La guerra in corso non infiammi il pianeta!

Arrivano senza sosta comunicati ed appelli da Organizzazioni e istituzioni pacifiste mondiali. Nelle varie mailing list riservate è un rincorrere incessante di documenti e link, il timore crescente di un conflitto globale scavalca tragicamente le notizie edulcorate dei media mainstream.

Anche dai Premi Nobel per la Pace assegnatari negli anni passati arriva un accorato appello: poiché il rischio nucleare – non più di deterrenza ma con la crescente spinta all’uso nelle prospettive degli Stati possessori – diventa via via reale coll’acuirsi del conflitto in corso.

“Come premi Nobel per la pace rifiutiamo la guerra e le armi nucleari. Chiediamo a tutti i nostri concittadini del mondo di unirsi a noi nella protezione del nostro pianeta, casa per tutti noi, da coloro che minacciano di distruggerlo.

L’invasione dell’Ucraina ha creato un disastro umanitario per il suo popolo. Il mondo intero sta affrontando la più grande minaccia della storia: una guerra nucleare su larga scala, in grado di distruggere la nostra civiltà e causare vasti danni ecologici in tutta la Terra.

Chiediamo un cessate il fuoco immediato e il ritiro di tutte le forze militari russe dall’Ucraina, e tutti gli sforzi possibili nel dialogo per prevenire questo disastro finale.

Chiediamo alla Russia e alla NATO di rinunciare esplicitamente a qualsiasi uso di armi nucleari in questo conflitto e chiediamo a tutti i paesi di sostenere il trattato sulla proibizione delle armi nucleari per garantire che non affrontiamo mai più un momento simile di pericolo nucleare.”

Sembra già lontana la passata soddisfazione per l’approvazione del TPAN! E adesso è ancora più urgente l’adesione!

“Il momento di vietare ed eliminare le armi nucleari è ora. È l’unico modo per garantire che gli abitanti del pianeta siano al sicuro da questa minaccia esistenziale. O è la fine delle armi nucleari o la fine di noi. Rifiutiamo la governance attraverso l’imposizione e le minacce e sosteniamo il dialogo, la convivenza e la giustizia. Un mondo senza armi nucleari è necessario e possibile, e insieme lo costruiremo. È urgente dare una possibilità alla pace.”

L’appello è stato sottoscritto dai Premi Nobel (tra parentesi l’assegnazione):

  • American Friends Service Committee (1947)
  • His Holiness The Dalai Lama (1989)
  • Leymah Gbowee (2011)
  • International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (2017)
  • International Peace Bureau (1910)
  • International Physicians for the Prevention of Nuclear War (1985)
  • Tawakkul Karman (2011)
  • Pugwash Conference on Science and World Affairs (1995)
  • Kailash Satyarthi (2014)
  • Lech Walesa (1983)
  • Jody Williams (1997)
  • Muhammad Yunus (2006)

E’ ugualmente importante il comunicato congiunto dei medici russi ed ucraini aderenti a IPPNW:

“Il conflitto tra Russia e Ucraina continua, portando a vittime umane. E in caso di escalation del conflitto potrebbe causare conseguenze più gravi, coinvolgimento di altri Paesi, impianti nucleari e persino un confronto nucleare.

È una grande tragedia nel centro dell’Europa causata dall’incapacità delle autorità di parlarsi e capirsi e che desiderano avere benefici unilaterali per un Paese senza prendere in considerazione i diritti e la sicurezza di altri Paesi.

Il lavoro di qualsiasi medico in questo mondo è strettamente correlato ai principi di uguaglianza e di approccio non giudicante nel loro lavoro. La recente pandemia di COVID-19 ha dimostrato a tutti quanto possano essere vulnerabili gli operatori sanitari mentre i sistemi sanitari vengono sopraffatti da un disastro su tale scala. Malattia, morte e burnout diffusi tra gli operatori sanitari hanno sottolineato la necessità di importanti reinvestimenti di tempo, denaro e risorse per educare e preparare professionisti competenti e qualificati nel campo della medicina.”

Sembra incredibile quanto stia accadendo nelle regioni dell’Est europeo:

“Russia e Ucraina sono state strettamente collegate tra loro fin dall’inizio della loro storia. È difficile trovare una persona in Russia che (o i cui amici) non abbia parenti in Ucraina. Entrambi i Paesi fanno parte dell’Europa orientale e condividono stretti legami economici e culturali. Tutti questi fatti fanno sentire tutti i medici molto più preoccupati per l’attuale situazione nella regione. E la più pericolosa di tutte le possibili minacce è, naturalmente, quella nucleare.

Siamo profondamente consapevoli delle conseguenze umanitarie dei disastri nucleari per la salute, l’ambiente e il clima. La guerra nucleare potrebbe mettere in pericolo tutta la civiltà umana. Anche una singola detonazione nucleare causerebbe centinaia di migliaia di morti e le conseguenze a lungo termine durerebbero per decenni. Gli ospedali sarebbero distrutti e il personale medico ucciso o ferito. Non esiste una cura per le vittime di una guerra nucleare. Non c’è niente che i servizi medici possano fare per aiutare le persone. L’unica opzione è la prevenzione.

In un mondo che non solo ha sofferto le conseguenze per la salute della pandemia, ma anche l’isolamento e la divisione tra persone, famiglie, comunità e intere nazioni, l’uso di armi nucleari sarebbe la minaccia finale per il sistema sanitario e per tutta l’umanità. È giunto il momento di agire ora e fare tutto il possibile per salvare vite umane e trovare un modo saggio per collaborare.

Chiediamo alle autorità delle parti che si confrontano e alle autorità statunitensi di fare di tutto per accelerare negoziati costruttivi ed efficaci per stabilire la pace in Ucraina al fine di salvare la vita del popolo ucraino e russo.

 

Dalle Organizzazioni mondiali mediche e sanitarie, un nuovo e urgente appello

“In rappresentanza di medici, professionisti della sanità pubblica e studenti di medicina in tutto il mondo, chiediamo un immediato cessate il fuoco e il ritiro di tutte le forze militari invasori e occupanti e una fine urgente negoziata dell’attuale guerra in Ucraina. Il pericolo allarmante e crescente di un’escalation nucleare deve essere invertito e la guerra nucleare prevenuta con l’eliminazione urgente delle armi nucleari.”

Inizia così l’appello che le varie Organizzazioni mediche IFMSA, IPPNW, WFPHA e WMA (*) hanno sottoscritto, portando ancora una volta l’accento, oltre che alla crescente crisi umanitaria conseguente al conflitto, anche al rischio sempre maggiore di arrivare all’arma atomica.

“Siamo profondamente turbati dalle notizie credibili di attacchi al personale sanitario e agli ospedali in Ucraina. Tali attacchi sono un assalto contro la nostra umanità condivisa. L’obbligo di proteggere il personale sanitario e le strutture, sancito dalle Convenzioni di Ginevra e dalle normative internazionali, è stato accettato da tutte le nazioni. Insistiamo affinché tutte le parti in conflitto rispettino la neutralità degli operatori sanitari il cui sacro obbligo è proteggere le vite e fornire assistenza a tutti sulla base del bisogno, senza paura o favore. Chiunque sia ferito o altrimenti bisognoso deve essere in grado di accedere alle cure.”

E il comunicato prosegue, e sottolinea come il pericolo radioattivo è già concreto, a causa dei combattimenti che hanno già coinvolto  (e che ulteriormente coinvolgerebbero) centrali nucleari attive nel territorio:

“Ciascuno dei 15 reattori nucleari operativi dell’Ucraina e le scorie radioattive di alto livello immagazzinate vicino a loro contengono enormi quantità di materiale radioattivo estremamente pericoloso e di lunga durata. L’attacco diretto, i danni informatici o fisici al loro funzionamento, compresa l’interruzione dell’energia e dell’acqua necessarie per il raffreddamento costante sia dei reattori che degli stagni di combustibile esaurito, rischierebbero incendi ed esplosioni che potrebbero causare un disastro radiologico in tutta l’Eurasia. Il funzionamento sicuro degli impianti nucleari deve essere garantito da tutte le parti e tali impianti non devono mai essere presi di mira.”

E’ quasi un paradosso – o una “presa in giro” – la recente affermazione che pur ci diede uno spiraglio di speranza; l’affermazione che “i leader russi e altri leader delle potenze nucleari hanno confermato di recente a gennaio che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta. Anche una guerra nucleare limitata in una regione sarebbe una catastrofe globale.”

E pertanto, “La Russia e la NATO devono rinunciare esplicitamente all’uso di armi nucleari nell’attuale guerra in Ucraina.”

“In definitiva, tale catastrofe può essere completamente prevenuta solo eliminando le armi nucleari.

Pertanto, tutte le nazioni dovrebbero aderire e attuare il trattato sulla proibizione delle armi nucleari.”


Le Organizzazioni firmatarie:

  • IFMSA – International Federation of Medical Student Associations: immagina un mondo in cui gli studenti di medicina si uniscono per la salute globale e sono dotati delle conoscenze, abilità e valori per assumere ruoli di leadership sanitaria a livello locale e globale. Fondata nel 1951, è una delle organizzazioni studentesche più antiche e grandi del mondo. Rappresenta, collega e coinvolge una rete di 1,3 milioni di studenti di medicina provenienti da 145 organizzazioni nazionali in 134 Paesi.
  • IPPNWInternational Physicians for the Prevention of Nuclear War: è una federazione di organizzazioni professionali sanitarie in 56 paesi dedicate all’eradicazione delle armi nucleari (Premio Nobel per la Pace 1985).
  • WFPHAWorld Federation of Public Health Associations: è una federazione internazionale di 130 associazioni di sanità pubblica nazionali e regionali, che rappresentano 5 milioni di professionisti della sanità pubblica in tutto il mondo. La WFPHA è l’unica società professionale mondiale che rappresenta e serve l’ampio campo della salute pubblica a livello internazionale.
  • WMAWorld Medical Association: è un’organizzazione internazionale che rappresenta i medici, con 115 organizzazioni nazionali e migliaia di membri associati in tutto il mondo.

Qua il documento originale:

“Beyond War” San Francisco-Moscow 1984

Nell’incedere terribile del confronto bellico da poco iniziato in Europa, è importante riportare quanto la dottoressa Isa Evangelisti ha voluto rimettere alla luce, quasi in contrapposizione tra il periodo buio che stiamo vivendo e ciò che accadde nel lontano 1984. La consegna del premio “Beyond War” ai rappresentanti statunitense e sovietico della neonata IPPNW.

Il video che riporta l’intera cerimonia è lungo, e in lingua inglese. Però aiuta l’efficace traduzione della dottoressa Evangelisti che riportiamo qua e che sottolinea le fasi salienti degli interventi rispettivamente del dr. Bernard Lown e del dr. Eugene Chazov, collegati in videoconferenza intercontinentale tra San Francisco e Mosca.

E’, insieme, la storia dell’Organizzazione dei medici per la prevenzione della guerra nucleare, e la voce di un insegnamento e un appello. Il superamento del concetto di guerra che con l’atomica assume un altro nome, quello di suicidio collettivo. E’ l’illusione che in una guerra nucleare sia possibile sopravvivervi e addirittura vincere.

Il nemico vero da sconfiggere diventa la stessa arma atomica.


Un battito d’ala del 1984 a San Francisco e Mosca può alimentare la speranza dell’azione cosciente contro il rischio di guerra nucleare? 

Il collegamento satellitare tra Usa e Urss, la consegna del premio ‘Beyond War’, le parole di due medici, americano e sovietico, vademecum di idee e direzione di azioni in una lotta sempre aperta e obbligata.


Conviene in questa fase preoccupante per le relazioni internazionali, riportare alcuni stralci di uno storico incontro tenutosi il 13 dicembre 1984, un collegamento in diretta in occasione della consegna a due, tra i medici fondatori nel 1981 dell’IPPNW, del premio ‘Oltre la guerra’. 

Davanti a due platee, in collegamento tra di loro, trasmesso alla popolazione dei due paesi, persone degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica si uniscono per onorare un’organizzazione di medici internazionali per la prevenzione della guerra nucleare e la conservazione della pace. 

A San Francisco è premiato il Dottor Bernard Lown, professore di cardiologia presso la Harvard School of Public Health e a Mosca il Dottor Eugene Chazov direttore dell’Istituto cardiologico sovietico, scelti come rappresentanti dei medici internazionali per la prevenzione della guerra nucleare. 

Molto interessante anche da Mosca la presentazione della cassetta video del 1945 sulle conseguenze della bomba atomica su Hiroshima, le armi e gli arsenali nucleari di oggi (1984) sono l’equivalente di 1 milione di Hiroshima.

Dr. Bernard Lown

Bernard Lown:

– Io e Chazov accettiamo questo straordinario premio, ‘Beyond War’ e IPPNW condividono un obiettivo comune: educare la gente a promuovere un nuovo modo di pensare.

Una settimana fa ero a Mosca e ho parlato con i miei amici leader del movimento. 

Oggi con questo collegamento assistiamo al progresso della tecnica. Ma esiste anche un uso depravato della tecnica. Una volta che una nazione basa la sua sicurezza sull’arma assoluta come la bomba atomica diventa psicologicamente necessario credere in un nemico assoluto, un nemico immaginario espulso dalla famiglia umana e ridotto ad un oggetto inanimato, il cui annientamento perde ogni dimensione morale. Il processo più importante del movimento dei medici è stato il dialogo libero tra i colleghi. Abbiamo rifiutato di essere invischiati nel dibattito sulle differenze politiche, la minaccia nucleare è stata la nostra totale ed esclusiva preoccupazione. Il nemico non è l’uno né l’altro, né il comunismo né il capitalismo, il nemico sono queste armi nucleari genocide. All’inizio eravamo un piccolo gruppo di medici sovietici ed americani, la prima conferenza internazionale è stata in Virginia, 1981, e subito sono arrivati più di 100.000 medici provenienti da tutto il mondo, che hanno dimostrato di aver superato le loro differenze politiche e culturali. Nel 1982 a Mosca abbiamo tenuto un incontro trasmesso a milioni di telespettatori sovietici e successivamente al pubblico americano. 

Dobbiamo uscire dalle risposte condizionate, la guerra nucleare non è una guerra, non sono armi ma strumenti di distruzione di massa, un suicidio collettivo, un nemico mortale che sconfiggeremo insieme o moriremo insieme. 

In 20 anni ho sviluppato la convinzione che la minaccia nucleare riguarda la dimensione morale dell’uomo. Occorre suscitare l’indignazione morale tra le vittime designate, cioè tutti noi. L’energia per affrontare con successo questa sfida sarà un’eccitazione senza precedenti di repulsione morale. Solo così si smantelleranno le armi nucleari.

Noi siamo passeggeri in transito sul pianeta Terra, non siamo liberi di cancellare l’umanità, la vita dei presenti e di tutti quelli che verranno. Solo la vita può rivendicare una continuità ininterrotta e questa continuità è sacra. –

Dr. Evgueni Chazov

Eugene Chazov:

– Mi sia consentito, a nome dei medici internazionali per la prevenzione della guerra nucleare, esprimere la grande gratitudine al nostro comitato che ci ha concesso l’onore di rappresentarli. Sono un cardiologo e ogni giorno ascolto il cuore dei nostri connazionali.  Una sana pace russa è una bellezza ed è nel cuore di ogni russo. E anche nel cuore di ogni americano si legge la stessa aspirazione. Abbiamo gli stessi desideri di amore, felicità e benessere, ma questo è possibile se nella nostra terra abbiamo la pace. 

Ed è per questo che noi medici per il giuramento di Ippocrate a favore della vita, salute dei pazienti e dei nostri popoli, non possiamo dimenticare la minaccia che esiste oggi per le loro vite a causa della corsa agli armamenti nucleari, causa dell’esistenza e prevalenza dell’illusione nucleare. Tutti noi uniamo tutte le nostre forze internazionali per un movimento di consapevolezza che nessuno meglio di noi medici sa. Sappiamo bene cosa è una guerra nucleare per l’umanità.  E dobbiamo distruggere i criteri di pensiero dell’illusione nucleare. In caso di un attacco nucleare l’atmosfera e il clima cambieranno e sarà in questione la vita stessa. Dobbiamo essere coraggiosi. O vivremo insieme, sul nostro bel pianeta, o moriremo insieme arrampicandoci tra le fiamme. 

Dobbiamo essere onesti con noi stessi e assicurarci che le nostre parole non si discostino dalle nostre azioni. Illusione nucleare è che potrebbe esserci una guerra nucleare limitata, che potrebbe essere possibile sopravvivere e che addirittura potremmo vincerla. Dobbiamo pensare anche al futuro dei nostri bambini. Ancora ringrazio per questo premio, questo riconoscimento e questo alto onore. – 


Nota: i momenti salienti della cerimonia iniziano dal 24° minuto circa

Medical Appeal: No War in Europe!

Il comunicato stampa dalla sezione europea di IPPNW alla pubblicazione dell’appello, da sottoscrivere da parte della classe medica europea, per la risoluzione diplomatica della crisi ucraina.

Più di 400 operatori sanitari provenienti dall’Europa e da altre parti del mondo hanno sottoscritto a tutt’oggi un appello, lanciato dal Premio Nobel per la Pace International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW), chiedendo che la guerra in Europa sia evitata. Avvisando che una guerra sarebbe un disastro umanitario, invitano tutte le parti in conflitto a scegliere la diplomazia piuttosto che l’escalation.

Il co-vicepresidente regionale per l’Europa di IPPNW, la dott.ssa Angelika Claussen, ha commentato: “La nostra responsabilità come medici e operatori sanitari è salvare vite umane attraverso un’azione preventiva. Ecco perché dobbiamo agire per fermare un’altra guerra in Europa che potrebbe facilmente trasformarsi in una guerra nucleare”.

L’appello critica le politiche di confronto, le accuse di colpe e il dispiegamento di truppe e armi da tutte le parti per l’escalation del conflitto, paragonando la situazione allo stallo di Berlino del 1958 e alla crisi di Cuba del 1962. L’appello medico richiede una comprensione delle esigenze di tutte le parti in conflitto, affermando “Dobbiamo fare un passo indietro e guardare a questa impasse attraverso gli occhi dell’altro. Ciò non significa che dobbiamo accettare l’opinione dell’altro o assumere la sua prospettiva come la nostra”.

Proposte concrete, come la cessazione delle minacce, il ritiro di truppe e armi dai confini dell’Ucraina e la discussione di misure per rafforzare la fiducia, sono avanzate nell’appello che conclude: “Il nostro appello a uno sforzo diplomatico continuo per risolvere la crisi politica non significa accordo con determinate posizioni politiche. Cerchiamo di prevenire un conflitto potenzialmente incontrollabile che potrebbe degenerare anche in una guerra nucleare”.


Il testo dell’appello e l’elenco iniziale dei firmatari si trovano qui:

https://www.ippnw.eu/en/prevention-of-war/medical-appeal-no-war-in-europe.html

Gli operatori sanitari sono invitati a continuare a sottoscrivere l’appello tramite il link sotto il testo.

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L’Ucraina e la minaccia del conflitto nucleare

Da 25 a 50 mila civili, da 3000 a 15000 soldati russi, fino a 5 milioni di profughi. E la minaccia di un conflitto nucleare.

Da Ira Helfand, membro del board di IPPNW, una lucida analisi su quanto provocherebbe lo sfociare della crisi ucraina in una guerra vera e propria. La prospettiva dei morti e dei rifugiati, indicata più sopra e citata da funzionari del governo statunitense, è riferita ovviamente al solo innesco di un conflitto convenzionale. Ma se il conflitto – come è evidentemente possibile – arrivasse ad allargarsi oltre i confini dell’Ucraina coinvolgendo anche i Paesi della NATO, diverrebbe allora un confronto aperto tra potenze nucleari.

Leggiamo quanto egli descrive:

“Queste cifre si basano sul presupposto che vengano utilizzate solo armi convenzionali. Tuttavia, se il conflitto si estendesse oltre i confini dell’Ucraina e la NATO fosse coinvolta nei combattimenti, questa diventerebbe una grande guerra tra forze armate nucleari con il pericolo reale che le armi nucleari vengano utilizzate”

e, proseguendo con l’osservazione che “il dibattito pubblico su questa crisi è del tutto assente nella discussione di questa terribile minaccia”.

Certamente le parti in causa non utilizzerebbero subito le proprie armi nucleari. Ma “come risultato dei progressi della tecnologia e della potenza di fuoco negli ultimi decenni, queste armi possiedono una portata e una distruttività molto più grandi rispetto ai modelli precedenti, consentendo loro di colpire obiettivi di alto valore – basi aeree, stazioni radar, centri di comando, centri logistici e così via – molto dietro le linee del fronte. Mentre le perdite aumentano da entrambe le parti, e se l’una o l’altra dovessero affrontare una sconfitta imminente, i suoi leader potrebbero sentirsi spinti a impiegare le loro armi nucleari tattiche per evitare un simile risultato. Sia le dottrine militari statunitensi che quelle russe ne consentono l’uso in tali circostanze”.

Diamo adesso un’occhiata sull’attuale potenza: “Nonostante la riduzione delle forze nucleari negli ultimi decenni, la Russia ha ancora dispiegate 1.900 armi nucleari tattiche e 1.600 strategiche. Da parte della NATO, la Francia ha dispiegato 280 armi nucleari e il Regno Unito 120. Inoltre, gli Stati Uniti hanno 100 bombe tattiche B-61 dispiegate nelle basi NATO in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia, e ulteriori 1.650 testate strategiche”.

Una singola atomica da 100 Kilotoni che esplodesse sopra Mosca provocherebbe la morte di 250 mila persone e ferendone un milione; una singola simile bomba sopra il Campidoglio degli Stati Uniti ne ucciderebbe oltre 170 mila e con quasi 400 mila feriti.

E ancora, in un crescendo di ulteriori possibilità – perché è altamente improbabile che gli Stati coinvolti si limiterebbero alla singola distruzione delle rispettive capitali…

“Un rapporto del 2002 ha mostrato che se solo 300 delle 1.600 testate strategiche dispiegate dalla Russia fossero fatte esplodere nei centri urbani degli Stati Uniti, 78 milioni di persone morirebbero nella prima mezz’ora. Inoltre, l’intera infrastruttura economica della nazione verrebbe distrutta: la rete elettrica, Internet, il sistema di distribuzione alimentare, la rete di trasporto e il sistema sanitario pubblico. Tutte quanto necessario per sostenere la vita sarebbe scomparso e nei mesi successivi a questo attacco la stragrande maggioranza della popolazione degli Stati Uniti soccomberebbe alla fame, alla malattia da radiazioni, all’esposizione e alle malattie epidemiche. Un attacco degli Stati Uniti alla Russia produrrebbe lì una devastazione simile. E se la NATO fosse coinvolta, la maggior parte del Canada e dell’Europa subirebbero un destino simile”.

Ricordiamo infine quanto già da tempo anche su queste pagine viene sottolineato. Gli effetti a medio e lungo termine di un conflitto nucleare si tradurrebbero in un raffreddamento globale improvviso e catastrofico. “Una guerra che coinvolge gli arsenali completamente dispiegati di Stati Uniti e Russia potrebbe caricare fino a 150 milioni di tonnellate di fuliggine nell’alta atmosfera, facendo scendere le temperature medie in tutto il mondo fino a 18 gradi Fahrenheit (8°C sotto zero). Nelle regioni interne del Nord America e dell’Eurasia le temperature calerebbero fino a livelli mai visti dall’ultima era glaciale, producendo un disastroso declino della produzione alimentare e una carestia globale che potrebbe uccidere la maggior parte dell’umanità. Anche una guerra più limitata che coinvolga solo 250 testate da 100 kilotoni potrebbe abbassare la temperatura media globale di 10 gradi, abbastanza da innescare una carestia senza precedenti nella storia umana, che quasi certamente porterebbe la fine della civiltà moderna”.

Le armi nucleari sono una minaccia per la nostra sopravvivenza. Ma “La loro eliminazione potrebbe essere raggiunta entro un decennio se i leader degli Stati dotati di armi nucleari si impegnassero a farlo. E il processo di negoziazione di un’agenda verificabile e applicabile per lo smantellamento di queste armi stabilirebbe un nuovo paradigma cooperativo nelle relazioni internazionali che consentirebbe loro di affrontare l’altra, più complessa minaccia esistenziale rappresentata dalla crisi climatica”.

“È imperativo che l’attuale crisi sia risolta con mezzi diplomatici. È altrettanto imperativo che i Nuclear States imparino da questa situazione pericolosa e agiscano per eliminare il pericolo di una guerra nucleare in modo definitivo avviando prontamente negoziati per la completa eliminazione di queste armi, come auspicato dalla campagna Back from the Brink – e quindi che tutti si conformino al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari”.

(il testo completo, di cui l’estratto in questa pagina, è riportato nel sito USA “The Nation”).