distruggerlo.

L’invasione dell’Ucraina ha creato un disastro umanitario per il suo popolo. Il mondo intero sta affrontando la più grande minaccia della storia: una guerra nucleare su larga scala, in grado di distruggere la nostra civiltà e causare vasti danni ecologici in tutta la Terra.

Chiediamo un cessate il fuoco immediato e il ritiro di tutte le forze militari russe dall’Ucraina, e tutti gli sforzi possibili nel dialogo per prevenire questo disastro finale.

Chiediamo alla Russia e alla NATO di rinunciare esplicitamente a qualsiasi uso di armi nucleari in questo conflitto e chiediamo a tutti i paesi di sostenere il trattato sulla proibizione delle armi nucleari per garantire che non affrontiamo mai più un momento simile di pericolo nucleare.”

Sembra già lontana la passata soddisfazione per l’approvazione del TPAN! E adesso è ancora più urgente l’adesione!

“Il momento di vietare ed eliminare le armi nucleari è ora. È l’unico modo per garantire che gli abitanti del pianeta siano al sicuro da questa minaccia esistenziale. O è la fine delle armi nucleari o la fine di noi. Rifiutiamo la governance attraverso l’imposizione e le minacce e sosteniamo il dialogo, la convivenza e la giustizia. Un mondo senza armi nucleari è necessario e possibile, e insieme lo costruiremo. È urgente dare una possibilità alla pace.”

L’appello è stato sottoscritto dai Premi Nobel (tra parentesi l’assegnazione):

  • American Friends Service Committee (1947)
  • His Holiness The Dalai Lama (1989)
  • Leymah Gbowee (2011)
  • International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (2017)
  • International Peace Bureau (1910)
  • International Physicians for the Prevention of Nuclear War (1985)
  • Tawakkul Karman (2011)
  • Pugwash Conference on Science and World Affairs (1995)
  • Kailash Satyarthi (2014)
  • Lech Walesa (1983)
  • Jody Williams (1997)
  • Muhammad Yunus (2006)

E’ ugualmente importante il comunicato congiunto dei medici russi ed ucraini aderenti a IPPNW:

“Il conflitto tra Russia e Ucraina continua, portando a vittime umane. E in caso di escalation del conflitto potrebbe causare conseguenze più gravi, coinvolgimento di altri Paesi, impianti nucleari e persino un confronto nucleare.

È una grande tragedia nel centro dell’Europa causata dall’incapacità delle autorità di parlarsi e capirsi e che desiderano avere benefici unilaterali per un Paese senza prendere in considerazione i diritti e la sicurezza di altri Paesi.

Il lavoro di qualsiasi medico in questo mondo è strettamente correlato ai principi di uguaglianza e di approccio non giudicante nel loro lavoro. La recente pandemia di COVID-19 ha dimostrato a tutti quanto possano essere vulnerabili gli operatori sanitari mentre i sistemi sanitari vengono sopraffatti da un disastro su tale scala. Malattia, morte e burnout diffusi tra gli operatori sanitari hanno sottolineato la necessità di importanti reinvestimenti di tempo, denaro e risorse per educare e preparare professionisti competenti e qualificati nel campo della medicina.”

Sembra incredibile quanto stia accadendo nelle regioni dell’Est europeo:

“Russia e Ucraina sono state strettamente collegate tra loro fin dall’inizio della loro storia. È difficile trovare una persona in Russia che (o i cui amici) non abbia parenti in Ucraina. Entrambi i Paesi fanno parte dell’Europa orientale e condividono stretti legami economici e culturali. Tutti questi fatti fanno sentire tutti i medici molto più preoccupati per l’attuale situazione nella regione. E la più pericolosa di tutte le possibili minacce è, naturalmente, quella nucleare.

Siamo profondamente consapevoli delle conseguenze umanitarie dei disastri nucleari per la salute, l’ambiente e il clima. La guerra nucleare potrebbe mettere in pericolo tutta la civiltà umana. Anche una singola detonazione nucleare causerebbe centinaia di migliaia di morti e le conseguenze a lungo termine durerebbero per decenni. Gli ospedali sarebbero distrutti e il personale medico ucciso o ferito. Non esiste una cura per le vittime di una guerra nucleare. Non c’è niente che i servizi medici possano fare per aiutare le persone. L’unica opzione è la prevenzione.

In un mondo che non solo ha sofferto le conseguenze per la salute della pandemia, ma anche l’isolamento e la divisione tra persone, famiglie, comunità e intere nazioni, l’uso di armi nucleari sarebbe la minaccia finale per il sistema sanitario e per tutta l’umanità. È giunto il momento di agire ora e fare tutto il possibile per salvare vite umane e trovare un modo saggio per collaborare.

Chiediamo alle autorità delle parti che si confrontano e alle autorità statunitensi di fare di tutto per accelerare negoziati costruttivi ed efficaci per stabilire la pace in Ucraina al fine di salvare la vita del popolo ucraino e russo.

 

Medical Appeal: No War in Europe!

Il comunicato stampa dalla sezione europea di IPPNW alla pubblicazione dell’appello, da sottoscrivere da parte della classe medica europea, per la risoluzione diplomatica della crisi ucraina.

Più di 400 operatori sanitari provenienti dall’Europa e da altre parti del mondo hanno sottoscritto a tutt’oggi un appello, lanciato dal Premio Nobel per la Pace International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW), chiedendo che la guerra in Europa sia evitata. Avvisando che una guerra sarebbe un disastro umanitario, invitano tutte le parti in conflitto a scegliere la diplomazia piuttosto che l’escalation.

Il co-vicepresidente regionale per l’Europa di IPPNW, la dott.ssa Angelika Claussen, ha commentato: “La nostra responsabilità come medici e operatori sanitari è salvare vite umane attraverso un’azione preventiva. Ecco perché dobbiamo agire per fermare un’altra guerra in Europa che potrebbe facilmente trasformarsi in una guerra nucleare”.

L’appello critica le politiche di confronto, le accuse di colpe e il dispiegamento di truppe e armi da tutte le parti per l’escalation del conflitto, paragonando la situazione allo stallo di Berlino del 1958 e alla crisi di Cuba del 1962. L’appello medico richiede una comprensione delle esigenze di tutte le parti in conflitto, affermando “Dobbiamo fare un passo indietro e guardare a questa impasse attraverso gli occhi dell’altro. Ciò non significa che dobbiamo accettare l’opinione dell’altro o assumere la sua prospettiva come la nostra”.

Proposte concrete, come la cessazione delle minacce, il ritiro di truppe e armi dai confini dell’Ucraina e la discussione di misure per rafforzare la fiducia, sono avanzate nell’appello che conclude: “Il nostro appello a uno sforzo diplomatico continuo per risolvere la crisi politica non significa accordo con determinate posizioni politiche. Cerchiamo di prevenire un conflitto potenzialmente incontrollabile che potrebbe degenerare anche in una guerra nucleare”.


Il testo dell’appello e l’elenco iniziale dei firmatari si trovano qui:

https://www.ippnw.eu/en/prevention-of-war/medical-appeal-no-war-in-europe.html

Gli operatori sanitari sono invitati a continuare a sottoscrivere l’appello tramite il link sotto il testo.

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Scongiurare il conflitto in Ucraina

Un documento redatto da IPPNW

La tensione crescente in Ucraina rischia di sfociare in un conflitto armato globale. E i colloqui diplomatici tra Mosca e Washington si arenano sul ventilato allargamento della NATO a nazioni ex-sovietiche – nel caso particolare a favore di Kiev.

Giova riprendere in mano lo Statement redatto il 17 dicembre scorso dall’Executive Committee di IPPNW. Un documento che invita alla moderazione e al dialogo, nello sforzo di scongiurare il grave pericolo di una guerra che potrebbe facilmente degenerare in un conflitto nucleare.

“È fondamentale riconoscere le esigenze di sicurezza della Russia, dell’Ucraina e dell’UE. Le manovre militari vicino ai confini russo e ucraino e le forniture di armi all’Ucraina devono essere interrotte immediatamente. Mentre le manovre invernali russe al confine con l’Ucraina e in Crimea sono percepite come una minaccia dalla comunità occidentale, anche le esercitazioni militari della NATO vicino ai confini della Russia e nel Mar Nero sono azioni inutili e pericolose. Ad esempio, tra marzo e giugno del 2021, “Defender-Europe 2021″, la più grande esercitazione militare guidata dall’esercito americano degli ultimi decenni, si è svolta in Europa con la partecipazione di 31.000 soldati provenienti da 27 Paesi.”

Lo Statement prosegue con un invito al confronto diplomatico, inoltre sottolineando gli errori nell’attuale approccio conflittuale da entrambe le parti:

“Sosteniamo qualsiasi iniziativa diplomatica all’interno dell’Unione Europea e del governo ucraino per ridurre le tensioni. Il compito urgente è promuovere misure concrete di disarmo e di riduzione dell’escalation.”

“L’Occidente dovrebbe riconoscere che l’espansione verso est della NATO influisce in modo sostanziale sugli interessi di sicurezza russi. IPPNW ricorda l’impegno verbale preso al presidente sovietico Gorbaciov di non espandere l’alleanza atlantica verso est oltre i confini di tutta la Germania. La Russia deve capire che la sua attività militare in Georgia, Moldova e Ucraina crea problemi di sicurezza tra i suoi vicini.”

E, infine, auspicando un cambio di prospettiva nei rapporti tra Occidente e Russia:

“I tempi sono maturi per avviare un cambio di paradigma nella politica di sicurezza con la Russia. I Paesi della NATO nell’UE dovrebbero esercitare pressioni sull’Alleanza per far rivivere i concetti di sicurezza comune.”


Il testo originale dello Statement: Paradigm change needed to address the current crisis in Ukraine, Russia and NATO