“O noi aboliremo le armi nucleari o le armi nucleari aboliranno noi”

Contributo al 31° Winter Course di Isodarco, Corso della scuola internazionale di formazione delle  Pugwash Conferences on Science and World Affairs, l’organizzazione mondiale Premio Nobel per la Pace fondata sulla base del manifesto Russel-Einstein contro le armi nucleari del 9 luglio 1955. E’ concessa la pubblicazione del testo.


Intervento del dott. Michele Di Paolantonio, medico chirurgo, specialista in Igiene e Medicina Preventiva, orientamento di Sanità Pubblica, perfezionamento in Diritto Sanitario, mdipaolantonio55@gmail.com, Presidente dell’AIMPGN, Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione della Guerra Nucleare, Affiliata Italiana dell’IPPNW, organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985, ed Affiliata Italiana di ICAN, organizzazione Premio Nobel per la Pace 2017 (www.ippnw-italy.org).

Il 10 dicembre scorso, durante la cerimonia ad Oslo per la consegna del Premio Nobel per la Pace 2017, è stato decisamente affermato: “O noi aboliremo le armi nucleari o le armi nucleari aboliranno noi”.

Pochi giorni fa il Capo di uno Stato nucleare ha detto minacciosamente al suo nemico che sulla sua scrivania è a sua disposizione il bottone nucleare, e l’altro Capo di Stato nucleare a cui il primo si riferiva ha risposto che il suo bottone nucleare è più grande del suo.

Basta questo per capire molto semplicemente, anche alla luce delle preoccupazioni espresse di recente ed in pubblico da Papa Francesco per la stessa sopravvivenza dell’umanità di fronte all’irrazionalità rispetto alle stesse armi nucleari, che l’unico modo di impedire l’impensabile ma purtroppo possibile è dare comunque seguito alle indicazioni del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari votato all’ONU il 20 settembre scorso che è valso il Premio Nobel per la Pace 2017 ad ICAN, International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, la Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari fondata nel 2007 dall’International Physicians for the Prevention of Nuclear War, organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985, come ricordato nella sua prolusione da Berit Reiss-Andersen , Presidentessa del Comitato Nobel Norvegese.

Nove giorni dopo il Premio, il 19 dicembre, ICAN ed IPPNW, al 38° Parallelo, nella Zona Demilitarizzata tra le due Coree, hanno presentato il seguente appello/documento, i cui risultati non si sono fatti attendere, prima con la riapertura della linea telefonica rossa tra le due Coree, e poi con la convocazione dell’incontro del 9 gennaio tra le due Coree per la possibile ed auspicabile comune partecipazione ai prossimi Giochi Olimpici Invernali a PyeongChang:

 


PyeongChang
Joint Statement for Peace

Rilasciamo oggi, da questa Zona Demilitarizzata (DMZ) che separa la Repubblica di Corea a sud dalla Repubblica Democratica Popolare di Corea a nord, un appello congiunto per la pace nella Penisola coreana.
Non dobbiamo mai più permettere che una guerra si scateni qui in Corea.
I leader delle due Coree, Stati Uniti, Cina, Giappone e Russia devono negoziare una pace duratura.
Stiamo facendo questo sforzo perché crediamo che la gente comune possa fare la differenza, dando voce al nostro desiderio di un mondo senza armi nucleari e senza guerra.
Chiediamo a tutti gli Stati ad aderire tempestivamente e attuare il nuovo trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Ora è il momento di riunirsi e diffondere questo messaggio di unità con parole di speranza e incoraggiamento.

Presto, i Giochi Olimpici Invernali del 2018 di PyeongChang, un tempo in cui persone provenienti da tutto il mondo si stanno unendo, si terrà qui nella penisola coreana.
Per oltre 120 anni, i Giochi olimpici hanno fornito agli atleti di tutto il mondo una meravigliosa opportunità di riunirsi in unità e dare il meglio di sé.
La nostra speranza è che gli atleti della Repubblica Popolare Democratica di Corea partecipino ai Giochi Olimpici Invernali di PyeongChang del 2018.
Con la partecipazione di entrambe le Coree, crediamo che i Giochi Olimpici Invernali di PyeongChang del 2018 possano aiutare a costruire una Penisola coreana pacifica e una pacifica comunità globale.
Crediamo fermamente che i Giochi Olimpici Invernali del 2018 a PyeongChang si terranno veramente come Olimpiadi della Pace e vorremmo ancora una volta chiedere alla comunità globale di impegnarsi nel dialogo e nella cooperazione e di partecipare ai Giochi Olimpici Invernali di PyeongChang del 2018 per portare pace nella penisola coreana e nel mondo.

 

19 dicembre 2017

Choi Moon-soon, Governatore della Provincia di Gangwon
Min Byoung-chul, Presidente della Fondazione Sunfull
Tim Wright, Direttore Asia-Pacifico di ICAN
Tilman Ruff, Co-Presidente di IPPNW 


PyeongChang

Joint Statement for Peace

Today, we are issuing, from this Demilitarized Zone (DMZ) that separates the Republic of Korea to the south from the Democratic People’s Republic of Korea to the north, a joint call for peace on the Korean peninsula.

War must never again be allowed to break out here in Korea.

Leaders of the two Koreas, the USA, China, Japan and Russia must negotiate a durable peace. We are making this effort because we believe that ordinary people can make a difference by giving voice to our yearning for a world without nuclear weapons, and without war.

We call on all states to promptly join and implement the new Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons.

Now is the time to come together and issue this message of unity with words of hope and encouragement.

Soon, 2018 PyeongChang Winter Olympic Games, a time when people from across our world are coming together, is to be held here on the Korean Peninsula.

For more than 120 years, the Olympic Games have provided athletes around the world with a wonderful opportunity to come together in unity and give of their best.

It is our hope that athletes from the Democratic People’s Republic of Korea will participate in the 2018 PyeongChang Winter Olympic Games.

With participation by both Koreas, we believe the 2018 PyeongChang Winter Olympic Games can help build a peaceful Korean Peninsula and a peaceful global community.

We have a firm belief that the 2018 Winter Olympic Games in PyeongChang would truly be held as a Peace Olympics, and would like to once again call on the global community to engage in dialogue and cooperation and to participate in the 2018 PyeongChang Winter Olympic Games for bringing about peace on the Korean Peninsula and to the world.

 

2017.12.19

Choi Moon-soon, Governatore della Provincia di Gangwon
Min Byoung-chul, Presidente della Fondazione Sunfull
Tim Wright, Direttore Asia-Pacifico di ICAN
Tilman Ruff, Co-Presidente di IPPNW 


L’iniziativa della Società Civile che da una parte ha portato 122 Paesi Membri dell’ONU, sotto la spinta di Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, Comitato Internazionale della Croce Rossa/Mezza Luna Rossa e Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari, a firmare il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari e dall’altra, attraverso la ripresa delle comunicazioni tra le due Coree e la comune partecipazione ai Giochi Olimpici Invernali, a riaprire la speranza alla pace e contro la guerra, dimostra che oggi, con le nuove tecnologie della comunicazione, è possibile raggiungere risultati fino a ieri impensabili, inclusa la possibile insperata soluzione della crisi nucleare coreana da una parte, e la ripresa di una seria discussione globale per accordi globali di disarmo nucleare, fino all’abolizione delle armi nucleari stesse.

Affinchè, dopo i Giochi Olimpici Invernali di Corea, sia evitata la guerra tra USA e Corea del Nord, occorre delineare con urgenza una road map per la creazione di una Zona Denuclearizzata in Estremo Oriente, su cui fondare la definitiva soluzione dell’instabilità della penisola coreana e dell’innaturale ormai settantennale stato d’armistizio e non di pace tra USA e Corea del Nord.

Se lo stato di divisione e di contrapposizione in atto in Europa e nel Mediterraneo dalla fine della II Guerra Mondiale è stata risolta trent’anni fa con la fine della Guerra Fredda, lo smantellamento degli euromissili, la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione della Germania, soluzioni analoghe devono essere trovate per l’irrisolta settantennale destabilizzazione coreana dal dopoguerra mondiale. Ci auguriamo in questo senso un fattivo contributo sia da parte di Pugwash che della diplomazia vaticana, il cui ruolo di primo piano nel raggiungimento del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari è stato evidente a tutti e riaffermato anche in occasione del recente Summit in Vaticano di dodici Premi Nobel per la Pace sul Disarmo Nucleare, tra cui ICAN, IPPNW e Pugwash.

Voi fisici nucleari, scienziati per antonomasia, padri dell’arma nucleare, siete stati i primi a rendervi conto della enorme pericolosità delle armi nucleari per l’umanità, ed uno dei vostri principali problemi è stata l’impossibilità di controllare direttamente l’uso che l’autorità politica e statale avrebbe fatto delle vostre terribili scoperte. Oggi, con le nuove tecnologie della comunicazione, che rendono possibile, utilizzando  algoritmi, persino cambiare rapidamente orientamenti pubblici o addirittura parlamenti e governi, potete anche voi nutrire la volontà di sottrarre a decisori inaffidabili o addirittura irresponsabili le vostre scoperte decidendo di perseguire a vostra volta, direttamente, la via della proibizione delle armi nucleari e dei percorsi possibili verso la loro riduzione e la loro abolizione.

Noi medici prescriviamo prevenzione primaria difronte a scenari di grave sofferenza, dolore e morte che non consentono terapie e palliazioni.

Con l’Iniziativa comune di Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare e Comitato Internazionale della Croce Rossa/Mezza Luna Rossa sull’impatto delle armi nucleari sugli uomini e sull’ambiente, fondata sui concetti scientifici di Inverno Nucleare e Fame Nucleare, e sviluppata attraverso le Conferenze Diplomatiche Internazionali di Oslo, marzo 2013, Nayarit, Messico, febbraio 2014, Vienna, dicembre 2014, abbiamo via via costruito un fronte di 137 Paesi membri delle Nazioni Unite che hanno portato le stesse a convocare il 23 dicembre 2016 la Conferenza per la Proibizione delle Armi Nucleari, iniziata a New York il 27 marzo 2017 e chiusa il 7 luglio 2017, con la decisione di firmare il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari il 20 settembre 2017 a Ginevra.

Di fronte allo scenario evocato di due miliardi di morti per Inverno Nucleare e Fame Nucleare dopo una guerra nucleare anche limitata l’unica risposta medica e scientifica possibile è la prevenzione primaria, che alla luce del concetto acclarato di guerra nucleare non intenzionale, cioè per errore tecnico o umano o volontà criminale o terroristica è l’unica possibile: cioè l’abolizione delle armi nucleari, attraverso il loro smantellamento, il loro disassemblaggio, e la loro rottamazione, generali, reciproci e controllati.

Nell’immediato, l’obiettivo urgente è impedire nuove proliferazioni, attraverso accordi urgenti per scongiurare proliferazione e guerra.

In questa risposta medico scientifica di prevenzione primaria, per la cui promozione globale abbiamo fondato nel 2007 ICAN, perché ci rendevamo conto di non poter fare tutto questo da soli, solo come professionisti della salute, una grande forza intellettuale globale e cruciale per il risultato è la vostra, scienziati della fisica e della fisica nucleare.

Sarei anche personalmente felice se tra IPPNW, ICAN e Pugwash si sviluppasse solidarietà d’azione verso l’obiettivo dichiarato e possibile dell’abolizione delle armi nucleari o anche verso obiettivi specifici intermedi, come già accadde agli inizi del 2010 quando Pugwash ed IPPNW collaborarono per avviare il percorso che portò all’Accordo di Losanna sul programma nucleare iraniano.

Il Comitato Nobel Norvegese, nel motivare la propria decisione di attribuire il Premio a noi, ha espressamente citato tutta l’urgenza che c’è nel dover affrontare la crisi internazionale sul programma nucleare coreano.

Tra i candidati al Premio c’erano i protagonisti proprio dell’Accordo di Losanna sul nucleare iraniano, ma non c’è stato tempo di premiare e celebrare il passato, difronte a tutta l’urgenza di prevenire un possibile tragico futuro.

Grazie per l’attenzione.


 Qui sotto i testi scaricabili dell’intervento, in lingua inglese e italiano:

L’intervento di Beatrice Fihn

Qui sotto la traduzione in italiano del discorso di Beatrice Fihn alla cerimonia del Premio Nobel per la Pace.

Fonte: Pressenza – Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella

 


Conferenza al Nobel: Dobbiamo reclamare la libertà di non vivere le nostre vite come ostaggi di un’imminente annientamento

Premio Nobel per la Pace 2017

Vostre Maestà.

Membri del Comitato Nobel norvegese,

Stimati ospiti,

Oggi è un grande onore accettare il Premio Nobel per la Pace 2017 a nome delle migliaia di persone ispiratrici che hanno preso parte alla Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN).

Insieme abbiamo portato la democrazia al disarmo e stiamo ridando forma alla legge internazionale.

Più di tutti ringraziamo umilmente il Comitato Nobel Norvegese per aver riconosciuto il nostro lavoro e aver dato impulso alla nostra cruciale causa.

Vogliamo dare riconoscimento a coloro che hanno donato così generosamente a questa campagna il loro tempo e le loro energie.

Vogliamo ringraziare i coraggiosi ministri degli esteri, i diplomatici, la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa, i funzionari delle Nazioni Unite, gli accademici e gli esperti con i quali abbiamo collaborato per avanzare nel nostro obiettivo comune.

E ringraziamo tutti coloro che si impegnano per debellare dal mondo questa terribile minaccia.

In dozzine di luoghi intorno al mondo – dentro silos con missili sepolti nella nostra terra, su sottomarini che navigano attraverso i nostri oceani, e a bordo di aerei che volano in alto nei nostri cieli – si trovano 15.000 oggetti di distruzione dell’umanità.

Forse è l’enormità di questo fatto, forse è l’inimmaginabile scala delle conseguenze, che porta molti semplicemente ad accettare questa truce realtà, a continuare con le proprie vite quotidiane senza pensare ai folli strumenti che ci circondano.

Perchè è follia permettere a noi stessi di essere governati da queste armi. Molti dei critici di questo movimento insinuano che siamo noi quelli irrazionali, gli idealisti senza criterio di realtà. Quegli stati dotati di armi nucleari non molleranno mai le loro armi.

Ma noi rappresentiamo la sola scelta razionale. Rappresentiamo quelli che rifiutano di accettare le armi nucleari come ospiti fissi del nostro mondo, quelli che rifiutano di tenere il proprio destino legato a poche righe di un codice di lancio.

La nostra è la sola realtà possibile. L’alternativa è impensabile.

La storia delle armi nucleari avrà una fine, e dipende da noi quale sarà questa fine.

Sarà la fine delle armi nucleari, o sarà la nostra fine?

Una di queste cose accadrà.

L’unica via di azione razionale è quella di smettere di vivere nella condizione per cui la nostra distruzione reciproca dipende da un mero capriccio impulsivo.

Oggi io voglio parlare di tre cose: paura, libertà e futuro.

Per ammissione di coloro stessi che le posseggono, la reale utilità delle armi nucleari sta nella loro abilità nel provocare paura. Quando fanno riferimento al loro effetto “deterrente”, i sostenitori delle armi nucleari celebrano la paura come arma di guerra. Si gonfiano il petto dichiarandosi pronti a sterminare, in un lampo, innumerevoli migliaia di vite umane.

Il Premio Nobel William Faulkner, accettando il suo premio nel 1950, disse: “Rimane solo la questione di quando mi faranno saltare in aria”. Ma da allora, questa paura universale ha lasciato il posto a qualcosa di ancora più pericoloso: la negazione.

Andata è la paura dell’Armageddon in un istante, andato è l’equilibrio tra due blocchi che è stato utilizzato come giustificazione per la deterrenza, andati sono i rifugi dalle piogge radioattive.

Ma una cosa rimane: le migliaia e migliaia di testate nucleari che ci hanno riempiti di questa paura.

Il rischio per l’ uso delle armi nucleari è oggi anche maggiore che alla fine della guerra fredda. Ma a differenza della guerra fredda, oggi ci troviamo di fronte a molti più stati dotati di armi nucleari, a terroristi e a guerre cibernetiche. Tutto questo ci rende meno sicuri.

Imparare a vivere con la cieca accettazione di queste armi è stato il nostro grande errore seguente.

La paura è razionale. La minaccia è reale. Abbiamo evitato la guerra nucleare non grazie a una prudente leadership, ma per pura fortuna. Prima o poi, se non agiamo, la nostra fortuna si esaurirà.

Un momento di panico o di disattenzione, un commento frainteso o un ego ferito, potrebbero facilmente condurci all’inevitabile distruzione di intere città. Un’escalation militare calcolata potrebbe portare all’assassinio indiscriminato di massa di civili.

Se si utilizzasse solo una piccola parte delle armi nucleari odierne, fumo e fuliggine delle tempeste di fuoco si depositerebbero in alto nell’ atmosfera – raffreddando, oscurando e prosciugando la superficie terrestre per oltre un decennio.

Eliminerebbero le colture alimentari, mettendo a rischio per fame miliardi di persone.

Eppure continuiamo a vivere nella negazione di questa minaccia esistenziale.

Ma Faulkner nel suo discorso al Nobel ha anche lanciato una sfida a coloro che sono venuti dopo di lui. Solo in quanto voce dell’ umanità, ha detto, possiamo sconfiggere la paura, possiamo aiutare l’umanità a resistere.

Il compito di ICAN è di essere quella voce. La voce dell’umanità e delle leggi umanitarie; far sentire la propria voce per conto dei civili. Dare voce a quella prospettiva umanitaria è il modo in cui creeremo la fine della paura, la fine della negazione. E in definitiva, la fine delle armi nucleari.

Questo mi porta al secondo punto: la libertà.

Come hanno affermato su questo palco, nel 1985, i Medici Internazionali per la Prevenzione della guerra nucleare, la prima organizzazione in assoluto contro le armi nucleari a vincere questo premio:

Noi medici dichiariamo l’indignazione del tenere in ostaggio il mondo intero. Protestiamo per l’oscenità morale in baase alla quale ognuno di noi è continuamente minacciato dall’estinzione “.

Queste parole suonano ancora vere oggi,  nel 2017.

Dobbiamo rivendicare la libertà di non vivere la nostra vita come ostaggi dell’imminente annientamento.

Gli uomini – non le donne! – hanno creato le armi nucleari per controllare altri, ma invece siamo noi ad essere controllati da queste.

Ci hanno fatto false promesse: che rendendo così impensabili le conseguenze dell’uso di queste armi, qualsiasi conflitto sarebbe risultato inattuabile; che ci avrebbe liberati dalla guerra.

Ma, lungi dall’impedire la guerra, queste armi ci hanno portato più volte sull’orlo del conflitto durante tutta la guerra fredda. E in questo secolo, queste armi continuano ad avvicinarci alla guerra e al conflitto.

In Iraq, Iran, Kashmir, Corea del Nord. La loro esistenza spinge altri a unirsi alla corsa nucleare. Non ci tengono al sicuro, causano conflitti.

Come lo stesso premio Nobel per la pace, Martin Luther King Jr, le ha definite da questo palco nel 1964, queste armi sono “sia genocide che suicide”.

Sono la pistola del folle puntata permanentemente alla nostra tempia. Queste armi avrebbero dovuto tenerci liberi, ma ci negano le nostre libertà.

E’ un affronto alla democrazia essere governati da queste armi. Ma sono solo armi. Sono solo strumenti. Così come sono state create dal contesto geopolitico, possono essere distrutte altrettanto facilmente collocandole in un contesto umanitario.

Questo è il compito che ICAN si è prefissata – e il terzo punto di cui vorrei parlare, il futuro.

Oggi ho l’onore di condividere questo palco con Setsuko Thurlow, che ha scelto come proposito della sua vita quello di portare il testimone dell’orrore della guerra nucleare.

Lei e gli hibakusha all’inizio della storia erano lì, e la nostra sfida collettiva è di assicurarci che siano testimoni anche della sua fine.

Loro rivivono quel doloroso passato, ancora e ancora, perché noi possiamo creare un futuro migliore.

Ci sono centinaia di organizzazioni che insieme, come ICAN, stanno compiendo grandi passi avanti verso quel futuro.

Ci sono migliaia di instancabili attivisti che ogni giorno, in tutto il mondo, lavorano per raccogliere questa sfida.

Ci sono milioni di persone in tutto il mondo che si sono alzate in piedi, spalla a spalla con quegli attivisti, per mostrare ad altre centinaia di milioni che un futuro diverso è davvero possibile.

Chi afferma che quel futuro non è possibile deve togliersi dal cammino di coloro che lo rendono una realtà.

Come culmine di questo sforzo popolare, attraverso l’azione della gente comune, quest’anno l’ipotetico è avanzato verso il reale con 122 nazioni che hanno negoziato e concluso un trattato ONU per proibire queste armi di distruzione di massa.

Il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari rappresenta il sentiero da seguire in un momento di grande crisi globale. È una luce in un periodo di buio.

E,  più ancora, ci dà una scelta.

Una scelta tra due finali: la fine delle armi nucleari o la nostra fine.

Non è ingenuo credere nella prima possibilità. Non è irrazionale pensare che gli stati nucleari possano disarmarsi. Non è idealistico credere nella vita che supera la paura e la distruzione; è una necessità.

Siamo tutti di fronte a questa scelta. E faccio appello a tutte le nazioni perché aderiscano al Trattatodi Proibizione delle Armi Nucleari.

Stati Uniti, scegliete la libertà piuttosto che la paura.

Russia, scegliete il disarmo piuttosto che la distruzione.

Gran Bretagna, scegliete la regola della legge piuttosto che l’oppressione.
Francia, scegliete i diritti umani piuttosto che il terrore.
Cina, scegliete la ragione piuttosto che l’irrazionalità.
India, scegliete il senso piuttosto che il nonsenso.
Pakistan, scegliete la logica piuttosto che l’Armageddon.
Israele, scegliete il senso comune piuttosto che l’annientamento.
Corea del Nord, scegliete la saggezza piuttosto che la rovina.
Alle nazioni che credono di essere al riparo sotto l’ombrello delle armi nucleari, sarete complici della vostra stessa distruzione e della distruzione di altri in vostro nome?

A tutte le nazioni: scegliete la fine delle armi nucleari piuttosto che la nostra fine!

Questa è la scelta che il Trattato di Proibizione delle armi nucleari rappresenta. Unitevi a questo Trattato.

Noi cittadini viviamo sotto l’ombrello delle menzogne. Queste armi non ci tengono al sicuro, stanno contaminando la nostra terra e la nostra acqua, avvelenando i nostri corpi e tenendo in ostaggio il nostro diritto alla vita.

A tutti i cittadini del mondo: state con noi e chiedete ai vostri governi di schierarsi con l’umanità e di firmare questo trattato. Non ci fermeremo fino a quando tutti gli Stati non avranno aderito, dalla parte della ragione.

Oggi nessuna nazione si vanta di essere uno Stato dotato di armi chimiche.

Nessuna nazione sostiene che sia accettabile, in circostanze estreme, usare il gas nervino Sarin.

Nessuna nazione proclama il diritto di scatenare sul suo nemico la peste o la polio.

Questo perché sono state stabilite norme internazionali, le percezioni sono cambiate.

E ora, alla fine, abbiamo un’inequivocabile norma contro le armi nucleari.

Enormi passi avanti non cominciano mai con un accordo universale.

Con ogni nuovo firmatario e con il passare degli anni, questa nuova realtà prenderà piede.

Questa è la via da seguire. C’è un solo modo per impedire l’uso di armi nucleari: proibirle ed eliminarle.

Le armi nucleari, come le armi chimiche, le armi biologiche, le munizioni a grappolo e le mine antiuomo, ora sono illegali. La loro esistenza è immorale. La loro abolizione è nelle nostre mani.

La fine è inevitabile. Ma questa fine sarà la fine delle armi nucleari o la nostra fine? Dobbiamo sceglierne una.

Siamo un movimento per la razionalità. Per la democrazia. Per la libertà dalla paura.

Siamo attivisti di 468 organizzazioni che lavorano per salvaguardare il futuro, e rappresentiamo la maggioranza morale: i miliardi di persone che scelgono la vita anziché la morte, che insieme vedranno la fine delle armi nucleari.

Grazie.


La pagina originale dal sito PRESSENZA – International Press Agency:

Conferenza al Nobel: Dobbiamo reclamare la libertà di non vivere le nostre vite come ostaggi di un’imminente annientamento


Qui il video della cerimonia (da nuclearban.org)

 

FNOMCEO: “Nobel per la Pace a ICAN giusto riconoscimento del lavoro di anni”

Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici

Chirurghi e degli Odontoiatri

Comunicato Stampa

 

FNOMCEO: “Nobel per la Pace a ICAN giusto riconoscimento del lavoro di anni”

 

La FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, saluta l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace 2017 ad ICAN, Organizzazione Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari, fondata nel 2007 dall’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, già destinataria del Premio Nobel per la Pace 1985.

All’interno di questa organizzazione opera  anche la sezione italiana, fondata da membri del Comitato Scientifico Italiano “Medicina per la Pace” in occasione dell’organizzazione del I Incontro Scientifico Internazionale per la Prevenzione della Guerra Nucleare che si tenne nel marzo 1983 a Roma nel pieno della Guerra Fredda e del riarmo nucleare in Europa. In quell’occasione furono ospitati lo scienziato medico americano Bernard Lown e sovietico Eugene Chazov che avevano voluto l’Internazionale Medici proprio per promuovere un movimento globale di medici finalizzato a prevenire la guerra nucleare e il disarmo nucleare in Europa.

La FNOMCeO ospitò nella sua sede l’Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione della Guerra Nucleare ed il Presidente Mondiale dell’Internazionale Medici, il medico Ronald Mc Coy, nel novembre 2003, in occasione del IV Summit Mondiale, a Roma, dei Premi Nobel per la Pace.

Proprio da medici italiani, e di questo siamo particolarmente orgogliosi, nell’aprile 2010, è stato avviato il decisivo percorso che, portando all’attenzione delle Nazioni Unite i fenomeni scientifici mondiali (Inverno Nucleare e Fame Nucleare) che rappresenterebbero  l’impatto umanitario globale di una guerra nucleare, limitata e su vasta scala, ha determinato all’ONU la Conferenza ed il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari con il conseguente riconoscimento del Premio Nobel per la Pace 2017 ad ICAN.

ICAN, costituita da 468 organizzazioni ed associazioni di 101 Paesi del mondo, sarà rappresentata nella propria conferenza stampa per il Nobel oltre che dalla Direttrice Esecutiva Beatrice Fihn e da Setsuko Thurlow, hibakusha, sopravvissuta al bombardamento atomico di Hiroshima, dal collega medico australiano Tilman Ruff, CoPresidente Mondiale dell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare (che costituisce l’International Steering Committee Mondiale di ICAN con altre otto organizzazioni mondiali).

 

Ufficio Stampa Fnomceo: 0636203238 (3371068340- 347 2359608) informazione@fnomceo.it Comunicato  06 12 2017

 

 

Ufficio Stampa e Informazione Fnomceo

Via Ferdinando di Savoia, 1

00196 Roma

Tel.:0636203238

Cell.: 3371068340 – 347 2359608

informazione@fnomceo.it

www.fnomceo.it

 

FNOMCeO Comunicato stampa

______________________________

Intervento del Dr. Di Paolantonio alla Camera dei Deputati

Roma, Camera dei Deputati, Sala Tatarella, 9 novembre 2017

 

Cari Amici,

Ringraziamo innanzitutto il PNND ed il sen. Roberto Cotti per l’invito, e proviamo a dare il nostro fattivo contributo alla vostra discussione.

L’urgenza del disarmo nucleare è sotto gli occhi di tutti, tanto che il Comitato Nobel Norvegese ha voluto assegnare il Premio Nobel per la Pace per il 2017 a noi, ICAN, International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari, fondata nel 2007 dall’International Physicians for the Prevention of Nuclear War, Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985, di cui presiedo la Sezione Italiana.

Il Premio ci è stato assegnato per essere storicamente riusciti ad ottenere alle Nazioni Unite, dopo una vasta e lunga iniziativa globale che si è fondata sulla stretta collaborazione tra Internazionale Medici e Comitato Internazionale della Croce Rossa/Mezza Luna Rossa, partita proprio da Roma nell’aprile 2010, la Conferenza ed il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari.

Vengo al dunque.

Nella dichiarazione del Comitato Nobel di assegnazione del Premio si fa esplicito riferimento all’urgenza data dall’aggravarsi della situazione di crisi in atto attorno al rapido sviluppo del programma nucleare nordcoreano ed alla effettiva minaccia di una guerra nucleare.

Analogamente, trent’anni fa, quando attribuirono il Premio all’IPPNW, focalizzarono il ruolo da noi avuto nella ripresa del dialogo USA/URSS sull’impellente necessità dello smantellamento delle armi nucleari intermedie dall’Europa, che effettivamente si ebbe due anni dopo. Solo trent’anni dopo abbiamo potuto rivelare che grazie ad una ricerca italiana quei colloqui e quel Trattato INF partirono dal concetto di guerra nucleare non intenzionale, cioè per errore tecnico o umano, o per uso terroristico delle armi nucleari.

Rileggendo quindi la dichiarazione relativa al Premio Nobel per la Pace di quest’anno, e difronte alla gravità della minaccia effettiva e concreta di una guerra nucleare tra USA e Corea del Nord, la Sezione Italiana dell’IPPNW, Affiliata Italiana di ICAN, si sente in dovere, nella sede del Parlamento Italiano, di proporre una missione a Pyongyang per illustrare i concetti scientifici di Fame Nucleare ed Inverno Nucleare che sono stati alla base dell’iniziativa globale che ha portato al Trattato che dopo armi chimiche, batteriologiche, mine, armi a grappolo, mette al bando anche e finalmente le stesse armi nucleari.

La costituzione italiana si basa sul lavoro, la salute e la pace.

L’IPPNW ha da molto tempo indicato la pace attraverso la salute come la propria fondamentale road map, su cui abbiamo costruito anche il percorso verso l’effettiva abolizione delle armi nucleari.

Chiediamo pertanto ai nostri interlocutori di oggi di costruire una iniziativa in questo senso, per illustrare in spirito di pacificazione, ad uno dei due diretti interlocutori della grave crisi in atto, l’impatto umanitario catastrofico che una guerra nucleare anche limitata avrebbe, portando a morte (per i fenomeni climatici e biologici sopra ricordati) circa due miliardi di persone nel medio periodo, in entrambi gli emisferi del pianeta.

Un ex Direttore dei Laboratori di Los Alamos ha recentemente dichiarato che occorre stabilire al più presto una linea rossa tra Corea del Nord e Stati Uniti per evitare l’innesco non intenzionale di una guerra nucleare per incidenti ai confini dello spazio aereo.

La missione che proponiamo rappresenterebbe già un successo se contribuisse indirettamente o direttamente, illustrando i concetti di Inverno Nucleare, Fame Nucleare e Guerra Nucleare Non Intenzionale, a sollecitare lo sviluppo di un simile canale d’emergenza di comunicazione tra Stati nucleari contrapposti.

Grazie per l’attenzione

 

Dott. Michele Di Paolantonio
Presidente dell’AIMPGN (IPPNW Italy)
Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione della Guerra Nucleare
www.ippnw-italy.org
organizzazione Premio Nobel per la Pace


Qui sotto il testo in inglese:

______________________________

Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari – Copertura dei media italiani

Dalla Rete Disarmo un utile elenco degli articoli apparsi sui media italiani

I link sono navigabili; agire sui comando “+” e “-“ per regolare la leggibilità del foglio. Scaricare il documento per un utilizzo fuori rete.

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