Dal “New England Journal of Medicine”

The_New_England_Journal_of_MedicineUn nuovo appello scaturisce dalle pagine del prestigioso New England Journal of Medicine, più di cinquant’anni dopo la pubblicazione di una serie di articoli che denunciavano già da allora, e con dati scientifici alla mano, le gravissime conseguenze di un’esplosione nucleare sulla vita umana, sulle strutture civili e sull’ambiente – una ricerca scrupolosa e obiettiva da parte di medici che contribuirono a creare le importanti organizzazioni Physicians for Social Responsibility (PSR) e International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW).

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Ed ecco ora un nuovo articolo, scritto da Victor W. Sidel e Ira Helfand, rispettivamente membro emerito di PSR e co-presidente di IPPNW. Partendo dalla tremenda visione di una Hiroshima annientata settant’anni fa e ripercorrendo i progressi ottenuti negli anni ’80 nella mobilitazione delle coscienze dando conoscenza dell’enorme minaccia all’umanità provocata dalla corsa al riarmo, va adesso a scuotere la comunità medica mondiale – che dalla fine della Guerra Fredda, come del resto tanti nel mondo, aveva iniziato a porvi meno attenzione – incitandola a prendere ancora una volta il compito di contribuire alla messa al bando e all’eliminazione delle armi nucleari.

“Negli anni successivi alla fine della Guerra Fredda, la comunità medica ha prestato molto meno attenzione a questo problema. Noi, come la maggior parte del mondo, abbiamo agito come se il pericolo di una guerra nucleare fosse una cosa del passato. Nella misura in cui abbiamo considerato la questione, ci siamo concentrati sulla possibilità che terroristi o “stati canaglia” come la Corea del Nord e l’Iran acquisiscano armi nucleari. Anche se queste sono minacce importanti, è fondamentale che ci rendiamo conto che il pericolo maggiore è rappresentato dagli arsenali dei paesi che hanno già armi nucleari. Restano nel mondo oggi più di 15.000 testate nucleari, il 95% delle quali sono negli arsenali degli Stati Uniti e la Russia. Di queste testate, circa 2000 sono in stato di allerta. Possono essere lanciate in meno di 15 minuti e possono distruggere i loro obiettivi in tutto il mondo dopo 30 minuti”.

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“A riconoscimento di questa grave minaccia per la sopravvivenza umana, i governi di tutto il mondo si sono riuniti nel corso degli ultimi 3 anni in una serie di conferenze straordinarie per discutere le conseguenze mediche, che hanno definito l’impatto umanitario, di una guerra nucleare. Un totale di 116 paesi hanno firmato l'”Impegno Umanitario” per cercare un nuovo trattato che possa colmare una lacuna fondamentale nel diritto internazionale, che ancora non vieta il possesso di queste armi, e spingere per la loro abolizione.

Noi riteniamo che la comunità medica ha la responsabilità di sostenere questo movimento. L’American Medical Association ha recentemente approvato una risoluzione che invita tutte le nazioni a “mettere al bando ed eliminare le armi nucleari”, e la World Medical Association sta valutando di presentare una risoluzione simile, nella riunione a Mosca nel mese di ottobre. I medici hanno bisogno di agire su queste risoluzioni, dando l’allarme a un mondo che è cresciuto pericolosamente compiacente riguardo il pericolo nucleare poiché andiamo sempre più vicini a una catastrofe inimmaginabile. Abbiamo bisogno di educare di nuovo i nostri pazienti, il pubblico in generale, e nostri leader politici sulle conseguenze mediche della guerra nucleare e la necessità urgente di abolire queste armi prima di essere utilizzate.”


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