TPNW: Il punto della situazione

79 Stati firmatari e 33 ratifiche. Ecco l’aggiornamento più recente che avvicina ancora di più il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, TPNW) al suo status di legge ai sensi del Diritto Internazionale. E se poi vengono contati gli Stati il cui processo di ratificazione è tuttora in corso, è molto probabile che l’entrata in vigore del TPNW possa arrivare già nel corso del 2020.

A questo proposito mi sovviene la Campagna “2020 Vision avviata dall’organizzazione dei “Mayors for Peace” per un disarmo atomico globale. Una “visione”, per lungo tempo quasi un’utopia, che però, almeno come realizzazione dello strumento giuridico per l’abolizione delle armi, avrà forse modo di concretizzarsi.

L’atomica è tuttora l’unica arma di distruzione di massa non soggetta a un divieto globale, a differenza di quanto già imposto per le armi chimiche e batteriologiche. A porre freno da parte del Nuclear States ci sono certamente enormi interessi economici e industriali lungo l’intera filiera per la produzione e la gestione degli ordigni, oltre al concetto – quanto mai inutile se non ipocrita – di “deterrenza” per il mantenimento della sicurezza tramite l’equilibrio del terrore.

L’Italia aderisca al TPNW. Una mozione in Senato

Una mozione in Senato. Una richiesta ufficiale affinché il governo italiano disponga i passi necessari affinché anche il nostro Paese aderisca al Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

Supportato da IALANAInternational Association of Lawyers for the Abolition of Nuclear Arms – e da altri partner e membri di ICAN in Italia, il documento presentato in Parlamento il 29 maggio scorso nella sua premessa ha illustrato nel dettaglio l’approvazione in sede ONU del Trattato – 122 Paesi a favore, 70 firmatari e 23 ratifiche in data attuale – e la motivazione grave che è stata alla base del lungo percorso che dagli anni passati ha portato alla sua stesura:

Premessa fondamentale del Trattato è il riconoscimento, di particolare rilievo in uno strumento giuridico internazionale, delle “catastrofiche conseguenze umanitarie” delle armi nucleari, e che la loro completa eliminazione “rimane il solo modo per garantire che esse non siano mai usate in qualsiasi circostanza”.

Possibili incidenti nucleari con la probabilità conseguente di deflagrazione (il Dipartimento della Difesa statunitense ne ha elencati finora 32) e incognite derivanti dall’attuale instabilità internazionale elevano il rischio del confronto atomico ancor più che negli anni della Guerra Fredda. 122 nazioni hanno riconosciuto il pericolo e purtuttavia nel nostro continente la posizione dei Paesi della NATO (con l’esclusione dell’Olanda) è stata di assoluto disinteresse nella partecipazione dei lavori dell’Assemblea, e l’Italia si è accodata alle decisioni del Patto Atlantico.

Ecco quindi l’impegno che la mozione formalmente ha indicato al nostro governo:

  • disporre gli atti necessari all’adesione dell’Italia al Trattato delle Nazioni Unite relativo al divieto delle armi nucleari, fatto a New York il 7 luglio 2017 e aperto alla firma il 20 settembre 2017;
  • presentare conseguentemente alle Camere il disegno di legge per l’autorizzazione alla ratifica e per l’esecuzione del Trattato.

 

Mozione presentata dai senatori De Petris, Errani, Grasso, Laforgia, De Falco, Segre, Martelli, Buccarella, De Bonis

Invitiamo alla lettura del testo qui in allegato.

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Un piccolo Stato e una ratifica in più

Anche i “piccoli” contano! e dal piccolo Stato caraibico di St. Lucia arriva la ventesima ratifica al Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

Leggo quanto annuncia Celine Nahory di ICAN:

Il 23 gennaio, St. Lucia ha depositato lo strumento di ratifica del trattato ONU sul divieto delle armi nucleari.

St. Lucia ha firmato il TPNW solo pochi mesi fa (27 settembre 2018), quindi la loro tempestiva ratifica costituisce un buon esempio per gli altri nei Caraibi e oltre.

Con questa prima ratifica dell’anno, ci sono ora 70 firmatari e 20 Stati vincolanti.

Congratulazioni ai nostri sostenitori dei Caraibi, in particolare ad Anna Ikeda e Hayley Ramsay-Jones che hanno lavorato davvero attivamente con gli stati della CARICOM!

E nel frattempo, attendiamo dal Bulletin of the Atomic Scientists l’annuncio della situazione attuale del Doomsday Clock , l'”Orologio dell’Apocalisse” che annualmente avverte noi cittadini del mondo di “quanti minuti alla mezzanotte” – basandosi sul rischio di un conflitto atomico attraverso gli eventi politici e le decisioni dei Governi sul riarmo nucleare – mancano alla distruzione totale dell’umanità. E temiamo che peserà su questo anche la recente decisione del Presidente Trump di uscire dal trattato INF.

Ma chissà che queste Good News non riescano invece a far ritornare un poco indietro la lancetta dell’Orologio! Questa sera (ora italiana) ne sapremo di più.

TPNW: Dall’Estremo Oriente una nuova adesione

Non solo drammatiche – da ripresa di Guerra Fredda – le notizie lasciateci dall’anno trascorso e che si accavallano ancora in questi primi giorni dell’anno; ché un guizzo di positività arriva adesso dalla Cambogia, da pochi giorni 70° firmatario del Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

Riporto quanto scrive Tim Wright, Treaty Coordinator di ICAN:

Oggi 9 gennaio ICAN dà il benvenuto alla firma della Cambogia del Trattato sul divieto delle armi nucleari. La Cambogia è il 70 ° firmatario del trattato, che è stato adottato dalle Nazioni Unite il 7 luglio 2017.

Tutte le nazioni del Sud-est asiatico, ad eccezione di Singapore, sono ora firmatarie del trattato. La Thailandia e il Vietnam lo hanno anche ratificato, e altri nella regione dovrebbero ratificarlo quest’anno.

Durante la negoziazione del trattato, la Cambogia ha espresso profonda preoccupazione per le grandi “conseguenze umanitarie derivanti dall’uso di armi nucleari” e ha affermato che l’eliminazione è “l’unica garanzia contro l’uso o la minaccia dell’uso di armi nucleari”.


Dal sito di ICAN: Signature/ratification status of the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons

Tutte le firme del Trattato

Alle Nazioni Unite, dopo l’approvazione del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari. In una raccolta di immagini ecco il momento della firma o della ratifica, a partire dal 20 settembre 2017, da parte dei Presidenti o dei Rappresentanti diplomatici dei vari Stati che hanno aderito al Nuclear Ban Treaty.


(fonte: Tim Wright)


Note:

  • A questo link la presentazione originale, che verrà via via aggiornata man mano che nuove firme si aggiungeranno.
  • Se vi sono problemi nella visualizzazione, è possibile scaricare direttamente la presentazione in Powerpoint.

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